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Pollo alle prugne

Dopo un capolavoro d'animazione in bianco e nero, un film vero e con colori bellissimi

06 aprile 2012

Noi vi consigliamo...
POLLO ALLE PRUGNE
di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud

Téhéran, 1958. Nasser-Ali, un famoso suonatore di violino, incontra la sua amata Irâne per strada, ma lei non lo riconosce. Durante questo incontro fortuito scopriamo che, a causa di un litigio, sua moglie ha distrutto il suo prezioso strumento musicale. Poiché nessun violino riesce più a procurargli il piacere di suonare, Nasser-Ali decide di morire. Otto giorni dopo si toglie la vita.

Anno 2011
Tit. Orig. Poulet aux prunes
Nazione Francia, Germania, Belgio
Produzione Celluloid Dreams, The Manipulators, UFilm, Studio 37, Le Pacte, Lorette Productions, Film(S), Arte France Cinéma, ZDF-Arte
Distribuzione Officine Ubu
Durata 91'
Tratto dall'omonima graphic novel di Marjane Satrapi (ed. Sperling & Kupfer)
Regia e Sceneggiatura Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud
Con Mathieu Amalric, Édouard Baer, Maria de Medeiros, Golshifteh Farahani, Éric Caravaca, Chiara Mastroianni, Mathis Bour, Isabella Rossellini
Genere Drammatico


In collaborazione con Filmtrailer.com

La critica
"Dopo 'Persepolis', la disegnatrice iraniana Marjane Satrapi (da anni 'in esilio' in Francia) torna alla regia, sempre in coppia con Vincent Paronnaud e sempre a partire da una sua graphic novel, 'Poulet aux prunes' ('Pollo alle prugne', pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer). Questa volta però utilizza attori in carne e ossa invece dei suoi deliziosi disegni monocromatici e questo cambiamento è la cosa meno azzeccata dell'operazione. Non certo per colpa degli attori, ma per le scelte di stile e di messa in scena dei due registi. (...) Costretti a fare i conti con i limiti che impongono corpi e ambienti veri, i due registi finiscono per affidarsi a una messa in scena grottesca e ridondante. Così devono ricorrere a un surplus di gag e trovate per restituire il tono favolistico e surreale che invece il disegno stilizzato e in bianco e nero della Satrapi sapeva evocare immediatamente (e che l'unica sequenza animata, pur se a colori, fa immediatamente rimpiangere: quella del fantasma della Morte alle prese con un arabo filone). Con il risultato di non andare molto più in là di un film grazioso ma troppo ridondante."
Paolo Mereghetti, 'Il Corriere della Sera'

"Dopo l'acclamato 'Persepolis', la Satrapi e Paronnaud servono il 'Pollo alle prugne': il soggetto è ancora una graphic novel, ma l'animazione lascia spazio agli attori in carne ed ossa, accontentandosi di sfondi e inserti. Analogamente, Marjane non abbandona l'Iran, eppure lo solleva dalla carta geopolitica per i territori dell'immaginazione nostalgica e dolente, guardando alla Francia che l'ha adottata, ad Amelie Poulain, Caro & Jeunet. (...) Patchwork stilistico e art pour l'art 2.0, si va e viene nel tempo (flashback e flashforward, diversioni e diversivi) tra sentimento e simbolismi, noia e nichilismo, perché non è il pollo del dì di festa, ma l'ultimo pasto di un condannato a morte. Se non è un film riuscito, rimane una valida opera di transizione: affrancarsi dai fumetti, provarsi cineasti tout court. Vero Marjane?"
Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano'

"Conto alla rovescia sull'ultima settimana di vita del violinista Nasser Ali Khan, da sempre infelice per non aver potuto sposare la bella Iran, che amava alla follia. La donna che ha impalmato, invece, non l'ha mai amata per di più lei gli ha rotto il violino, persuadendolo a morire. Film da festival tipico se mai ce ne furono, una fantasmagoria live-action di Mariane Satrapi e Vincent Paronnaud, già autori del premiato cartoon 'Persepolis'. Qui una parte in animazione c'è -racconta il celebre apologo del mercante e dell'Angelo della Morte - ma sono soprattutto i corpi degli attori a venir usati in modo grafico, giocando sulle superfici e sui colori (un vero antidoto al 3D...) con esiti complessivamente creativi; anche se aleggia qualche memoria di troppo del 'Favoloso mondo di Amélie', film tra i più inquinanti di tutti i tempi. Strano mix di poesia e kitsch, 'Pollo alle prugne' (è il piatto preferito del violinista) un momento ti seduce, il momento dopo ti irrita. Bizzarra la scena in cui Nasser sogna il grande seno di Sophia Loren, omaggio all'episodio felliniano di 'Boccaccio 70'."
Roberto Nepoti, 'La Repubblica'

"Curioso: dopo un capolavoro d'animazione in bianco e nero che dava carne e sangue alla sua autobiografia, l'autrice di 'Persepolis' torna con un film vero e a colori che conferisce alla profondità e allo spessore dei suoi ricordi di famiglia la consistenza volatile e il luccichio intermittente dell'album illustrato. Siamo sempre a Teheran ma nel 1958, ben prima che Marjane Satrapi venisse al mondo. Sullo schermo sfilano memorie e leggende che Satrapi e il coregista Paronnaud guardano con affetto, divertimento, rimpianto, fantasia; una fantasia un poco incontrollata che passa dal memorabile al trascurabile. (...) Se ne esce ammirati ma sazi. Come se ibridando riprese dal vero, animazione, sentimenti pantografati in stile cartoon, Satrapi smarrisse il filo emotivo del film per parlare solo o soprattutto agli occhi."
Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero'

"Il violinista sul letto: parafrasando un celebre musical yiddish si potrebbe chiamarlo così quell'innamorato in crisi, a tu per tu col passato, corroso dal rimpianto, la cui vita rende poetico, prensile ed emozionante il nuovo racconto della Satrapi, che ha solo lo stile grafico del fumetto ma cui bravi attori regalano un'anima e il potere della memoria. Surreale e fantastico, dieci e lode, con san Fellini che batte un colpo anche perché per vie paranormali qualcosa qui ci ricorda il mai girato 'Viaggio di Mastorna'."
Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera'

"Quanti ingredienti, magari troppi nel secondo film della coppia franco- iraniana Paronnaud-Satrapi. Sulla scorta dei ricordi della vulcanica autrice di 'Persepolis', già narrati a fumetti, 'Pollo alle prugne' è un pot-pourri spassoso e vitalistico, ma stilisticamente incerto che parte come una commedia all'italiana e finisce in piena atmosfera surreale alla «Amélie Poulain». Si parte dal dolore che ha congelato il cuore del celebre violinista NasserAli Khan, conducendolo alle soglie del suicidio. (...) Il protagonista Amalric è stralunato quanto occorre, ma i comprimari non sembrano del tutto omogenei all'humour nero di fondo."
Valerio Caprara, 'Il Mattino'

"Marjane Satrapi aveva esordito nella regia con il delizioso film d'animazione 'Persepolis', realizzato con Vincent Parannaud a partire dal proprio, omonimo romanzo a fumetti. Ora sulla base di un altro suo album che pesca nelle memorie di famiglia, e di nuovo in coppia con Parannaud, l'artista franco-iraniana firma un film con attori in carne e ossa, 'Pollo alle prugne'. (...) La commedia si avvale di una bella interpretazione di Mathieu Amalric, attorniato da attrici (la Medeiros, Isabella Rossellini, Chiara Mastroianni), altrettanto ben sintonizzate sul doppio registro umoristico e poetico del film. Tuttavia, pur dando prova di talento (suggestiva la fiabesca reinvenzione di Teheran, indovinate alcune situazioni), gli autori stavolta hanno giocato troppo programmaticamente sulla miscela degli stili, senza riuscire a ritrovare la coerente felicità formale di 'Persepolis'."
Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa'

In concorso alla 68ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (2011)

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06 aprile 2012
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