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Il Prof. Rosario Alaimo nominato dal Paul Getty Museum per studiare la vera provenienza della Venere di Morgantina

26 marzo 2007

Il professor Rosario Alaimo, consigliere d'amministrazione del Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia e responsabile scientifico del Centro per la Protezione Ambientale e l'analisi dei materiali ''CEPA'', società del PST Sicilia, è uno dei cinque esperti indipendenti chiamati dal Paul Getty Museum di Malibù a discutere sulla provenienza del materiale lapideo dal quale è stata ricavata la statua della dea Afrodite, meglio nota come Venere di Morgantina.
La scultura, uno dei reperti di punta del museo californiano fondato dal petroliere Paul Getty, è infatti al centro di un'annosa disputa con lo Stato italiano, dai risvolti politici e giudiziari. Nel novembre scorso il ministro dei Beni Culturali, Francesco Rutelli, ha chiesto la restituzione della Venere, assieme a numerosi altri reperti conservati presso il museo di Malibù. Dal canto suo il Getty Museum si è dichiarato disposto a restituire la scultura (la più antica statua di grossa dimensione raffigurante una divinità giunta fino a noi, datata 420 a.C. e opera di uno scultore ignoto post-fidiaco), ma ha chiesto un anno di tempo per portare avanti un progetto di ricerca scientifica che ne fissi le origini geografiche, al di là delle indagini giudiziarie.
Secondo quanto ipotizzato dalla magistratura italiana, infatti, la Venere fu trafugata dai tombaroli nel sito archeologico di Morgantina ad Aidone per poi essere acquisita, dopo un tortuoso percorso, dal Getty Museum nel 1988.

All'origine siciliana del materiale lapideo è giunto lo studio condotto dal docente di geochimica presso l'Università di Palermo Rosario Alaimo e dai suoi colleghi, Renato Giarrusso e Giuseppe Montana. ''Abbiamo confrontato - ha spiegato il professor Alaimo - un frammento della 'Venere', fornitoci dal Getty, con un altro campione prelevato da una statua conservata al Museo archeologico di Aidone (nel quale sono esposti i reperti provenienti dal vicino sito di Morgantina) e siamo giunti alla conclusione che entrambi i materiali sono riferibili a litotipi siciliani dell'area di Siracusa-Ragusa''. La ricerca, che sarà pubblicata a breve, è suffragata, per gli aspetti archeologici, dall'essenziale apporto del noto archeologo Prof. Nicola Bonacasa.
Viva soddisfazione, per l'importante contributo che potrà apportare il professor Alaimo nella direzione della definitiva conclusione della querelle sulla Venere di Morgantina, ha espresso il presidente del Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia, Antonino Catara: ''I progetti di ricerca sui beni culturali portati avanti dal PST Sicilia nel corso degli ultimi anni - ha affermato - hanno reso possibile un'importante crescita scientifica delle società del Parco che operano in questo settore ed ha anche permesso di raggiungere risultati significativi sulla conoscenza dei materiali lapidei naturali, artificiali e innovativi per gli interventi di restauro''.

Nel corso dello studio voluto dal Getty Meseum, che comincerà ufficialmente giorno 8 maggio con un workshop a Los Angeles, saranno analizzate anche le piccole quantità di terra e di polline che furono rimosse dalla statua durante la pulitura nel 1988.
Oltre al professor Alaimo, sono stati chiamati a partecipare alla ricerca Clemente Marconi della New York University, Malcolm Bell, condirettore della campagna di scavi statunitense a Morgantina, la palinologa neozelandese Pamela Chester e il newyorkese John Twilley, esperto di reperti archeologici.
 
Fonte: Vivienna.it

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26 marzo 2007
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