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I Tamil siciliani ritornano a manifestare affinché il dramma dello Sri Lanka venga conosciuto

10 aprile 2009

Almeno 129 civili sarebbero stati uccisi in questi giorni in un bombardamento delle forze governative nel nord-est dello Sri Lanka, dove le truppe stanno sferrando l'offensiva finale contro i ribelli Tamil. E' quanto riporta Tamilnet.com, sito internet vicino alla guerriglia, spiegando che si tratta della "carneficina più crudele" perpetrata dalle forze armate cingalesi negli ultimi tre mesi del conflitto con gli insorti. Oltre alle vittime, quasi trecento persone sono state ferite nel bombardamento di un'enclave in teoria demilitarizzata, denuncia Tamilnet.com, aggiungendo che è stato colpito anche un ambulatorio pediatrico.
L'esercito di Colombo nega però di essere responsabile di quell'attacco. "Si tratta di invenzioni delle Tigri tamil per attirare l'attenzione della comunità internazionale e far crescere la pressione per ottenere un cessate il fuoco che permetterebbe ai leader dei ribelli di sfuggire all'esercito", ha affermato il portavoce delle forze armate, il generale Udaya Nanayakkara.

Alla luce di questo ennesimo genocidio, la comunità Tamil siciliana è tornata a farsi sentire per le strade di Palermo. Già nel febbraio scorso i Tamil di Palermo avevano organizzato una manifestazione contro la guerra civile che da trent'anni affligge le popolazioni dello Sri Lanka. Oggi i manifestanti hanno organizzato un sit-in davanti la sede Rai del capoluogo siciliano, in viale Strasburgo, per sensibilizzare l'attenzione dei media su un conflitto che tende troppo spesso ad essere ignorato. I Tamil hanno scritto anche una lettera al governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, che, nei mesi scorsi, aveva espresso parole di solidarietà nei confronti della comunità di minoranza nello Sri Lanka.
"Negli ultimi giorni - hanno scritto nella lettera inviata a Lombardo - sono state assassinate con bombardamenti a gas chimici più di mille civili Tamil in Sri Lanka, grazie al progetto di sterminio messo in atto dal Governo. La maggioranza cingalese al potere si è ritirata unilateralmente dal cessate il fuoco; ha espulso tutte le organizzazioni umanitarie, imponendo severe restrizioni sull’invio degli aiuti umanitari ai civili; inoltre, continua ad usare armamenti proibiti come le bombe a frammentazione (Cluster Bombs), colpendo spesso campi profughi ed infrastrutture come scuole, ospedali, templi e chiese". "Le chiediamo - hanno concluso i Tamil nella lettera - di pressare il Governo italiano a persuadere il Governo dello Sri Lanka ad accettare un cessate il fuoco immediato per evitare un'ulteriore carneficina di vite umane, permettendo agli operatori umanitari di soccorrere i civili Tamil".

[Informazioni tratte da ASCA, SiciliaInformazioni.com]

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10 aprile 2009
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