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Una giovane ricercatrice dell'Università di Palermo, ha scoperto il più complesso legame chimico mai studiato

La scoperta è stata pubblicata sull'importante rivista scientifica ''Nature''

12 marzo 2005

Laura Gagliardi è giovane, è graziosa, ed è uno scienziato che lavora a Palermo. Insieme a un collega ricercatore svedese, ha scoperto un nuovo tipo di legame chimico presente nella molecola di U2, che contiene due atomi di uranio.
Si tratta del più complesso legame chimico mai studiato. 

La scoperta, che rappresenta una rivoluzione in chimica, è stata pubblicata sulla rivista ''Nature'' e ha un importante e innovativo impatto conoscitivo perché descrive per la prima volta un legame quintuplo, ossia in cui sono coinvolti dieci elettroni: il legame, dunque, più affollato sinora descritto, grazie a un modello al computer.
 Proprio grazie a queste simulazioni, Laura Gagliardi, dell'Università di Palermo, e Bjorn Roos, del Chemical Center di Lund, hanno scoperto che due atomi di uranio, un elemento del gruppo degli attinidi (tra gli ultimi nella tavola periodica, elementi in genere radioattivi, come plutonio e torio), possono formare una molecola, U2, con cinque legami covalenti. Un legame covalente consiste solitamente in una coppia di elettroni condivisa da due atomi. Singoli, doppi e tripli legami covalenti sono noti in molte molecole. Nel nuovo legame sono coinvolti un totale di dieci elettroni, l'equivalente di cinque legami covalenti.
Prima di questa scoperta il record di elettroni coinvolti in un legame chimico tra molecole era quattro. Già a partire dagli anni '60, infatti, i chimici intuirono che in natura esistevano legami più complessi di quelli tripli e si scoprì il legame quadruplo tra i cosiddetti metalli di transizione.

La struttura elettronica dell'uranio si può studiare al computer più facilmente che in laboratorio, per via dei problemi tecnici dettati da esplosività e radioattività. Tuttavia sino a una decina di anni fa non c'erano gli strumenti per poterla studiare. ''Oggi ci siamo riusciti - ha detto la ricercatrice italiana - con una simulazione di chimica quantistica. Forse si potrà, da questa scoperta, inventare una nuova serie di composti che contengano questi due atomi di uranio, da usare magari come catalizzatore di particolari reazioni chimiche''.
Questo legame è unico in tutta la tavola periodica e il lavoro avrà un impatto nel modo in cui il legame chimico sarà descritto anche nei libri di testo. ''È stato possibile studiarlo al computer'', ha osservato la ricercatrice.
''In genere - ha aggiunto - Nature non pubblica lavori di questo tipo, ma nel nostro caso si è trattato di qualcosa di totalmente nuovo. Già in molti laboratori nel mondo si sta pensando ora di creare questa molecola a due atomi di uranio''.

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12 marzo 2005
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