Un Network di Regioni per risolvere la crisi idrica dei paesi poveri
L'iniziativa nasce da una stretta collaborazione tra Enti locali ed organizzazioni del volontariato
Il fallimento di Kyoto e di Evian, in questo senso, sono emblematici.
La strada indicata da Errani, invece, passa attraverso una stretta collaborazione tra le istituzioni locali - Comuni, Province e Regioni - il mondo delle organizzazioni e del volontariato e gli stessi paesi in via di sviluppo. Un progetto, si sa, riesce meglio quando è largamente condiviso.
"In Emilia-Romagna, ma anche nelle altre Regioni italiane - ha detto Errani - esistono già numerose esperienze interessanti in questo senso che potrebbero essere ulteriormente estese e potenziate, concentrando gli sforzi su obiettivi comuni". Sicuramente ci si aspetta che dall'Europa possa arrivare un contributo importante ma fondamentalmente si vuole sottolineare il principio che l'acqua è un diritto primario ed un bene pubblico. ''La natura di bene pubblico dell'acqua - ha detto Errani – è un principio inderogabile. Affermato a chiare lettere nella legislazione italiana, esso è invece insidiato nei paesi poveri dallo stato di necessità che apre le porte a processi di privatizzazione incontrollata che precludono l'uso equo di tale risorsa''.
L'Emilia-Romagna passerà, dunque, nei prossimi tre anni, dai 200 mila euro attualmente destinati a progetti di cooperazione per lo sviluppo a 400 mila euro. Parte di queste risorse arriveranno anche da un'iniziativa di risparmio idrico che sta per partire proprio in Emilia-Romagna. Tutto ciò per gettare un ponte non solo ideale ma anche materiale tra la nostra società del benessere e le drammatiche condizioni del sud del mondo. L'iniziativa sul risparmio idrico, sostenuta da una specifica campagna di comunicazione, coinvolgerà tutto il territorio emiliano-romagnolo e permetterà attraverso semplici accorgimenti quotidiani di ridurre il consumo di acqua domestico giornaliero da 160 a 145 litri in cinque anni con un risparmio annuo regionale di circa 4 milioni di metri cubi all'anno.
Al progetto si è interessata fra gli altri anche il premio Nobel Rita Levi Montalcini. A Nairobi, in dicembre, sarà valutato lo stato degli investimenti mentre l'anno prossimo, a Saragozza (Spagna), si svolgerà la seconda edizione di "Water for life and peace" per verificare l'attuazione dei progetti e quantificare i risultati ovvero il numero effettivo di persone che avranno avuto accesso ad acqua potabile e sicura.