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Un Network di Regioni per risolvere la crisi idrica dei paesi poveri

L'iniziativa nasce da una stretta collaborazione tra Enti locali ed organizzazioni del volontariato

21 ottobre 2003
L'emergenza idrica colpisce sempre più pesantemente i paesi  poveri. Le cifre parlano chiaro: nel mondo 1 miliardo e 200 milioni di persone vivono senza accesso all'acqua potabile, 2 miliardi e 400 milioni sono prive delle più elementari condizioni igieniche e 10 mila muoiono ogni giorno a causa della mancanza di acqua. Costituire un Network di Regioni per realizzare progetti di cooperazione decentrata in campo idrico a favore dei paesi poveri: questa la possibile soluzione prospettata durante la conferenza Internazionale "Water for life and peace", voluta dalla Regione Emilia-Romagna e dell'organizzazione non governativa ambientalista Green Cross International. La proposta, lanciata nei mesi scorsi, dal presidente dell'Emilia-Romagna, Vasco Errani, insieme al fondatore di Green Cross Mikhail Gorbaciov, ha ottenuto l'adesione del presidente del Piemonte e presidente di turno della Conferenza dei Presidenti di Regione, Enzo Ghigo. Obiettivo dell'iniziativa è quello di cercare di coinvolgere nel progetto anche le altre Regioni europee. L'esperienza insegna, infatti, che purtroppo, a livello internazionale, non si riesce ad andare oltre alle affermazioni di principio.
Il fallimento di Kyoto e di Evian, in questo senso, sono emblematici.

La strada indicata da Errani, invece, passa attraverso una stretta collaborazione tra le istituzioni locali - Comuni, Province e Regioni - il mondo delle organizzazioni e del volontariato e gli stessi paesi in via di sviluppo. Un progetto, si sa, riesce meglio quando è largamente condiviso.

"In Emilia-Romagna, ma anche nelle altre Regioni italiane - ha detto Errani - esistono già numerose esperienze interessanti in questo senso che potrebbero essere ulteriormente estese e potenziate, concentrando gli sforzi su obiettivi comuni". Sicuramente ci si aspetta che dall'Europa possa arrivare un contributo importante ma fondamentalmente si vuole sottolineare il principio che l'acqua è un diritto primario ed un  bene pubblico. ''La natura di bene pubblico dell'acqua - ha detto Errani – è un principio inderogabile. Affermato a chiare lettere nella legislazione italiana, esso è invece insidiato nei paesi poveri dallo stato di necessità che apre le porte a processi di privatizzazione incontrollata che precludono l'uso equo di tale risorsa''.

L'Emilia-Romagna passerà, dunque, nei prossimi tre anni, dai 200 mila euro attualmente destinati a progetti di cooperazione per lo  sviluppo a 400 mila euro. Parte di queste risorse arriveranno anche da un'iniziativa di risparmio idrico che sta per partire proprio in Emilia-Romagna. Tutto ciò per gettare un ponte non solo ideale ma anche materiale tra la nostra società del benessere e le drammatiche condizioni del sud del mondo. L'iniziativa sul risparmio idrico, sostenuta da una specifica campagna di comunicazione, coinvolgerà tutto il territorio emiliano-romagnolo e permetterà attraverso semplici accorgimenti quotidiani di ridurre il consumo di acqua domestico giornaliero da 160 a 145 litri in cinque anni con un risparmio annuo regionale di circa 4 milioni di metri cubi all'anno.

Al progetto si è interessata fra gli altri anche il premio Nobel Rita Levi Montalcini. A Nairobi, in dicembre, sarà valutato lo stato degli investimenti mentre l'anno prossimo, a Saragozza (Spagna), si svolgerà la seconda edizione di "Water for life and peace" per verificare l'attuazione dei progetti e quantificare i risultati ovvero il numero effettivo di persone che avranno avuto accesso ad acqua potabile e sicura.

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21 ottobre 2003
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