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Liberi Beni, Libere Terre

Ecco come i beni confiscati alla criminalità organizzata riotrnano patrimonio di tutti

02 aprile 2008

Ieri in Calabria è stato firmato un Protocollo d'Intesa tra l'Agenzia del Demanio, la prefettura di Reggio Calabria, il Commissario straordinario del Governo per la gestione e la destinazione dei beni confiscati alle organizzazioni criminali, l'ANCI Calabria, la Regione Calabria e la Società Italia Lavoro.
Grazie alla firma di questo protocollo sono stati destinati a 36 comuni della provincia di Reggio Calabria ben 221 beni confiscati alla criminalità organizzata. Un accordo che sancisce la costituzione di un tavolo istituzionale di governance regionale che ha l'obiettivo di programmare il riutilizzo dei beni confiscati e di accelerarne la destinazione finale attraverso la collaborazione attiva degli enti locali interessati.
I tavoli tecnici, come quello riunitosi ieri in Calabria, dovranno determinare gli indirizzi e le finalità dell'azione, coordinare le iniziative per il riutilizzo e riaffermare il principio della legalità, attraverso un impiego socialmente ed economicamente utile. Mentre i vari soggetti che saranno di volta in volta coinvolti si impegnano a garantire la collaborazione e l'assistenza per la destinazione dei beni oggetto di futura gestione dell'Agenzia del Demanio.

"L'83% dei beni confiscati si trova nelle quattro regioni meridionali, con una netta prevalenza della Sicilia (46%), mentre Campania e Calabria si attestano intorno al 15% e la Puglia al 7%". A rendere note le percentuali è stata proprio l'Agenzia del Demanio, in occasione della firma del protocollo. "Il restante 17% dei beni - prosegue - è concentrato prevalentemente in Lombardia e nel Lazio".
Nel corso del 2007 l'Agenzia del Demanio ha avviato un nuovo modello di gestione e destinazione dei beni confiscati basato sui Progetti Territoriali che prevedono la consegna di "pacchetti omogenei di beni" agli enti locali e il loro riutilizzo sociale, attraverso la firma di protocolli d'intesa. "Il progetto territoriale consente - secondo l'Agenzia del Demanio - di superare le criticità legate alle lunghe procedure di istruttoria e di tutela che caratterizzano la destinazione dei beni".
I protocolli hanno poi l'obiettivo "di rinforzare la collaborazione e il coordinamento tra i soggetti firmatari, in modo tale da superare le difficoltà operative e le criticità che questi beni presentano (gravami ipotecari, occupazione abusiva, identificazione degli esatti estremi identificativi catastali, ecc.) e consentire una più rapida ed efficiente consegna dei beni alla collettività".

Nel 2007 sono stati avviati 4 Progetti Territoriali che hanno portato alla firma di altrettanti Protocolli d'Intesa con i Comuni di Roma (2 febbraio 2007 - 57 unità immobiliari), Reggio Calabria (19 febbraio 2007 - 48 unità immobiliari), Palermo (5 settembre 2007 - 258 unità immobiliari) e Bari (26 settembre - 56 unità immobiliari). Quello di ieri a Reggio Calabria è stato il primo protocollo del 2008.
La Finanziaria 2007 ha, inoltre, ampliato la platea dei destinatari dei beni confiscati: oltre ai Comuni, potranno acquisire e gestire immobili confiscati alla criminalità organizzata anche le Province, le Regioni, le Università Statali, le Agenzie Fiscali, le Amministrazioni dello Stato e le Istituzioni culturali con rilevante interesse nazionale.
Sempre nel corso del 2007 l'Agenzia del Demanio ha destinato 684 immobili confiscati, ed è stato  un anno che ha fatto registrare, per la prima volta, un'inversione di tendenza: il numero dei beni destinati ha superato il numero dei beni in gestione all'Agenzia del demanio.

Un dei modi più belli per utilizzare i beni liberati dal marchio infamante della mafia è sicuramente quello dei ''campi di lavoro'' di Libera Terra. Magari chiamati così, di primo acchitto, potrebbero fare una brutta impressione, invece questi campi di cui parliamo sono quelli nati sui terreni confiscati alla criminalità organizzata, e che, se prima servivano ad arricchire assassini senza scrupoli, adesso producono lavoro, prodotti e guadagni puliti: adesso producono solidarietà e legalità.
E sono migliaia i volontarie e le volontarie provenienti da diverse regioni d'Italia e del mondo che scelgono ogni anno di fare un'esperienza di lavoro, di volontariato e di formazione civile prendendo parte ai campi di lavoro sui terreni confiscati alle mafie e gestiti dalle cooperative sociali di Libera Terra. Segno concreto di una volontà, sempre più diffusa tra i giovani, di voler essere in prima linea e di voler tradurre questo loro impegno in un'azione concreta di solidarietà e di condivisione. L'obiettivo dei campi è quello di diffondere una cultura fondata sulla legalità e sul senso civico che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto che contraddistingue i fenomeni mafiosi del nostro Paese dimostrando che è possibile ricostruire una realtà sociale ed economica fondata sulla pratica della cittadinanza attiva e della solidarietà. In Piemonte, Puglia, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna i volontari si impegnano, lavorano, si confrontano diventando parte integrante del popolo dell'antimafia.

I campi rappresentano un'esperienza estiva che sempre più spesso è solo l'inizio, o è già parte, di un percorso più ampio che i giovani intraprendono nel cammino della legalità, della consapevolezza e dell'impegno nella lotta alle mafie. Accanto al lavoro manuale, infatti, vengono organizzati dei momenti di formazione e informazione sui temi della legalità, dell'uso sociale dei beni confiscati, delle mafie, e momenti di incontro e confronto tra i volontari e le comunità locali attraverso iniziative di animazione territoriale e socialità.

INFO
- I campi di Libera Terra in Sicilia in programma per l'estate 2008
- www.agenziademanio.com
- www.beniconfiscati.it
- www.liberaterra.it

[La foto è di Vectormonkey (www.flickr.com)]

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02 aprile 2008
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