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Nel nome di Libero

"Abbiamo detto no al 'Geometra Anzalone' e diremo di no a tutti quelli come lui"

31 agosto 2010

"... volevo avvertire il nostro ignoto estortore di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l'acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia. Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita e non intendo chiudere... Se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo. Per questo abbiamo detto no al 'Geometra Anzalone' e diremo no a tutti quelli come lui". [Libero Grassi, dal Giornale di Sicilia del 10/1/1991]

"Ieri la politica era assente e lo ribadisco anche oggi, ma se devo ammetterlo, non ne sentivo neppure la mancanza". Queste le parole riferite ieri all'Adnkronos da Pina Maisano Grassi, vedova dell'imprenditore Libero Grassi, ucciso il 29 agosto di 19 anni fa in un agguato mafioso per essersi opposto al pizzo.
Durante la commemorazione di domenica, la vedova Grassi ha ringraziato pubblicamente i cittadini venuti a lasciare un fiore per il marito ma ha anche sottolineato l'assenza delle istituzioni. Erano presenti, tra gli altri, il presidente della provincia Giovanni Avanti, ma assenti altre cariche degli Enti locali o della politica. "Ad esempio poteva esserci ieri la Regione e mi avrebbe fatto molto piacere - ha aggiunto - soprattutto in questo periodo che la Regione sta vivendo un periodo particolare... La mia non è una lamentela, ma un'osservazione - ha detto ancora Pina Maisano - perché la cosa più importante sono gli amici e quelli c'erano".

Parlando dell'inaugurazione dello sportello della Legalità ieri mattina, creato dalla Provincia di Palermo, ha sottolineato: "E' un bel segnale, ogni piccola cosa bisogna valorizzarla".
''Un segno tangibile di sostegno alle imprese sane e pulite che si sottraggono al ricatto mafioso" ha dichiarato il presidente della Provincia di Palermo, Giovanni Avanti, nel corso dell'inaugurazione dello sportello antiracket. "Grassi è stato l'imprenditore coraggioso capace di arrivare al sacrificio estremo senza il quale non si sarebbe dato il via a questo processo di liberazione dal racket", ha rimarcato Avanti. I locali (quasi 400 metri quadri su due piani in via Principe di Belmonte, 92, nel cuore di Palermo sequestrato ad un prestanome di Bernardo Provenzano) sono stati sistemati grazie ai finanziamenti Pon Sicurezza.
"Una Sicilia libera è il sogno di Libero Grassi che la Provincia vuole realizzare - ha poi aggiunto Avanti -. L'impresa legale ha bisogno di potersi sviluppare per sottrarsi anche al ricatto continuo e costante della malavita che finora ha frenato lo sviluppo del nostro territorio. Questo è il segno di un momento di rivalsa per questo nostro territorio".

Netta la presa di posizione del neo presidente di Confindustria Palermo, Alessandro Albanese. "I commercianti e gli imprenditori che continuano a pagare il pizzo e non lo denunciano sono collusi - ha detto a margine dell'inaugurazione -. Chi paga il pizzo non ha più alibi di sorta, non può più dire che ha paura. Ci sono la magistratura e le forze dell'ordine che stanno facendo un lavoro straordinario, così come le associazioni antiracket. Chi paga è colluso. Punto". Per Albanese "oggi i commercianti e gli imprenditori che pagano il pizzo vanno a cercare loro stessi i loro estorsori per la 'messa in regola', cercano scorciatoie per vendere i loro prodotti". E sui commercianti indagati per avere fatto da 'collettori' del pizzo con altri commercianti, il presidente degli industriali non ha dubbi: "Quelli sono mafiosi". Albanese propone di "togliere la licenza ai commercianti collusi". "Abbiamo visto di recente delle indagini da cui è venuto fuori il coinvolgimento della cosiddetta 'Palermo bene', direi piuttosto Palermo di schifo, con grandi commercianti collusi - ha denunciato ancora Albanese - A mio avviso andrebbe fatto un patto con la politica e una legge immediata dove si va a toccare la tasca del mafioso o del commerciante. Togliamogli la licenza e il negozio per sempre e basta".

- La storia di un uomo Libero di Antonella Mascali (Il Fatto Quotidiano)

- Contro il pizzo ancora più duri (Guidasicilia.it, 30/08/10)

 

 

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31 agosto 2010
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