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E se ai preti si lasciasse la libertà di sposarsi, si risolverebbe il problema dovuto al calo delle vocazioni?

05 dicembre 2006

Tutto il problema sta nel calo delle vocazioni. Sempre meno uomini sembrano disposti a sacrificare una vita ''normale'' per andare incontro alla chiamata divina, indossare l'abito talare e divulgare il Verbo.
Pensa che ti ripensa, il Vaticano si è trovato costretto a ragionare e ridiscutere il tema del celibato sacerdotale che, in realtà, si sono detti e hanno detto, non è un dogma ma solo una norma disciplinare, legato alla tradizione culturale che la Chiesa ha cominciato a perseguire in epoca medioevale.
La possibile strada da intraprendere per invogliare gli uomini a considerare la vita sacerdotale come via percorribile senza la rinuncia della vita di coppia, è stata riconsiderata dal cardinale Claudio Hummes, arcivescovo di San Paolo.

Il porporato, che da poco è stato nominato da Benedetto XVI nuovo Prefetto della Congregazione per il clero, e che si dovrà occupare dei problemi dei sacerdoti della Chiesa universale, ha affermato: ''Partendo dalla considerazione che i celibi fanno parte della storia e della cultura cattolica, la Chiesa può riflettere sopra questo tema, poiché il celibato non è un dogma ma una forma disciplinare''. Inoltre alcuni apostoli, ha spiegato Hummes, erano sposati e la proibizione del matrimonio è venuta alcuni secoli dopo l'istituzione del sacerdozio. Hummes ha affermato che la Chiesa non è una istituzione immobile ma che sa cambiare quando questo è necessario. Considerato che quella intorno al celibato non è una decisione facile che può essere presa in modo repentino, ''la Chiesa dovrá in primo luogo discuterne e ridiscuterne''.

Ma la discussione, che intanto ha fatto scattare qualche polemica, e che dal cardinale Hummes si è accesa, nuovamente per bocca sua si è spenta : ''La questione dell'abolizione del celibato sacerdotale non è attualmente all'ordine del giorno delle autorità ecclesiastiche'', ha chiarito Hummes. ''Io non ho nessuna nuova dottrina sul celibato dei sacerdoti: quello che dico è quello che dice la dottrina della Chiesa. Ovviamente, è il Papa che guida la Chiesa ed io sono al suo servizio volentieri'', ha chiarito il monsignore brasiliano appena giunto a Roma da San Paolo del Brasile.
Dichiarazioni che indicano un chiaro passo indietro rispetto all'apertura al celibato registrata nei giorni scorsi. Un passo indietro alla vigilia dell'insediamento come nuovo Prefetto della Congregazione per il Clero. Insomma, perdere il posto prima di metterci piede...

Il cardinale Claudio Hummes ha diffuso poi dalla sala stampa vaticana una nota: ''nella Chiesa è sempre stato chiaro che l'obbligo del celibato per i sacerdoti non è un dogma ma una norma disciplinare che vale per la Chiesa latina ma non per i riti orientali dove anche nelle comunità unite alla chiesa cattolica è norma che vi siano sacerdoti sposati''. Hummes ha detto anche che ''la norma del celibato per i sacerdoti della Chiesa latina è molto antica e poggia su una tradizione consolidata e su forti motivazioni, di carattere sia teologico-spirituale sia pratico pastorale ribadite anche dai papi''. Orientamento emerso anche durante il recente sinodo dei vescovi: l'opinione diffusa tra i padri era che ''un allargamento della regola del celibato non sarebbe stato una soluzione neppure per il problema della scarsità delle vocazioni che è da collegare piuttosto ad altre cause, a cominciare dalla cultura secolarizzata moderna, come dimostra l'esperienza anche delle altre confessioni cristiane che hanno sacerdoti o pastori sposati''.

Come dire: questo matrimonio, ancora, non s'ha da fare...

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05 dicembre 2006
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