La Moray è il regalo di compleanno di Giugiaro per la Chevrolet Corvet
Il simbolo della sportività automobilistica americana compie mezzo secolo
L'auto è la felice combinazione di un buon gusto tutto italiano e dell'alta tecnologia con la quale è stata realizzata. "Il designer deve compendiare la funzione creativa con quella tecnologica" ha sempre affermato Giugiaro. La Moray non fa eccezione! Basta, infatti, una leggera pressione sulla maniglia e lo sportello simile all'ala, o meglio, all'elitra ( cioè la copertura rigida delle ali dei coleotteri) si alza accompagnata dal ronzio degli attuatori idraulici. Grazie alle due ali che si aprono completamente verso l'alto, nonostante l'altezza di soli 1,23 metri, l'accesso all'abitacolo è sorprendentemente agevole. La semicupola di cristallo delle porte, infatti, che è insieme vetro laterale e tetto è incernierata sul montante posteriore, così da favorire l’accesso all’abitacolo. Facilmente asportabili, le ali permettono di trasformare agevolmente la Moray da coupè, in una quasi roadster. Per rispettare l’estrema fluidità e pulizia della vettura, anche gli specchietti laterali sono stati eliminati, ricorrendo al sistema della telecamera con visori integrati nel cruscotto.
Le superfici interne sono state caratterizzate da rivestimenti in pelle morbida solo nei punti a contatto con il corpo degli occupanti. La plancia, con la palpebra che protegge la strumentazione, ripropone, in chiave ultra moderna, lo stile inaugurato sulla "Corvette" prima serie. Schiacciando il pulsante "start", il poderoso V8 di cilindrata da 294 kW-400 CV si mette a rombare prepotentemente sotto il lungo cofano anteriore. L'auto che utilizza il motore, il cambio al retrotreno e le sospensioni della "Corvette" di serie ha un ottima tenuta di strada, è molto veloce e guidarla regala sensazioni uniche, ci si sente proiettati nel futuro.