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La Sicilia per una politica dell'integrazione

Presentato a Catania il progetto di legge regionale sull'integrazione delle etnie non comunitarie

04 agosto 2009

Ha avuto luogo al palazzo Platamone di Catania l’annunciata conferenza stampa di Sicilia Mondo sulla proposta di legge riguardante la integrazione delle etnie non comunitarie presenti in Sicilia che concretizza il documento finale dell'incontro regionale dello scorso 25 aprile sul tema "Conosciamoci per dialogare e costruire insieme un futuro di speranza". La conferenza è stata aperta con il saluto dell’assessore alla cultura Fabio Fatuzzo che si è detto felice per la scelta di fare partire da Catania un’iniziativa così interessante ed attuale. Mimmo Azzia, presidente di Sicilia Mondo, ha illustrato al folto pubblico di giornalisti ed amici presenti le motivazioni di una proposta di legge regionale, "la prima in Italia, che conferma la tradizione di civiltà e di valori radicata nella storia dell’isola".
Le linee guida della proposta di legge si muovono sui principi dell’universalità dei diritti dell’uomo, sul dialogo-confronto, sulla consapevolezza e rispetto delle diversità delle culture, sull’accettazione e l’ascolto per realizzare un modello di convivenza "dello stare insieme" integrato civile, pluralistico ed armonioso in una Sicilia che pone al centro la dignità dell’uomo ed il suo diritto alla vita ed alla dignità umana.
"In una stagione di tanta barbarie, che ha danneggiato l’immagine dell’Italia in Europa e nel mondo e ferito la sensibilità del mondo cattolico, dell’associazionismo, del volontariato e di larghi strati dell’opinione pubblica, una legge sulla integrazione dei non comunitari rappresenta un messaggio liberatorio che non passerà inosservato nei Paesi dell’"unione mediterranea", ha spiegato Azzia, "confermando la centralità di una grande Sicilia, porto d’Europa, piattaforma strategica di commerci scambi beni e servizi ma sopratutto di una Sicilia "centrale storica" di civiltà mediterranee". "Senza dire che l’integrazione delle etnie coinvolgerebbe un apporto prezioso di risorsa aggiuntiva alle politiche di sviluppo dell’isola", ha affermato Azzia che ha aggiunto: "abbiamo puntato sulla legge ma più ancora, come associazione, puntiamo sui comportamenti".

Enzo Zappulla, presidente dell’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano che ha dato il contributo della sua esperienza alla stesura del testo della proposta di legge, ha poi illustrato nel dettaglio i singoli articoli densi di contenuti aperti e senza esclusioni, ma del tutto rientranti nei poteri legislativi della Regione, auspicando "la sollecita approvazione da parte del Governo e dei deputati regionali nell’imminenza del decollo dell’area di libero scambio Euromediterraneo, ma anche per dare rilancio all’isola".
Filippo Galatà, presidente regionale dell’Unione Stampa Cattolica, ha quindi espresso, anche a nome dei colleghi, i sentimenti di condivisione e apprezzamento per la iniziativa sottolineando come "le politiche di accoglienza e di solidarietà sono i presupposti per una società civile di convivenza, preziosi per il rilancio e l’immagine della Sicilia".
Ugo De Martino, siciliano d.o.c., residente a Caracas da oltre trent’anni ed autorevole consigliere del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) è intervenuto per sottolineare che "l’integrazione con le etnie rende giustizia ad una sofferenza vissuta da milioni di italiani che per necessità hanno dovuto emigrare all’estero".

A seguire il testo della proposta di legge regionale:
Art.1

I cittadini non comunitari che si trovino sul territorio regionale, senza alcuna distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinione politiche, condizioni personali e sociali, hanno diritto alle cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali individuate dall’art. 35, comma 3, del decreto legislativo 25 luglio n. 286 alle stesse condizioni previste per i cittadini italiani.
Art.2
I cittadini non comunitari che hanno già, in base alla legge dello Stato italiano, ottenuto il permesso di soggiorno hanno pari diritti e doveri in ordine alla fruizione dei Servizi Sociali ed alla scolarizzazione sostenuta e non discriminata volta alla costruzione del dialogo, nel rispetto delle differenze, e alla valorizzazione delle diversità culturali, linguistiche e religiose, , quale risorsa e opportunità nel processo di contrasto al razzismo e alla discriminazione.
Art. 3
Istituzione, presso l’Assessorato regionale al Lavoro di una Consulta regionale per la integrazione dei cittadini non comunitari composta da due rappresentanti di cittadini non comunitari per provincia e da altrettanti rappresentanti di associazioni laiche e/o religiose che operano nel territorio, da individuare con apposito regolamento, con il compito di elaborare programmi per la integrazione, promuovere l’informazione, realizzare centri interculturali, corsi formativi, sensibilizzando e coinvolgendo le istituzioni e gli Enti locali, promuovendo l’associazionismo di rappresentatività e di proposta.
Art.4
L’accoglienza e la solidarietà, nel rispetto delle leggi dello Stato, spetteranno alla Regione Sicilia per ogni cittadino non comunitario che si troverà sul territorio della regione con la completa gestione delle risorse anche nazionali a ciò destinate".

[Informazioni tratte da Agenzia Internazionale Stampa Estero]


 

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04 agosto 2009
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