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Quanto rumore per nulla... Continua la ''crociata'' contro il Codice da Vinci che da libro è diventato film

16 maggio 2006

C'è un'attesa così nervosa e roboante che sembra debba arrivare veramente l'Anticristo. Un'attesa e una veridicità, comunque simili a quelle che si possono trovare (sottolineiamo ''trovare'' e non provare) in un qualsiasi film polpettone hollywoodiano, o in uno dei tanti reality shock nel momento dell'eliminazione del deficiente di turno.
La data è ormai alle porte e da Parigi agli Usa i cattolici hanno rafforzato il proprio attivismo per boicottare il Codice da Vinci, il film evento dal best-seller di Dan Brown, che uscirà contemporaneamente nelle sale di tutto il mondo (proprio come un cataclisma biblico) il 19 maggio. In Italia, Francia, Stati Uniti si fanno volantinaggi davanti alle sale, per spingere i credenti a non cedere a quella che il quotidiano vicino ai vescovi italiani, Avvenire, ha definito ''la gigantesca impostura''.
Il Vicariato di Roma ha fatto rimuovere un grande cartellone pubblicitario del film che era stato installato sui ponteggi di una chiesa. Sia il predicatore della Casa pontificia, padre Raniero Cantalamessa, sia il segretario della Congregazione per la dottrina della fede, Angelo Amato, hanno tuonato contro il Codice e proprio il segretario dell'ex Sant'Uffizio ha lanciato l'idea del boicottaggio del film, e c'è chi ha preso la campagna contro ''la grande impostura'' proprio come una missione.

Eppure, per quasi tre anni, la Chiesa ha fatto finta di ignorare il Codice da Vinci. Il mensile Studi cattolici, vicino all'Opus Dei, con l'aiuto di Massimo Introvigne, è stato fra i pochi a lanciare una campagna contro Dan Brown appena il libro venne tradotto in italiano. Per il resto ecclesiastici e studiosi sono rimasti in silenzio, lasciando l'Opus Dei sola a difendersi dalle accuse di essere una setta segreta e criminale.
Con l'uscita del film, per la regia di Ron Howard e interpretato da Tom Hanks e Audrey Tautou, però l'atteggiamento dei vertici della Chiesa appare radicalmente mutato. I toni da crociata sembrano aver preso il posto della prudenza. Ed è la prima volta che si assiste a un'offensiva cattolica così massiccia contro un film.
L'arcivescovo di Torino, cardinale Severino Poletto, ha scelto l'inaugurazione della Fiera del libro di Torino per scomunicare il romanzo: ''L'ho letto e mi ha fatto ribrezzo'', mentre nei giorni scorsi Avvenire ha dedicato al Codice da Vinci un inserto di quattro pagine, sabato 20 maggio poi Cantalamessa tuonerà ancora una volta contro la ''gigantesca impostura'' dai microfoni di A Sua immagine, la rubrica di comunicazione religiosa di Rai Uno.

Tuttavia, non tutti sono d'accordo con i toni esasperati contro Dan Brown e adesso contro Ron Howard. Tra questi il cardinale Ersilio Tonini: ''Credo che molti abbiano letto il libro solo per curiosità ma non diano troppa importanza alle sue affermazioni. Tanti hanno provato a intaccare la figura di Gesù nel corso dei secoli, ma non ci sono riusciti''. Il cardinale Tonini sembra dire: è solo un romanzo ed è solo un film e la scomunica è il più bel regalo che si può fare al produttore. Francamente ci sembra l'affermazione più azzeccata.
Anche il numero uno della Cei, Camillo Ruini, ha espresso il proprio parere sull'uscita del film (poteva mai essere il contrario?) stranamente in contro tendenza rispetto a quello dei fervidi cattolici preoccupati dell'effetto che la ''Sindrome da Codice da Vinci'' potrà avere sulle povere anime incoscienti. Ruini, infatti, ha detto no al boicottaggio del film, perché il Codice è in realtà ''un'opportunità'': ''L'occasione - ha spiegato il cardinale - di un'opera capillare di catechesi, e prima ancora di informazione storica''. Pur restando ferma, ovviamente, la condanna di ''una moda editoriale e cinematografica che ha primariamente uno scopo commerciale, ma che costituisce anche una radicale e del tutto infondata contestazione del cuore stesso della nostra fede. A cominciare dalla croce del Signore''.

Intanto, anche dal nord al sud della Penisola, continuano a giungere notizie pro o contro la pellicola di Howard. Un avvocato napoletano, Massimo Capasso, ha chiesto alla Procura della Repubblica partenopea il sequestro su tutto il territorio nazionale. Più serena l'iniziativa della diocesi di Pistoia, che il 19 maggio riproporrà la visione del Grande silenzio, film documentario di Philip Groening sulla vita in un monastero. E invece nell'estremo meridionale del nostro Paese - a Ribera, provincia di Agrigento - i gestori della sala cinematografica hanno rifiutato l'invito della chiesa locale al boicottaggio: loro, Il Codice da Vinci, lo programmeranno regolarmente (leggi).

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16 maggio 2006
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