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La contesa scientifica sulla radioablazione

Tumori sconfitti con calore: a Catania botta e risposta tra i medici degli ospedali "Cannizzaro" e "Garibaldi"

13 marzo 2014

Sconfiggere il cancro annidato nelle vertebre con il calore? Questa possibilità, legata all'uso di innovative tecniche di intervento, ha aperto, a Catania un'accesa contesa scientifica.
Uno contro l'altro due esperti del campo, il dottor Luigi Manfré, responsabile dell'Unità operativa di Interventistica spinale mini-invasiva dell'ospedale "Cannizzaro" e il dottor Antonio Basile, oggi dirigente presso il Servizio di Radiologia dell'ospedale "Garibaldi" e già direttore dell'Unità operativa semplice di Radiologia Interventisca al "Ferrarotto". Materia del contendere gli interventi di radioablazione e termoablazione dei tumori.

Il 10 febbraio scorso, il portale informativo online "Cannizzaro Salute" riportava la notizia, ripresa dall'agenzia Italpress e dal Corriere del Mezzogiorno online (Leggi su Guidasicilia.it), dell'esecuzione di un intervento di "distruzione di un tumore vertebrale con il calore e contestuale ricostruzione dell’osso mancante con un polimero", in anestesia locale, ad opera dell'équipe del dottor Manfré. La procedura, spiegava la nota, "si basa sulla radioablazione, ovvero sulla distruzione del tumore, sia esso primitivo o metastatico, attraverso il calore emanato da uno speciale elettrodo, introdotto in una cannula inserita nella vertebra". Secondo quanto dichiarato dal Cannizzaro, era il "primo intervento (di questo tipo ndr) in Italia, e fra i primi in Europa dopo quelli in Germania".

Pochi giorni dopo la diffusione della notizia, letta sul Corriere del Mezzogiorno da un notevole numero di utenti web, il legale di un altro medico, il dottor Basile, chiedeva una rettifica, affermando che "l'intervento di termoablazione di tumori vertebrali, con o senza successiva stabilizzazione mediante vertebroplastica, viene eseguito in Italia da circa 15 anni" e in particolare che l'équipe medica del suo assistito lo eseguiva fin dal 2006. Segnalava poi l'esistenza di un'ulteriore tecnica, "certamente più sicura e meno dolorosa" per intervenire sugli stessi tumori, ossia la "crioablazione", che brucia le cellule malate col freddo, anziché col calore.

Ora, se a generare la contesa sia stato quel suffisso diverso - nel primo caso si parlava di radioablazione, nel secondo di termoablazione - non è dato, almeno ai giornalisti, saperlo con certezza. Sta di fatto che, dopo la pubblicazione di un secondo articolo in cui si approfondiva ulteriormente la tematica, Manfré interveniva nuovamente, segnalando che Basile, dal suo punto di vista, aveva confuso la "radio ablazione dei tessuti molli vertebrali - tecnica in uso da decenni nei vari presidi ospedalieri, che tratta tumori esterni al corpo vertebrale - con l'innovativa procedura eseguita al Cannizzaro, che riguarda, viceversa, tumori localizzati in sede intravertebrale, cioè all'interno del corpo vertebrale".
E’ molto probabile che questa appassionante disputa scientifica non si chiuda qui. Il Corriere del Mezzogiorno si è detto disponibile a fare da arbitro (ma non da pungiball).

[Informazioni tratte da Corriere del Mezzogiorno]

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13 marzo 2014
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