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Maria full of grace

Interessante e difficile opera prima del regista Joshua Marston, apprezzata e premiata a Berlino e al Sundance Festival

30 novembre 2004





Noi vi segnaliamo...
MARIA FULL OF GRACE
di Joshua Marston
 
Ogni ovulo pesa 10 grammi, ed è lungo 4.2 cm e largo 1.4. Maria ne ha ingoiati 63.
Ricordatevi questo nome: Catalina Sandino Moreno. E' lei la Maria del titolo, e la sua interpretazione (che le ha già meritato l'Orso d'Oro a Berlino) è di quelle che non si dimenticano facilmente. Moreno è Maria Alvarez, una ragazzina colombiana diciassettenne che vorrebbe, ma non può, alleviare la povertà della sua famiglia.
Esuberante e impavida Maria trova il coraggio e l'orgoglio di dire basta alle privazioni, allo sfruttamento, ad una famiglia arretrata e a un fidanzato che non ama, e che la vorrebbe sposare solo per 'riparare' al figlio della colpa. Perciò accetta 5.000 dollari e sale su un aereo diretto a New York con lo stomaco pieno di pepas di eroina. Sul volo ci sono anche altre 'mulas': ragazze come lei disposte a rischiare la vita pur di averne una. Le chiamano mulas perchè come i muli trasportano 'la roba'. Sono ragazze piene di droga e magari di speranza in una vita decente. Ma basta un niente, un ovulo che si spacca ed è la fine. Sopravvissuta al viaggio, conoscerà, nel modo peggiore, le condizioni umilianti del nuovo 'lavoro'.
Epopea contemporanea di un'eroina che si ribella all'eroina, diretto e interpretato da due esordienti, e tratto da centinaia di storie vere, Maria piena di grazia ha riscosso prestigiosi premi ai festival di Berlino, Sundance, Seattle e Deauville.


Distribuzione Istituto Luce
Durata 101'
Regia Joshua Marston
Con Catalina Sandino Moreno, Guilied Lopez, Patricia Rae
Genere Drammatico

I viaggi della morte
Ad oggi dagli Stati Uniti sono stati rimpatriati circa 400 cadaveri di corrieri colombiani. Si trattava di persone di ogni età, dai 17 agli 82 anni. Inoltre si calcola che siano altrettanti i corpi sepolti nel cimitero dei poveri di New York, senza lapide e senza nome.

La critica
[...] Premiato a Berlino per l'interpretazione della giovanissima protagonista, laureato dal pubblico del Sundance, candidato all'Oscar in rappresentanza della Colombia, Maria full of Grace nasceva come un film a rischio plurimo: situazioni estreme, troppa simbologia. Invece - pur con qualche debolezza - è un'operina toccata dalla grazia; ha scene autenticamente drammatiche, la giusta dose di suspense, una modica quantità d'autoindulgenza nel postulare la commozione dello spettatore.
La parte della preparazione al viaggio, i controlli doganali, l'espulsione degli involucri di droga sono raccontati in stile semi-documentaristico. Scelta oculata, perché l'idea, sempre soggiacente, che nel ventre della ragazza coabitino una vita nascente e decine di ovuli mortali era troppo drammatica in sé per sopportare enfasi o sottolineature. La vicenda di Maria è immaginaria, ma documentata su testimonianze di colombiani immigrati nel Queens, protagonisti nella realtà di esperienze assai simili. (la Repubblica.it)

Orso d'Argento per la migliore attrice a Catalina Sandino (ex-aequo con Charlize Theron per "Monster") e Premio Alfred Bauer per la Miglior Opera Prima al 54mo Festival del Cinema di Berlino (2004).

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30 novembre 2004
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