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L'Idomeneo di Mozart? Meglio non metterlo in scena. L'Integralismo islamico si potrebbe arrabbiare

29 settembre 2006

La Deutsche Oper cancella Mozart: ''Temiamo l'Islam''
di Paolo Valentino (Corriere.it)

Provoca una bufera politica nella capitale tedesca, la decisione della Deutsche Oper di cancellare dal programma della stagione lirica invernale la rappresentazione dell'Idomeneo di Mozart, per timore di eventuali proteste e reazioni incontrollabili da parte della comunità islamica. L'annuncio era stato fatto lunedì sera da Kirsten Harms. La sovrintendente del teatro della zona occidentale di Berlino aveva spiegato di aver ricevuto una messa in guardia dalle autorità di polizia cittadine, secondo le quali la messa in scena del capolavoro mozartiano avrebbe comportato ''un rischio incalcolabile per la sicurezza'' della prestigiosa istituzione.

Realizzato per la prima volta nel 2003 dal tedesco Hans Neuenfelds, l'allestimento prevede un finale dove il re Idomeneo appare sul palcoscenico portando un mazzo sanguinante di teste mozzate: quelle di Poseidone, Gesù, Buddha e Maometto. Il messaggio del regista: ''Poiché milioni di morti sono da mettere sul conto dei conflitti di religione, abolirle tutte può essere una misura propedeutica alla pace''.
Tre anni fa lo spettacolo era stato sonoramente fischiato dal pubblico della prima e fatto a pezzi dalla critica. Ma la cancellazione preventiva di Idomeneo dal cartellone, per paura di offendere la suscettibilità dei musulmani, tocca questa volta direttamente il diritto alla libertà di espressione, non solo artistica.
''Una decisione ridicola e inaccettabile'', ha commentato il ministro degli Interni, Wolfgang Schaeuble, che l'altro ieri a Berlino ha inaugurato la prima, con una storica conferenza sull'Islam, due giorni di confronto tra quindici rappresentanti delle comunità musulmane in Germania e altrettanti dello Stato federale e dei Länder.

Protestano unanimi le forze politiche. Una ''decisione sbagliata, che offre a chi combatte i nostri valori la conferma che noi non siamo pronti a difenderli'', secondo il borgomastro socialdemocratico, Klaus Wowereit. ''Se la paura di possibili reazioni porta all'autocensura, allora è in pericolo anche la cultura democratica della libertà di pensiero e di parola'', ha detto il ministro per gli Affari culturali, Bernd Neumann. Di ''pura codardia'' ha parlato il capogruppo della Csu al Bundestag, Peter Ramsauer.
La signora Harms, in verità un po' lasciata sola in una vicenda più grande di lei, cerca di difendersi. E spiega che era stato il ministro degli Interni del Land di Berlino, Ehrahrt Körting, ad avvertirla a metà agosto di eventuali rischi connessi alla prevista ripresa di Idomeneo: ''Amo la Deutsche Oper e non vorrei che un giorno non ci fosse più'', le avrebbe detto Körting. ''Se avessi ignorato la segnalazione e poi fosse successo qualcosa - ha spiegato Harms - sarei stata messa giustamente in croce''.
Il timore esternato dal ministro era di ritrovarsi davanti a una situazione simile a quella danese dell'anno scorso, quando la pubblicazione delle famose vignette satiriche su Maometto innescò la violenta protesta dei musulmani in tutto il mondo. Körting conferma di aver messo in guardia la sovrintendente, ma con buona dose di ipocrisia dice che la decisione di cancellare l'opera mozartiana è stata solo della Harms. Un portavoce della polizia rivela poi che le preoccupazioni delle autorità berlinesi erano cominciate in giugno, quando una telefonata anonima aveva fatto un accenno al cartellone della Deutsche Oper. Ma senza che in seguito sia emersa nessuna indicazione su pericoli concreti.

Reazioni contrastanti vengono dai leader islamici in Germania, dove vivono 3,2 milioni di seguaci del Profeta. ''L'arte deve essere libera'', ha dichiarato Kenan Kolat, presidente federale della comunità turca. E ha consigliato ''a tutti i musulmani di accettare certe cose''.
Duro invece il capo del consiglio islamico, Ali Kizilkaya, secondo il quale la scena delle teste mozzate ''ferisce i sentimenti religiosi dei musulmani''. E in un obliquo riferimento ai fatti danesi, aggiunge: ''Un'opera o una caricatura, non fa molta differenza''.

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29 settembre 2006
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