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La grande bellezza

La Roma di oggi, ancora più cafona e cialtrona. La "dolce (amara) vita" secondo Sorrentino...

27 maggio 2013

Noi vi segnaliamo...
LA GRANDE BELLEZZA
di Paolo Sorrentino

Sullo sfondo di una Roma bella e indifferente sfilano dame dell'alta società, parvenu, politici, criminali d'alto bordo, giornalisti, attori, nobili decaduti, alti prelati, artisti e intellettuali veri o presunti intenti a tessere trame di rapporti inconsistenti, fagocitati in una babilonia disperata che si agita nei palazzi antichi, le ville sterminate, le terrazze più belle della città. Ad osservarli c'è Jep Gambardella, 65enne scrittore e giornalista , dolente e disincantato testimone di questa sfilata di un'umanità vacua e disfatta, potente e deprimente...

Anno 2012
Nazione Italia, Francia
Produzione Nicola Giuliano, Francesca Cima per Indigo Film, in coproduzione con Babe Films, Pathé Pictures, France 2 Cinéma, in collaborazione con Medusa Film
Distribuzione Medusa
Durata 142’
Regia e Soggetto Paolo Sorrentino
Aiuto regia Piero Messina
Sceneggiatura Umberto Contarello, Paolo Sorrentino
Fotografia Luca Bigazzi
Con Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Carlo Buccirosso, Pamela Villoresi, Galatea Ranzi, Massimo De Francovich, Roberto Herlitzka, Isabella Ferrari, Massimo Popolizio, Giorgio Pasotti, Serena Grandi
Genere Drammatico


In collaborazione con Filmtrailer.com

La critica
"Ci sono città con particolari conformazioni urbanistiche, belle e accoglienti, ma che a uno sguardo più attento risultano noiose, troppo inscatolate in castrum e impianti simmetrici, cornicioni che scorrono paralleli per metri e metri, grandi corsi principali e insomma: grandeur da esibire. Alla lunga mettono ansia, perché spesso la tanto decantata bellezza è ansiogena, sia per lo spettatore che deve corrispondere sia per il portatore di bellezza che deve mantenerla.

E ci sono città diverse, come Roma, difficili da raccontare. (...) Una città così è un set ideale per raccontare il caos e l'inquietudine e la distrazione, insomma: la condizione moderna. Roma è come Napoli, una città che ti addormenta o ti ferisce a morte, dove le cose hanno fine ma per eccesso, di energia, di sogni, di prospettive, di ambizione, e infine di distrazione costante. Roma è la coprotagonista de' 'La grande bellezza', l'ultimo (bello e struggente) film di Sorrentino. Il luogo dove uno scrittore (e giornalista) sessantacinquenne - che da anni non scrive più - ha casa. Il luogo che per conformazione urbanistica e luce e varietà di stili è appunto un palcoscenico ideale per chiedersi: ma chi sono io? Io in questo caos, io tutto io niente (...). Chi sono io? Chi siamo noi, che ci affacciamo su questa terra per qualche anno e siamo distratti, deboli, caotici, e in ultima analisi stupidi. Lo siamo doppiamente perché abbiamo visto sprazzi di sovrumana e incantevole bellezza, proprio qui a Roma, in alcune ore, con il sole al tramonto, un attimo di silenzio, quando tutto fa rima con tutto e anche le luci delle ambulanze si intonano con il colore del cielo. È quella la grande bellezza che cerchiamo? E siamo appunto così stupidi perché pensiamo che tutto questo sia eterno, trionfo e pago di sé. Ci siamo cascati, in questo istante di perfezione e siamo stupidi perché pensiamo che possa durare per sempre. Non può durare. Allora se non possiamo volare in alto restiamo in basso, a occuparci di pettegolezzi, amenità e dicerie, tra vanti e propositi di santità. (...)

Film moderno perché si svolge in una città variopinta, con tematiche profonde, da adulto - alcune domande non hanno risposta, siamo troppo distratti per concentrarci seriamente sulla questione. Non è vero che essere saggi significa godere di ogni momento (ogni momento è quello giusto per la grande bellezza) no, al contrario, essere saggi significa imparare a sopportare il fardello che la disillusione porta con sé. Tanto, è tutto un trucco, a volte riuscito a volte meno, e Roma illustrata da Sorrentino racconta tutto questo e (meravigliosamente) molto altro ancora."
Antonio Pascale, 'Il Messaggero'

"Riecco 'La dolce vita' cinquant'anni dopo. La Roma di oggi, provoca Paolo Sorrentino, è ancora più cafona e cialtrona. Il disincantato giornalista gossiparo Toni Servillo vaga per la città, trascinandosi ogni notte tra feste kitsch e terrazzi alla moda. Incontra una caricaturale fauna umana, buona per riempire dieci film felliniani. Con una battuta da cineteca: «Ah, Proust è il mio scrittore preferito, però anche Ammanti...». Talento indiscutibile. Quasi come la noia."
Massimo Bertarelli, 'Il Giornale'

Realizzato con il sostegno del programma Media dell'Unione europea; in associazione con Banca Popolare di Vicenza; con il supporto di Euroimages; con il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività culturali - Direzione generale Cinema; con la partecipazione di Canal+, Ciné+, France Télévision - In concorso al 66/mo Festival di Cannes

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27 maggio 2013
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