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Voce al Popolo della Pace. Nel nome dei diritti umani, c'è un'Italia che dice no alla politica di Bush

Pubblichiamo due comunicati di chi ringrazia l'America ma ripudia la guerra

04 giugno 2004

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Nel nome dei diritti umani  l'Italia dice no alla politica di Bush alle sue guerre e alle sue torture
Appello della Tavola della pace


La visita in Italia del presidente Bush, alla vigilia delle elezioni europee e amministrative del 12 e 13 giugno, è destinata a dividere gli italiani in un momento particolarmente delicato della vita democratica del nostro paese.
Per questo il governo Berlusconi che l'ha invitato si è assunto una grave responsabilità politica.
Creare un clima di tensione e di contrapposizione ideologica alla vigilia delle elezioni fa male all'Italia e agli italiani, all'Europa e agli europei.
Da tempo il governo italiano ha rinunciato a promuovere una politica di pace mettendo il nostro paese in balìa della politica unilaterale e alle guerre di Bush ed esponendolo a gravi rischi. Per questo non possiamo restare in silenzio.

La nostra profonda gratitudine all'America che sessanta anni fa contribuì alla liberazione del nostro paese dal nazifascismo è rimasta intatta nel tempo. Tuttavia non possiamo accettare che questo fatto storico e i sentimenti di gratitudine del popolo italiano verso gli Stati Uniti possano essere usati per coprire gli orrori della guerra e le responsabilità di chi ha trascinato il mondo in una drammatica spirale di guerre e terrorismo, ha indebolito la democrazia, ha colpito l'Onu e stracciato la sua Carta, ha violato i diritti umani e il diritto internazionale che un tempo, grazie al Presidente F. D. Roosevelt e a sua moglie Eleonora, aveva contribuito a creare.
Strumentalizzare il giusto moto di riconoscenza agli Stati Uniti per la liberazione dell'Italia nel tentativo di attenuare la profonda indignazione popolare per la politica esercitata dall'attuale amministrazione americana è un fatto grave e inaccettabile.

Il nostro no a Bush e alla sua inopportuna visita è anche un sì ad un'alleanza rafforzata e rinnovata con l'America pacifica, responsabile e solidale che abbiamo imparato a conoscere. Ci sentiamo solidali con quella grande parte della società civile americana ferita dalle politiche interne e internazionali di questa amministrazione, duramente colpita dai tagli alle politiche sociali, allarmata per il crescente antiamericanismo che si diffonde nel mondo.
Ci sentiamo impegnati a costruire insieme a loro nuovi piani di cooperazione per rispondere alle responsabilità globali che ci appartengono, per promuovere i diritti umani e la democrazia, per sradicare la miseria e la guerra, per rafforzare e democratizzare l'Onu e le istituzioni internazionali che possono contribuire a rendere il mondo più giusto e sicuro per tutti.
La visita del presidente George Bush sia l'occasione per fare, tutti insieme, una riflessione sul mondo che ci circonda, sulla pace, sui diritti umani, sulla democrazia, sulla giustizia sociale e sul nostro ruolo di cittadini italiani, di cittadini europei e di cittadini del mondo.

Invitiamo tutti coloro che possono a dare vita, in ogni parte d'Italia, ad incontri, veglie, dibattiti, fiaccolate e manifestazioni il 3 giugno alla vigilia della visita del presidente Bush.
Invitiamo tutti, cittadini e istituzioni, ad esporre dal 2 al 4 giugno la bandiera della pace dalle finestre delle case, delle scuole, dei luoghi di lavoro, dai Comuni, dalle Province e dalle Regioni.
Parliamo al presidente Bush con gesti e impegni concreti di pace e di nonviolenza.
Costruiamo insieme un'Italia e un'Europa di pace: solidale, nonviolenta, democratica e federalista.
L'Italia e l'Europa hanno disperato bisogno di persone impegnate a "fare pace".
Alle elezioni europee e amministrative del 12 e 13 giugno votiamo persone decise a mettere la pace al centro della politica, capaci di prendersi cura dei problemi del mondo prima che possano travolgere anche noi. La scelta è nelle nostre mani.

Tavola della pace 
 

Comunicato dell'Associazione Egalitè
Venerdì 4 giugno, per l’anniversario della liberazione di Roma dal nazifascismo e a pochi giorni dalle elezioni europee, il presidente americano Bush sarà ricevuto da Berlusconi e da Ciampi.
In difesa dell’articolo 11 della nostra Costituzione, che ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, siamo fermamente contrari alla decisione del presidente del Consiglio di accogliere Bush, capo delle forze armate Usa e maggiore responsabile della guerra in Iraq e delle torture ai prigionieri iracheni. 

Pur manifestando la più ampia solidarietà al popolo americano per il vile attentato terroristico dell’11 settembre 2001,  ma in sintonia con la manifestazione romana e con i movimenti pacifisti che chiedono il ritiro immediato delle nostre truppe, invitiamo tutti i cittadini a fare sentire la loro voce contro una guerra ingiusta, esponendo le bandiere arcobaleno e partecipando ad un sit-in di protesta per la visita di Bush.
Il sit-in, seguito da una manifestazione musicale,  si terrà il 4 giugno alle ore 19 in piazza Duomo a Catania.
Aderiscono: Associazione Peppino Impastato di Giarre, Italia dei Valori, Osservatorio europeo sulla Legalità e sulla Questione morale.

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04 giugno 2004
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