E' nato prima l'uovo o... la sorpresa? L'ovetto Kinder compie 30 anni e li festeggia con una mostra
Si intitola ''SopresEmozioni 1974-2004'' e sarà visitabile al Vittoriano fino al 24 ottobre
Mi ricordo che da bambino andare la domenica a messa era qualcosa che facevo principalmente per un motivo: potermi comprare, all'uscita dalla chiesa, l'ovetto Kinder.
La domenica era il giorno in cui ricevevo la paghetta settimanale (800 lire) e una parte di essa la impiegavo per comprare quell'uovo di cioccolato, nato pochi anni prima, che aveva stravolto il legame fra uovo di cioccolato - regalo - pasqua e in me ne aveva creato uno nuovo, all'avanguardia ed eretico: domenica - messa - uovo di cioccolato - regalo.
Il Kinder Sorpresa nacque due anni prima di me, nel 1974, anno nel quale l'Italia doveva fare i conti con la Strategia del terrore attuata dalle Brigate Rosse o dai NAR, e con la crisi economica.
Ecco, in quel drammatico anno nasceva un nuovo oggetto del desiderio.
Oggi l'ovetto con "+ latte e - cacao" e con dentro la sorpresa compie trent’anni e li festeggia con una mostra aperta fino al 24 ottobre al Vittoriano di Roma intitolata ''SopresEmozioni 1974-2004''.
Un'idea ''pop'', così hanno definito Vincenzo Cerami e Vincenzo Mollica le sorprese delle uova Kinder, ''il grande e forse l'unico regalo che ci ha lasciato la plastica - ha detto lo scrittore alla presentazione della mostra -, che ha un rapporto con la Pop Art ma anche con la memoria e l'immaginazione''. Sono giochi in cui esiste l'idea di interattività (molti sono da montare e c'è l'attesa della scoperta), che ricordano a Cerami l'infanzia, ''quando i giochi erano poveri e li mettevamo insieme con le nostre mani''.
La mostra ripercorre trent'anni di progetti, di collezioni e creazioni, di una popolazione di personaggi divertenti e curiosi, attraverso il confronto con i materiali e gli strumenti utilizzati dai progettisti Kinder. L'esposizione presenta il Kinder Sorpresa come un vero e proprio oggetto d'arte affrontando ora il suo processo creativo attraverso disegni, progetti, filmati, ora la storia del collezionismo con l'esposizione dei pezzi più noti e particolari, ora il mondo delle sorprese con l'analisi dei tanti personaggi creati in trent'anni e la scelta, anno per anno, delle creazioni più rappresentative.
I personaggi delle uova - da Asterix ai Puffi, dalle Tartallegre ai Coccodritti, dagli Happypotami agli Squalibabà - non solo sono diventati oggetti da collezione e raggiungono prezzi da capogiro (oltre 900 euro per il ''Puffo alle Olimpiadi'' o il ''Puffo sui trampoli''), ma hanno creato nel tempo, come ha detto il giornalista Vincenzo Mollica: ''un mondo parallelo come quello della Disney''.
"Molti di questi pupazzi vengono da figure mitologiche rielaborate dall'industria culturale di massa, in particolare fumetti, figurine, cartoni animati e televisione - spiega il sociologo Alberto Abruzzese - Non sono quasi mai puri e semplici calchi e copie, ma sono il loro riadattamento e la loro ricollocazione in villaggi, comunità, tempi, luoghi, famiglie. Va da sé che la sorpresa è particolarmente adatta allo spirito dell'infanzia, e che la maggior quantità di oggetti contenuti nell'uovo è sempre stata costituita da scherzi o da giocattoli. Si può addirittura affermare che il punto centrale del godimento dei bambini non sia affatto la natura del contenuto dell'uovo, ma l'atto della scoperta del tesoro nascosto. Oggi che l'uovo non è più pasquale ma di tutti i giorni, il tesoro è anch'esso diventato di tutti i giorni".
Il semiologo Omar Calabrese, nel catalogo che accompagna la mostra, afferma che ''il punto centrale del godimento dei bambini non è affatto la natura del contenuto dell'uovo, ma l'atto della scoperta di un tesoro nascosto''.