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The Space of Modernity

M6 STMicroelectronics: una proposta di Architettura per la riqualificazione dell'area industriale di Catania

13 febbraio 2004
Sarà il Centro Fieristico ''Le Ciminiere'' di Catania ad ospitare oggi il convegno "M6 STMicroelectronics: una proposta di Architettura per una riqualificazione dell’area industriale di Catania".
Coordinato dal giornalista Giovanni Russo del "Corriere della Sera", il convegno presenterà M6, il nuovo complesso industriale per la produzione di semiconduttori ed uffici, progettato e seguito fino alla realizzazione completa da AMA Group, gruppo di società per l’architettura con sedi a Roma, Singapore e Shangai.
L’M6 è il secondo insediamento produttivo varato da ST Microelectronics e AMA Group a Catania, dopo l’M5 extension e l’M9, del 1998.
Il convegno è articolato in due confronti che forniranno spunti per la rimessa a fuoco delle strategie e della linea culturale della Sezione in rapporto alle tesi ritenute prioritarie per il rilancio della questione architettonica delle nostre città ed in particolare nelle aree industriali.

Nel primo confronto, col titolo "The Space of Modernity - M6 STMicroelectronics", sarà presentato il nuovo complesso industriale per la produzione di semiconduttori ed uffici, progettato e seguito durante le fasi di realizzazione dallo studio AMA Group di Alfonso Mercurio.
Nel secondo confronto, titolato "Architettura e sistema produttivo: Partnership per una nuova progettualità nelle aree industriali", sarà rilanciata la sfida contemporanea di soddisfare l’esigenza di spazi che esprimano la condizione contemporanea e la creatività collettiva della nostra epoca, il senso della bellezza commisurato alle esigenze funzionali dei sistemi produttivi.


Il nuovo modulo M6 della STMicroelectronics di Catania
di Salvatore Porto
Immaginiamo di dover eseguire un disegno utilizzando una penna talmente sottile che il suo tratto abbia lo spessore di un atomo e che tale disegno, composto da migliaia di linee, debba essere fatto su di un foglio di pochi millimetri di lato; immaginiamo anche di fare centinaia di questi disegni su fogli talmente sottili da poterli sovrapporre tutti senza superare lo spessore complessivo di qualche millesimo di millimetro.
Questo bizzarro problema sta alla base del processo di fabbricazione dei microcircuiti elettronici contenuti in tutti i dispositivi di cui oggi facciamo largo uso.
I microcircuiti, infatti vengono progettati al computer con un cad, stampati su speciali supporti, fotografati e rimpiccioliti, quindi sovrapposti in strati.
Delle apparecchiature chiamate "fotoespositori", leggendo i dati contenuti nei progetti "impressionano" i microprocessori usando come pellicola delle "fette" di silicio puro, come penna un "pennello elettronico" e come inchiostro atomi di metalli conduttori come l’oro o il platino, il tutto con la precisione inizialmente descritta, ottenuta sia attraverso la tecnologia in esse contenuta, sia attraverso supporti attivi in grado di non trasmettere all’apparecchiatura sovrastante le vibrazioni più pericolose (ovvero quelle la cui frequenza è contenuta in un determinato intervallo), sia attraverso le strutture degli edifici che contengono tali apparecchiature, progettate e realizzate in modo tale da non trasmettere movimenti e forze indotti dall’ambiente circostante, tra cui quelli del vento, degli autoveicoli che transitano nelle strade limitrofe ecc.

Il nucleo del modulo M6, denominato FAB è un insieme di fabbricati che rispondono ai suddetti requisiti strutturali.
Tali fabbricati hanno anche un’ulteriore caratteristica progettuale: sono dotati di un solaio di notevole spessore (waffle) con delle aperture attraverso le quali passa aria tenuta in movimento da potenti turbine, costretta a passare attraverso filtri assoluti che ne eliminano ogni impurità fino a limiti estremi.
Infatti la presenza di particelle di polvere nell’atmosfera ove operano le suddette apparecchiature compromette il funzionamento dei prodotti finali: i microchips. […]
L’M6 (come brevemente viene chiamato), escluso gli uffici, è stato quasi integralmente prefabbricato in stabilimento, a meno di alcune parti quali i nuclei scala/ascensori, le fondazioni, la copertura in acciaio del fab (costituita da capriate da 70 metri) e le caldane di piano.
E’ stata una sfida lanciata dalla Committente STMicroelectronics, spinta dalla competizione estrema del mercato in cui opera, il richiedere la realizzazione del modulo in poco più di un anno, allo scopo di anticipare la concorrenza nel lancio sul mercato di "fette" prodotte con nuove tecnologie. STM è infatti sempre all’avanguardia nella Ricerca, sviluppata in collaborazione con prestigiosi organismi quali il CNR e l’Università di Catania che da anni, anche grazie ad STM, ha scalato la classifica degli atenei migliori d’Italia. […]

Relatori del convegno saranno: Adolfo Guzzini, Presidente Nazionale di IN/ARCH, Franco Porto, Presidente IN/ARCH Sicilia, Cesare Casati, Direttore Rivista l’ARCA, Luigi Prestinenza Puglisi, Critico di architettura, Alfonso Mercurio, per A.M.A. Group, Massimo Pica Ciamarra per Studio P. C. Associati, Gabriele Del Mese per Studio OVE ARUP & Partners, Giorgio Dino, Direttore HAWORTH Italia, Giuliano Cammarata Consigliere nazionale IN/ARCH.
Previsti gli interventi del presidente della Provincia regionale di Catania, on. Raffaele Lombardo, del Rettore dell’Università degli Studi, Ferdinando Latteri, l’Assessore regionale all’Industria, Marina Noè, il Sindaco di Catania, on. Umberto Scapagnini, il presidente dell’Ordine degli Architetti, Antonio Licciardello, il presidente dell’Ordine degli Ingegneri, Luigi Bosco, il presidente del Comitato provinciale degli Ordini Professionali, Filippo Nasca, il presidente dell’Associazione degli Industriali, Alfio Massimino, il presidente dell’ANCE, Andrea Vecchio, ed il presidente di InvestiCatania, Sergio Cassar.

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13 febbraio 2004
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