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Il filo di Arianna oggi è un app per i non vedenti

Arriva il "bastone virtuale" realizzato all'università di Palermo

25 gennaio 2014

Nasce dal lavoro di un team di ricercatori dell''Università di Palermo un'app per i non vedenti: Arianna è il nome del "bastone virtuale" presentato a Boston.
"I non vedenti vivono in un labirinto buio - spiega Pierluigi Gallo docente dell'ateneo siciliano - e l'unico modo per uscire è creare una mappa virtuale dell'ambiente". Il sistema Arianna, svolge proprio questo compito. L'applicazione sfrutta la fotocamera dello smartphone per individuare un tracciato sul pavimento, mentre l'utente mantiene un dito sullo schermo. Quando la linea arriva a trovarsi sotto il dito, il dispositivo vibra. Muovendo il cellulare, il non vedente può seguire il percorso, nello stesso modo in cui userebbe un bastone.

L'app è stata creata da un gruppo di ricercatori dell'Università di Palermo che si sono ispirati al mito di Arianna e Teseo nel labirinto del Minotauro. L'applicazione è stata presentata a Boston nell'ambito di una giornata organizzata dalla Fondazione Andrea Bocelli e dal MIT Massachusset Institute of Thecnology, alla presenza di scienziati di fama internazionale nella riabilitazione e nelle tecnologie di assistenza ai non vedenti. Protagonisti i neuroscienziati e scienziati delle tecnologie dell'informazione, al lavoro per comprendere le funzioni della visione e sviluppare soluzioni innovative per aumentare l'indipendenza dei non vedenti e migliorare il loro inserimento sociale.

Oltre a segnalare gli ostacoli il software da molte altre informazioni: lungo il percorso possono essere posizionati dei "QR code" che danno all'utente altre informazioni, come la presenza di bar, negozi o toilette. Le app esistenti per la navigazione pedonale forniscono indicazioni audio sui percorsi, ma in alcuni casi l'ascolto è reso difficoltoso dai rumori esterni. Inoltre, il Gps non funziona all'interno degli edifici. L'app messa a punto dai ricercatori di Palermo risolve questo problema. Laura Giarrè è anche coordinatice del progetto "Challenge", sostenuto dalla Fondazione Andrea Bocelli, che sta sviluppando il prototipo di un altro sistema innovativo che segnala ostacoli sul cammino, legge cartelli e riconosce gli amici. Si tratta di un dispositivo che, appeso al collo di un non vedente, riesce a migliorare sensibilmente l'autonomia di movimento dei non vedenti e le loro relazioni con l'esterno.

"Una conferma della capacità dell'Ateneo di fare ricerca ad alto livello - dice il rettore Roberto Lagalla - il mio plauso a questa équipe che ha unito la spinta all'innovazione con la vocazione internazionale, i due pilastri per mettere a frutto con successo le ricerche maturate nelle aule universitarie". [Fonte: Corriere del Mezzogiorno]

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25 gennaio 2014
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