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Domani a Catania, Fabio Volo e il regista Eugenio Cappuccio per presentare il film ''Uno su due''

07 marzo 2007

UNO SU DUE
Un film di Eugenio Cappuccio
Con: Fabio Volo, Anita Caprioli, Ninetto Davoli, Giuseppe Battiston, Tresy Taddei, Agostina Belli

Giovedì 8 marzo 2007- ore 12.00
Auditorium della Facoltà di Lettere e Filosofia - Monastero dei Benedettini - Università degli Studi di Catania.
Il regista Eugenio Cappuccio e il protagonista Fabio Volo incontreranno gli studenti della facoltà (Ingresso libero fino ad esaurimento posti)
Intervengono: Prof. Fernando Gioviale, Docente di Discipline dello Spettacolo - Prof. Alessandro De Filippo, Docente di Tecniche del Linguaggio Cinematografico

Alle ore 18.00 Eugenio Cappuccio e Fabio Volo incontreranno i lettori presso la Libreria Mondadori, Via Antonino di Sangiuliano n° 223, e alle ore 20.30 saluteranno il pubblico al Cinema Alfieri, Via Duca degli Abbruzzi, 8

''Uno su due'' - Lorenzo è un avvocato ambizioso e sta per fare un salto di qualità. Per adesso ha una ragazza,  Silvia, di cui non ha mai capito quanto ne sia innamorato, ha un appartamento in centro, una carriera da costruire e - finalmente - un grosso affare con la Russia, che permetterà, a lui e al suo socio e amico Paolo, di dare una svolta alla loro professione che fino ad ora procedeva a rilento. Tutto sembra andare per il meglio. Ma poi qualcosa si rompe dentro di lui, senza alcun preavviso, appena uscito dal tribunale, dove ha vinto una causa di poca importanza. Sta passeggiando con il collega, quando all'improvviso la vista si appanna, i sensi vengono meno... e sviene. Quando riapre gli occhi è in ospedale. Si ritrova a dover condividere la sua stanza con Giovanni, un sanguigno ex camionista romano, il cui carattere non facilita quella forzata convivenza. Infatti, l'uomo sembra trovar gusto a vivere la propria condizione di malato; una mentalità difficile da accettare per Giovanni. Per fortuna lo vengono a trovare amici e parenti: quello che gli preme di più è dare l'impressione che sia semplicemente inciampato in un banale contrattempo. Invece i giorni passano, e Lorenzo è ancora in balìa di medici ed esami clinici. E di Giovanni. Ad un certo punto i dottori gli dicono che può andare a casa in attesa dell'esito della biopsia. L'importante è che segua la terapia e che si riposi. Una volta uscito, Lorenzo prova a continuare quello che aveva lasciato in sospeso. Ma il filtro della malattia gli fa apparire ciò che lo circonda come insipido, sbagliato e falso. Il rapporto con Silvia precipita, anche se la ragazza fa di tutto per stargli accanto e trovare il modo di comunicare con un uomo che non riconosce più. Anche il rapporto con Paolo si chiarisce, fino ad una resa dei conti in cui l'amico lo mette di fronte ai suoi limiti. E il riscoprire di avere una sorella, un affetto famigliare ancora vivo, non serve a molto. Alla fine, l'unica persona che lo può capire è proprio Giovanni. E, infatti, Lorenzo lo va a trovare in ospedale. Tra i due si sviluppa un rapporto complesso: Lorenzo vuole risolvere la propria inquietudine; Giovanni lo aiuta a modo suo, ma allo stesso tempo non riesce a scoprirsi sui sentimenti più intimi. L'uomo, infatti, avrebbe desiderio di rivedere la sua unica figlia che non è mai andata a trovarlo, ma quasi non ne parla, lo lascia solo intendere. Lorenzo intuisce quel sentimento e lo interpreta come una missione: dovrà convincere Tresy ad andare a visitare il padre in ospedale. E così, nonostante lo stato di convalescenza e di attesa, Lorenzo si avventura in una Umbria ''on the road'', in piena provincia italiana, dove la ragazza vive con la madre e lavora in una moderna stazione di posta, un motel-ristorante per camionisti. Lorenzo ha così un importante momento di confronto, profondo e movimentato, che lo metterà alla prova, svelandogli nuovi desideri ed obiettivi, e rivelandogli nuove inquietanti verità sul suo compagno di degenza. Per Lorenzo convincere Tresy sarà più difficile che sostenere una delle sue cause in tribunale, perché è l'unico modo per dare un significato a quei giorni sospesi tra la vita e la morte, tra il tutto e il niente. Il suo atterraggio nella realtà sconosciuta di un passato altrui, diventa elemento scatenante per rimettere in discussione la sua visione del mondo. Processo che lo accompagnerà al finale del film...

Note di regia - ''Non essere rattenuto'', Eugenio Cappuccio sintetizza così il messaggio del film, invitando ironicamente ad utilizzare questo termine come fosse un tormentone. E rattenuto, neologismo che deriva dalla contrazione di rattrappito e trattenuto, indicativo cioè di un attualissimo e diffuso atteggiamento di chiusura e di egoistico ripiegamento, è appunto, all'inizio del film, proprio Lorenzo Maggi, il giovane protagonista di 'Uno su due', interpretato da Fabio Volo. Avvocato di 33-34 anni, mediamente affermato, piccolo parvenu di estrazione proletaria rispetto al collega Paolo Albini, socio ereditario dello studio legale, Lorenzo sente sulla propria pelle la condizione del rattenuto: vive cioè ''una realtà apparentemente fluida e anche un po' rampante, ma sotterraneamente è imploso dal punto di vista emotivo; non è in grado di relazionarsi con il mondo che lo circonda né con se stesso, con i termini dell'autenticità''. La vicenda di Lorenzo, sottolinea ancora il regista, ''è metafora per una malcelata ambizione di realizzare un film sulle relazioni umane e su come queste, lontane o vicine che siano, cambino a seconda delle nostre condizioni di salute''. [...]

 

 

 

 

 

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07 marzo 2007
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