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La legge 383/2001

Campagna del Governo per la lotta al lavoro sommerso e l'emersione delle imprese in nero

18 luglio 2002
L'economia sommersa è costituita dalle attività di produzione di beni e servizi destinati a scambi commerciali che non sono dichiarate, totalmente o parzialmente, allo scopo di:
evadere le tasse (sul reddito, sul valore aggiunto ecc.);
evadere i contributi sociali;
non applicare le norme a protezione dell'ambiente, della sicurezza sul lavoro, dell'igiene ecc.;
non applicare i contratti nazionali di lavoro ecc..

Si tratta, dunque, di attività legali, però svolte in forme e con modalità irregolari, cioè non consentite dalla legge.
In quanto non dichiarate e, anzi, nascoste, queste attività sfuggono anche alla rilevazione statistica e restano fuori dai conti economici nazionali.

Accanto a quelle dell'economia sommersa esistono, peraltro, altre attività che sfuggono alla rilevazione statistica, per differenti ragioni.
L'economia illegale: vi rientrano la produzione di beni e servizi la cui vendita, distribuzione o possesso sono proibiti dalla legge, nonché le attività produttive legali realizzate da persone non autorizzate.
L'economia di sussistenza: ad essa appartengono tutte le attività produttive che non entrano nel mercato. Residuo dell'economia pre-industriale, essa è ancora presente in agricoltura o nei servizi; in questo secondo settore è stata rivitalizzata dallo scambio diretto di servizi, non mediato dal denaro. In assenza di quantificazione monetaria, il valore di queste attività non è rilevabile, anche se esse hanno un rapporto di sostituzione con attività analoghe nell'ambito del mercato.

Sebbene tutte queste attività (sommerse, illegali, di sussistenza) non possano essere censite, tuttavia il loro contributo al prodotto interno lordo (PIL) può essere stimato attraverso l'utilizzazione di specifici indicatori.

Il Governo ha avviato un'azione straordinaria di lotta al lavoro sommerso.
Quale primo passo, ha promosso l'adozione di un intervento legislativo fortemente innovativo: la Legge 383/2001. Si tratta di un provvedimento che supera la logica settoriale degli interventi precedenti, per investire in modo organico una pluralità di ambiti disciplinari, che vanno dalla legislazione del lavoro a quella previdenziale, da quella infortunistica a quella fiscale, da quella ambientale a quella sanitaria e a quella relativa alla sicurezza del luogo di lavoro.

La Legge 383/2001 fornisce al Governo gli strumenti giuridici adeguati sia per promuovere l'emersione, sia per reprimere ogni forma di attività che permanga nell'irregolarità.

L'iniziativa promossa dall'Esecutivo si propone, inoltre, di coinvolgere nell'operazione emersione il più ampio ventaglio di attori istituzionali ed economico-sociali. È questo lo spirito in virtù del quale Sindaci, Associazioni di categoria e Ordini professionali rivestono un importante ruolo di tramite tra l'impresa emergente e le Istituzioni e di mediazione tra datore di lavoro e lavoratore.

Il concetto di emersione, che è alla base della legge 383, si riferisce a due aspetti essenziali di qualsiasi iniziativa di carattere imprenditoriale:
il rapporto tra datore di lavoro e lavoratore
il complesso delle discipline che regolano l'attività.

La legge 383 del 2001 disciplina l'intero percorso di emersione e perciò rappresenta un provvedimento di carattere straordinario, senza precedenti, che offre l'opportunità di regolarizzare sia i rapporti di lavoro sia, nei casi più complessi, l'attività produttiva e tutti gli aspetti a essa connessi.

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18 luglio 2002
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