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The Master

L'ultimo film di Anderson: tanto bello nella sua forza visiva quanto stimolante in quella emotiva

03 gennaio 2013

Noi vi segnaliamo...
THE MASTER
di Paul Thomas Anderson

Stati Uniti, anni Cinquanta. Lancaster Dodd, un intellettuale carismatico, dà vita a un'organizzazione fideistica scegliendo Freddie Quell - giovane veterano della Seconda Guerra Mondiale, divenuto un vagabondo ubriacone - come suo braccio destro. Mentre l'organizzazione fa proselitismo e cresce numericamente, sarà lo stesso Freddie a metterla in discussione...

Anno 2012
Nazione Usa
Produzione Joanne Sellar, Daniel Lupi, Paul Thomas Anderson, Megan Ellison per Ghoulardi Film Company, Annapurna Pictures
Distribuzione Lucky Red
Durata 137’
Regia, Soggetto e Sceneggiatura Paul Thomas Anderson
Con Joaquin Phoenix, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams, Laura Dern, Ambyr Childers
Genere Drammatico


In collaborazione con Filmtrailer.com

La critica
"The Master di Paul Thomas Anderson non è purtroppo il capolavoro annunciato. Dimenticate la potenza de Il Petroliere. La storia, per quanto negato dall’autore, è del tutto ispirata alla figura di Ron Hubbard, fondatore di Scientology, la potente setta para religiosa che da 60 anni miete soldi in mezzo mondo, ma in particolare a Hollywood, all’insegna del pagare per credere. Amici di Hubbard erano i regimi fascisti e razzisti e i milionari spostati. Nemici giurati il comunismo, gli omosessuali, la scienza ufficiale, i medici veri e la psicanalisi, avvertita come una minaccia perché toglieva i clienti migliori. Il film è la storia della relazione del capo setta con un discepolo, un marinaio tornato dalla guerra con disturbi mentali. Un difetto del film, pure strepitoso per qualità filmica, è il duello impari fra attori protagonisti. Troppo bravo Seymour Hoffmann nella parte del simil-Hubbard, troppo caratterista e un po' gigione Joaquin Phoenix nel ruolo del matto devoto. Il rapporto hegeliano servo-padrone al cinema ha ispirato opere ben più profonde, da Losey in giù. Rimane inspiegato il mistero del successo delle sette religiose, che in America ormai costituiscono una minaccia alla democrazia. In Italia il fenomeno è assai più limitato. Il mercato è già preso dai partiti carismatici, i cui leader guru sono altrettanto bravi a lucrare sulla crescente percentuale di persone con disturbi della personalità non curati."
Curzio Maltese, 'la Repubblica'

"In The Master sono straordinari Philip Seymour Hoffman, il maestro della storia che evoca Ron Hubbard, fondatore di Scientology, e Joaquin Phoenix, il marinaio suo allievo che torna dalla seconda guerra mondiale (…) Non bastano due attori superbi per fare del buon cinema se la storia è lenta, prevedibile, persino un tantino spocchiosa. Nella quale, dopo un lungo preambolo, si inizia a chiedersi quando comincia il film (…)"
Maurizio Caverzan, 'il Giornale'

"L'eccesso di attesa provoca, a volte, delusione. Ed è forte la perplessità di fronte a The Master, forse il film più atteso della mostra (…) The Master è invece, come dice Anderson, una storia d’amore fra due casi clinici. Un po' poco, rispetto a ciò che ci si attendeva."
Alberto Crespi, 'l'Unità'

"Un film grandioso per impianto e ambizioni che riscrivono la storia degli Usa nel dopoguerra attraverso due personaggi ignobili e memorabili, visti come due facce di una sola medaglia. Un’avventura epica e insieme intima che guarda alla genesi di una setta concentrandosi sui protagonisti e sui loro rapporti più viscerali anziché sulle conseguenze sociali del loro agire."
Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero'

"The Master è un film sconcertante e grandioso pur non concedendo nulla allo spettacolo. A cominciare dal fatto che nel mettere in scena i due protagonisti, il marinaio Freddie, tornato sconvolto dalla terribile esperienza bellica sul pacifico, e il santone Dodd, mellifluo capo di una setta in fase di crescita che lo prende sotto protezione. Il regista non fa nulla per renderli accattivanti: ma gli interpreti Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman (…) sono magnifici e non si può che restarne conquistati."
Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa'

"The Master tanto bello nella sua forza visiva quanto stimolante in quella emotiva. Se può avere un possibile neo è nella sua fragilità narrativa ma il rapporto che lega i due protagonisti è talmente forte , inquietante e ricco di sfumature da far passare quella “mancanza” in secondo piano (…) il vero soggetto del film è la fragilità psicologica dell’homo americanus, il bisogno di tutta una nazione di avere chi la soggioghi e la guidi pur rivendicando sempre il suo bisogno di libertà."
Paolo Mereghetti, 'Il Corriere della Sera'

"'The Master' è finalmente un quadro ironico ma non patetico della suggestionabilità e vulnerabilità umana, nella disconnessione che si verifica quando il comportamento umano resiste ostinatamente alla forza di un individuo.(…) La forza del film è che lascia lo spettatore con una speciale e perversa forma di ottimismo. Quando qualcuno promette e offre la libertà-schiavitù, la follia potrebbe essere la migliore difesa per la sanità mentale."
Justin Chang, 'Variety'

"Stimolante offerta per i sensi e per soccorrere l'anima, riff leggermente oltre la vita del fondatore di Scientology, L. Ron Hubbard per evocare un film che è al tempo stesso ampio e intimo, sicuro di sé e di auto-interrogazione."
Xan Brooks, 'The Guardian'

Leone d'Argento per la migliore regia, Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile (Philip Seymour Hoffman e Joaquin Phoenix) e Premio Fipresci come miglior film alla 69/ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (2012).

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03 gennaio 2013
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