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Per la nuova soap siciliana polemiche... agrodolci

Probabilmente l'ennesima ''storia da portineria'', però se crea occupazione...

13 agosto 2008

"Lo sviluppo della Sicilia può passare attraverso tanti canali. Certo, quello della fiction non è prioritario. Anche se dal momento in cui crea posti di lavoro non si entra neanche nel merito di come siano spesi i fondi per girare la soap. Allo stesso tempo, però, bisogna fare attenzione a salvaguardare l'immagine della Sicilia, altrimenti le zone sfavorite diventano sfavoritissime".
Così Vittorio Sgarbi, sindaco di Salemi, ha commentato all'Adnkronos le polemiche scoppiate recentemente attorno alla soap-opera 'Agrodolce', ambientata in Sicilia, che da settembre andrà in onda su RaiTre.

Sulla soap il critico Aldo Grasso ha scritto sul 'Corriere della Sera', rispondendo a una lettera del direttore di Rai Educational Giovanni Minoli (la Rai coprodurrà al 50% la serie girata nell'isola con la Regione Siciliana), che si tratta di "storie da portineria" che contribuiranno a creare "tv di bassa qualità (per segnale e contenuti), gratuita e generalista" (LEGGI).

"Quelle di Minoli e Aldo Grasso sono due posizioni entrambi rispettabili - prosegue Sgarbi - ma è probabile che per lo sviluppo della Sicilia siano più importanti altre iniziative, tra cui la difesa del patrimonio architettonico, agricolo, del mondo contadino e la difesa dalle pale eoliche (LEGGI). Se questa soap dovesse essere ambientata nella Sicilia delle pale eoliche, allora in quel caso l'immagine dell'isola ne verrebbe danneggiata".
'Agrodolce' "è un'occasione di sviluppo per la Sicilia": ne è convinto l'assessore regionale ai Beni culturali della Sicilia, Antonello Antinoro, che però sottolinea di non volere entrare nella polemica tra Minoli e Grasso. Antinoro ha poi fatto sapere che il finanziamento regionale in favore della produzione della soap firmata Rai, di 12,7 milioni di euro, "è stato sbloccato solo un mese fa, dopo un anno e mezzo di attesa".

Per l'attore Pino Caruso, "senza ombra di dubbio una soap ambientata in Sicilia può rappresentare un'occasione di sviluppo. E soprattutto, come già è capitato a Napoli, può contribuire a scoprire quel pozzo senza fondo di attori straordinari presenti a Catania, Palermo o Messina, consentendo loro di esprimere la loro bravura". "Se non ricordo male - sottolinea - negli anni in cui la commedia all'italiana aveva grande successo fu criticata dai critici, salvo poi 20 anni dopo scoprire molti capolavori che davano un ritratto dell'Italia di quei tempi, come spesso invece non riuscivano a fare i film d'autore". E prosegue: "Non so in base a cosa Aldo Grasso abbia fatto le sue critiche ma ho il timore che siano dettate dal pregiudizio. Non vorrei che fossero frutto di un atteggiamento snobistico". E conclude: "La cinematografia oggi è in salute quando il prodotto medio è fatto bene".
Il direttore del Tg4 Emilio Fede non vorrebbe che "la Sicilia, mia e non di troppi, fosse oggetto di qualsiasi tipo di speculazione o polemiche inutili. La Sicilia avrebbe bisogno sempre di rispetto e, soprattutto, di qualcuno che si occupi, al di là di qualsiasi forma di spettacolo, di restituirle dignità". Mentre per l'attrice e regista di origini siciliane Fioretta Mari "Gianni Minoli non promuoverebbe mai un prodotto che danneggia la televisione. Gli attori mi sembrano validi e non mi sembra che l'idea di una soap in Sicilia rappresenti una cosa negativa, soprattutto se parte da un uomo come Minoli". [Adnkronos]

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13 agosto 2008
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