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E' successo a Palermo... ''Questo matrimonio non sa da fare''

I fratelli contrari al matrimoni rapiscono il neo sposo poco prima del banchetto nuziale

11 marzo 2005

Il giorno più bello della sua vita si è trasformato in un incubo che sarà impossibile cancellare. Lei e lui oggi sposi e domani chi lo sa. Lei bella col suo vestito bianco, lui in scuro e cravatta grigia. Lei che si siede a tavola per cominciare il banchetto nuziale, lui che comincia a parlare coi suoi due fratelli. Lei che li guarda prima sorridendo nervosa, poi sempre più preoccupata. Lui che si scalda e alla fine esce di scena, lascia la sala, sale in macchina coi suoi guardaspalle e va via.

Scene da un matrimonio a metà. Celebrato in chiesa ma non a tavola.
Immaginatevi pure la faccia dei 55 invitati di fronte a questo fuoriprogramma che nemmeno il più incallito dei bookmaker avrebbe quotato. La sposa è scoppiata in lacrime, ha chiesto un telefonino e con quello ha chiamato il 113: «Hanno rapito mio marito».
E così all'hotel Centrale di corso Vittorio Emanuele, sono arrivate alcune volanti della polizia. Per cercare di capire quel che era successo.
La serata si è chiusa con la sposa disperata e con gli invitati che, perso lo sposo, non hanno voluto perdere pure il banchetto e sono rimasti a tavola a mangiare fino a notte fonda.

«Mai vista una cosa del genere in 25 anni di mestiere», commenta a mezza voce un addetto dell'albergo. E in effetti non è che ne capitino spesso di robe del genere.

Lei, 40 anni, di Palermo. Lui, 34 anni, di Caltanissetta. Si conoscono, decidono di sposarsi. Ma evidentemente i parenti di lui non sono d'accordo. Gli invitati alla cerimonia sono tutti dalla parte di lei. Lui non ne ha più di cinque, e questo non può che essere un segnale.
In chiesa, nel pomeriggio, va tutto bene. Alle otto di sera, nella sala Hermes dell'albergo di corso Vittorio Emanuele, no.
I testimoni raccontano dell'arrivo improvviso dei due fratelli dello sposo, del fitto parlottare, delle minacce che uno dei due avrebbe rivolto alla sposa («non ti azzardare a fiatare»), infine della fuga di lui. Costretto a farlo.
Avrebbero dovuto passare la prima di notte di nozze in albergo, in una bella camera che dà sui tetti della Palermo vecchia. La passeranno ognuno per conto proprio. Lei in Questura a cercare di capire dov’è finito suo marito, lui chissà dove a cercare di capire com’è finito in un guaio così grosso.
 
Fonte: Giornale di Sicilia del 6 marzo 2005

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11 marzo 2005
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