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Tanto in Italia le multe non le paga nessuno... ma all'estero si. ''Il mio inferno per una multa in Sicilia''

16 luglio 2007

''Tanto in Italia le multe non le paga nessuno, no?''. Questo era stato il ragionamento di Giles Elgood, giornalista britannico della Reuters, che l'anno scorso, in vacanza in Sicilia, prese una multa dai vigili urbani di Agrigento per divieto di sosta nella Valle dei templi. Ma siccome è sempre ''l'eccezione che conferma la regola'', il nostro si è visto recapitare una raccomandata a casa, in Gran Bretagna, che lo invitava a pagare quella multa di 83 euro
''Quando è arrivata la raccomandata dal consolato italiano ho pensato a malincuore che era tempo di pagare''. Comincia così, tra il pentito, l'ironico e il frustrato, la confessione di Elgood in un pezzo pubblicato dalla sua agenzia con il titolo ''Il mio inferno per la multa siciliana'', dove ha raccontato i suoi rocamboleschi tentativi (fuori tempo) - codici bancari rifiutati, telefonate su telefonate, ricerche internet, amici che parlano italiano più volte scomodati -, di saldare il suo conto con la polizia municipale agrigentina.

Tutto inizia - è il suo racconto - con una contravvenzione per aver parcheggiato su un marciapiede vicino alla Valle dei Templi. La giustificazione del giornalista? ''Tutti facevano così e il parcheggio sembrava pieno''. Trovata la multa sotto il tergicristallo, Elgood decide che non vale proprio la pena di pagare: ''Dopotutto in Italia nessuno paga le multe e ogni tanto spunta una specie di condono per questo genere di cose. O quella è la Francia?'', dice candidamente.
Ma la polizia municipale di Agrigento, a sorpresa, non molla e attraverso il consolato rintraccia Elgood e gli manda la multa a casa, a Londra. A quel punto il giornalista ha deciso di pagare, e è  così che è cominciato il suo ''inferno''...
''La lettera del consolato - scrive - non mi era d'aiuto. Il messaggio era: non contattare noi, ma rivolgiti alla polizia (municipale) di Agrigento. Ma l'unico indizio della multa annessa era il numero di telefono dei vigili, accuratamente cancellato''. Elgood racconta poi di essere riuscito a trovare un numero di telefono dei vigili di Agrigento su internet. Un amico che parla italiano chiama per lui e ottiene il numero di una banca d'appoggio in Sicilia, che comunica i codici per il bonifico. Elgood contatta la propria banca, ma il bonifico torna indietro: il codice non funziona. Si rende conto infatti di essere in possesso solo di 12 cifre delle 27 richieste. ''Inutili - racconta il giornalista - i tentativi di contattare telefonicamente banca, comune o vigili agrigentini. Sul sito web trova però un indirizzo email, al quale l'amico invia una 'lettera di elaborata cortesia italiana' chiedendo lumi per poter pagare la multa che lui vuole pagare. Niente da fare: l'email torna al mittente. Un'ulteriore telefonata dell'amico ai vigili è anch'essa inutile: l'interlocutore spiega che le istruzioni sono sulla notifica della multa. Ma il problema è proprio che non ci sono. Nuova telefonata alla banca, sempre le stesse 12 cifre di prima''. Si torna al via.

Alla fine, dopo tanti e tanti rocamboleschi tentativi, Elgood riesce ad avere il codice completo, la multa viene (forse) pagata e lui riceve una lettera di conferma. ''Il mio inferno della multa siciliana dovrebbe essere terminato e ora non ho nulla da temere la prossima volta che atterro a Fiumicino'', scrive Elgood.
Ma ancora qualche dubbio, frulla nella testa del giornalista britannico, per via dell'ultima noticina della lettera di conferma che si è fatto tradurre: ''La presente notifica non è una conferma che il beneficiario abbia ricevuto l'importo dovuto...''.
''Beh, ce l'ho messa tutta'', conclude Elgood. ''Se la polizia siciliana non ha ancora avuto i soldi, sa dove trovarmi''.
Come dire, mi avete trovato una volta, mi troverete anche la seconda...

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16 luglio 2007
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