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Ruggine

Un film duro su di un tema tabù, sul male che lascia tracce indelebili. Una macchia, una 'ruggine' che non va più via

02 settembre 2011

Noi vi segnaliamo...
RUGGINE
di Daniele Gaglianone

La difficile pre-adolescenza di una "banda" di ragazzini in desolato quartiere di periferia che segnerà inevitabilmente le vite di alcuni di loro: trent'anni dopo, infatti, Sandro, Carmine e Cinzia sono ancora marchiati da quell'esperienza incancellabile che ha traumaticamente segnato la fine dell'infanzia...

Anno 2010
Nazione Italia
Produzione Domenico Procacci per Fandango, Gianluca Arcopinto per Zaroff Film, in collaborazione con Rai Cinema
Distribuzione Fandango
Durata 109'
Regia Daniele Gaglianone
Sceneggiatura Daniele Gaglianone, Giaime Alonge, Alessandro Scippa
Tratto dal romanzo omonimo di Stefano Massaron (ed. Einaudi - Stile Libero)
Con Filippo Timi, Stefano Accorsi, Valerio Mastandrea, Valeria Solarino, Giampaolo Stella, Giuseppe Furlò, Giulia Coccellato
Genere Drammatico


In collaborazione con Filmtrailer.com

La critica
"II male c'è e lascia tracce indelebili. Come un'ombra, una macchia, una malessere, un graffio che non va più via. E' una 'Ruggine' con la quale si impara a convivere. Così la pensa Daniele Gaglianone che apre le Giornate degli Autori con 'Ruggine', una storia torbida che vede coinvolti un gruppo di bambini di periferia immigrati dal meridione in un Piemonte ostile che hanno fatto della babele linguistica il loro codice."
Michela Taburrino 'La Stampa'

"Daniele Gaglianone (...) si è già fatto conoscere e anche apprezzare con alcuni film di serio impegno, da 'I nostri anni' a 'Nemmeno il destino' a 'Pietro'. Il suo tema, questa volta, è quanto mai duro e tutto spigoli, perché è addirittura la pedofilia, affrontata però con molto rigore e senza nessuna concessione al facile. L'azione, nella periferia di una città del nord, forse Torino. (...) Un primo merito. Senza ritorni all'indietro e senza rievocazioni, in primo piano, oggi, ci sono due adulti e una ragazza che sono stati testimoni anni prima di quegli orridi eventi. Non ne parlano mai, ma via via che procede la vicenda in tempo presente possiamo verificare da vicino quanto duramente li abbiamo segnati. Secondo merito: quegli eventi, riproposti come se fossero al presente. Però, pur dando spazi ai drammi, privilegiando note fugaci o addirittura taciute. Con un linguaggio che non solo allusivamente accetta pause e momenti di buio, ma poi accoglie, nel testo, approfondimenti diretti a livello della psicologia del pedofilo. Gli dà volto, con strazi segreti, Filippo Timi. I tre adulti sono Valeria Solarino, Stefano Accorsi, Valerio Mastandrea. Con facce giuste."
Gian Luigi Rondi 'Il Tempo'

"Fin dal suo esordio nel 2001, con 'I nostri anni', Daniele Gaglianone è - tra i registi italiani - uno di quelli più capaci di far vedere il tempo. Di farcelo sentire, annusare, percepire. (...) 'Ruggine', tratto dall'omonimo romanzo di Stefano Massaron e presentato nei giorni scorsi a Venezia nelle 'Giornate degli autori', è invece un racconto orchestrato su due piani temporali differenti (la fine degli anni Settanta e oggi), ma senza mai ricorrere a quegli espedienti sintattici (tipo il flashback) che in genere il cinema usa per far slittare il racconto da un piano temporale all'altro. (...) Girato con grande pudore, e con una sensibilità non comune nella messinscena degli spazi e degli ambienti della periferia metropolitana, 'Ruggine' ha un limite che non è solo suo, ma prima ancora del romanzo da cui è tratto e, forse, di tutta la cultura progressista italiana: quello di non riuscire ad affrontare un tema sgradevole come quello della pedofilia se non facendo del pedofilo un mostro, una deviazione aberrante e patologica dell'umano. Filippo Timi è bravissimo nel rendere con lo sguardo e con i gesti la divorante patologia del suo orco. Ma quando la sceneggiatura gli fa pronunciare battute come quella che gli sfugge con la madre del bambino che ha appena visitato (...), o gli fa bofonchiare e rantolare un refrain delirante (...), noi non abbiamo più dubbi: è un mostro, non ci riguarda. È diverso da noi. È il pharmakos - il capro espiatorio - di cui abbiamo bisogno per scaricare su di lui anche tutta la nostra malvagità (il nostro senso di colpa?) e sentirci in qualche modo assolti. Da questo punto di vista, 'Ruggine' è un'occasione perduta. Si è limitato a mostrarci una perversione, mentre poteva aiutarci a mettere a fuoco la terrificante e quotidianissima banalità del male."
Gianni Canova 'Il Fatto Quotidiano - Saturno'

Realizzato con il sostegno di: Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Apulia Film Commission - In concorso all'VIII edizione delle 'Giornate degli Autori / Venice Days' (Venezia 2011).

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02 settembre 2011
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