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L’Associazione Libera e i pubblicitari bocciano il gioco d'azione 'Mafia'

Un isulto alle vittime di mafia, una grave lesione per l'immagine della Sicilia

03 marzo 2004
L'assemblea nazionale di Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie, network costituito da più di 1200 associazioni, esprime sconcerto per la diffusione e la promozione pubblicitaria del videogioco chiamato ''Mafia''.

Ecco come viene descritto il videogame "Mafia" da un sito specializzato in videogiochi:
Il taglio cinematografico della narrazione è sicuramente il maggior punto di forza di Mafia e riesce perfettamente nel rendere credibile il microcosmo che fa da teatro alle nostre azioni, a dispetto dello scarso supporto fornito dal comparto grafico. All'inizio dell'avventura, raccontata sotto forma di un lungo flashback, Thomas Angelo è un uomo tranquillo, più occupato a far quadrare il bilancio e a conciliare il pranzo con la cena che a coltivare sogni di grandezza. La depressione economica pesa come un macigno sulle piccole attività, e Tommy sbarca il lunario come tassista, barcamenandosi in attesa di tempi migliori. Il destino, come spesso avviene, bussa alla sua porta in maniera inaspettata, e in men che non si dica Tommy si ritrova, suo malgrado, coinvolto nei traffici di una grande famiglia mafiosa, impegnata in uno scontro su due fronti con le forze di polizia e una famiglia rivale. Per conto del Don (un mafioso d'altri tempi, preoccupato di gonfiare il proprio portafogli tramite traffici illeciti quanto di tutelare le persone che si sono incondizionatamente affidate alla sua protezione) il nostro antieroe dovrà svolgere una lunga serie di missioni, via via più impegnative mano a mano che nel Don cresce la fiducia nei suoi confronti. Tommy si renderà presto conto quanto sia facile premere il grilletto, anche per qualcuno che un tempo aveva nei propri principi morali un saldo cardine, e contemporaneamente si accorgerà di quanto ogni vita spenta (in maniera, vi assicuriamo, quanto mai violenta) contribuisca, omicidio dopo omicidio, a sommarsi fino a formare una lunga lista che esigerà il saldo dalla sua coscienza tutto in una volta.

Secondo le associazioni il gioco rappresenta ''per i toni e i contenuti usati, un insulto alle vittime di mafia del nostro Paese e costituisce, proprio percheé rivolto ai più giovani, un grave messaggio diseducativo di banalizzazione delle mafie, della loro violenza, di quanto di negativo rappresentano per la storia e la vita sociale, politica e civile del nostro Paese''.
''Il videogioco - si legge in una nota - rischia persino di generare pericolosi processi di emulazione delle attività criminali con le quali ci si dovrebbe divertire''. Le 1200 associazioni, che si sono riunite in questi giorni a Roma, chiedono al ministro degli Interni, Giuseppe Pisanu, e al Presidente della commissione parlamentare Antimafia, un loro intervento, ''per assumere le iniziative che ritengono opportune, di fronte a questo segnale (non l' unico, purtroppo) di degrado culturale, di perdita di consapevolezza e sensibilità verso la memoria e l'impegno di chi, ogni giorno, combatte le mafie''.

Con la protesta di Libera anche alcuni pubblicitari ed esperti di comunicazione, che bocciano l'utilizzo dell'immagine ''mafiosa'' della Sicilia per promuovere nuovi prodotti.
Saro Trovato, presidente di Meta Comunicazione, la definisce ''un grave danno per l'immagine di tutta la Sicilia''. ''Ogni anno - spiega - vengono spesi milioni di euro per promuovere lo sviluppo del territorio, si cercano modi sempre nuovi per far scoprire le bellezze della Sicilia, per mostrare che la realtà è diversa da quella che la vuole un posto pieno di mafiosi. E ancora oggi, malgrado tutto, c'è chi per vendere un prodotto non esita a tirare fuori di nuovo l'immagine dei siciliani con coppola e lupara''. Secondo l' esperto di comunicazione ''non si tratta di censurare o meno una pubblicità o un videogioco, ma semplicemente di bloccare chi, per mancanza di creatività e di idee, deve per forza ricorrere al binomio mafia uguale Sicilia, senza considerare che il danno di immagine è incalcolabile''.

Anche Marco Mignani, direttore creativo di Euro RSCG MCM, uno dei pubblicitari più conosciuti in Italia, si trova d’accordo con le parole di Trovato: ''Provocare e utilizzare la mafia come leva per comunicare un prodotto non è certo una novità, ma non per questo deve essere accettato come dato di fatto. La mafia è un problema serio e ridurre il tutto ad un espediente per vendere un videogioco sembra quanto meno poco opportuno''. ''Non bisogna poi dimenticare - aggiunge Mignani - che i videogiochi, al di la di chi parla di possibile effetto emulazione, sono soprattutto diretti ai giovani, per i quali sono dei veri e propri media, proprio come la Tv. I messaggi trasmessi da questo genere di prodotto sono estremamente assimilati proprio dai piu' giovani, quindi - conclude il pubblicitario - serve una grande attenzione al tipo di messaggio che viene proposto''.

Sempre dalla descrizione del sito sui videogiochi:
"Se sopravviverete ai terribili tempi di caricamento e allo stesso tempo sarete disposti a chiudere un occhio sulla modesta realizzazione tecnica delle sessioni di guida, Mafia vi ricompenserà con una trama ricca di colpi di scena, ben scritta e in grado di appassionare il giocatore tramite la narrazione del dramma interiore di Tommy Angelo, da uomo qualunque a braccio destro del Don…"

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03 marzo 2004
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