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ZATOICHI

''Beat'' Takeshi Kitano, stavolta prendei i personaggi di un Giappone che fu, e gli fa ballare il tip tap

24 novembre 2003




Noi vi consigliamo di vedere…
ZATOICHI
di Takeshi Kitano


Giappone, XIX secolo. Zatoichi è un vagabondo cieco che vive giocando d'azzardo e facendo il massaggiatore. Dietro questa umile facciata si nasconde un 'maestro' di spada, tanto abile quanto letale. Nel suo continuo peregrinare Zatoichi approda in una sperduta località di montagna. Un villaggio dilaniato dalla lotta tra bande, e soggiogato dalla feroce famiglia dei Ginzo. E dove sembrano essersi dati appuntamento una serie di personaggi da antologia del sol levante: due geishe, un ronin, due sciocchi buffoni ... per una resa dei conti dal sapore spaghetti-western, preceduta da una serie di colpi di scena, in cui, proprio come il personaggio del titolo, ognuno dovrà gettare la maschera e tirar fuori gli artigli. Tratto da una notissima serie televisiva giapponese, nata negli anni Sessanta, Zatoichi è un film ancora nuovo, diverso dagli altri Kitano e conferma la sua vocazione a reinventarsi ogni volta, spiazzando lo spettatore nel senso migliore del termine. E' godimento puro quello che si prova davanti all'ultima scena del film: un esercito di samurai e geishe che ballano la tap dance, e non è un facile contrasto a effetto, ma l'approdo naturale di un film che ha fatto della ritmica il suo motore interno. Non c'è musica pur apparendo a tratti un musical, ma un ritmo percussivo che inizia e cresce attraverso immagini e rumori (le musiche sono di Keiichi Suzuki e ricordano le performance degli Stomp).

In Zatoichi c'è tutto Kitano: l'allievo infedele di Kurosawa e Oshima, più affine al cinema di Tsukamoto e compagni. C'è poi il Kitano comico, il redivivo Beat Takeshi appunto, con una chioma bionda da far rabbrividire i sette samurai, ed il Kitano 'tarantineggiante' che si diverte a seminare 'spezzatino di cadaveri' dappertutto.

Il nuovo Zatoichi
"Del personaggio originale ho conservato solo le caratteristiche esteriori: la cecità, il suo vagare di villaggio in villaggio praticando massaggi e il gioco d'azzardo, e naturalmente la spada micidiale nascosta nel bastone. Il mio Zatoichi è una macchina assassina, indifferente a ciò che gli capita intorno, mentre quello tradizionale è una specie di eroe altruista. Molti mi dicono che nel film Zatoichi fa giustizia, ma io non credo ai giustizieri. Il suo arrivo al villaggio destabilizza tutto e tutti è un po' come Bush in Iraq. Stavano meglio prima o dopo? Ah, saperlo!"
Takeshi Kitano


Distribuzione Mikado
Durata 116'
Regia Takeshi Kitano
Con Beat Takeshi, Tadanobu Asano, Michiyo Oguso, Yui Natsukawa
Genere Azione

La critica
"Takeshi Kitano impugna il bastone, chiude gli occhi, si schiarisce i capelli e si getta per la prima volta con 'Zatoichi' nel Giappone che fu. La sacra lezione dei samurai di Kurosawa è divorata e stravolta, sì come fece Leone con il western classico. (...) E quando le spade non sono più sfoderate, l'epica tensione si scioglie in un frenetico tip tap".
(Claudio Carabba, 'Sette', 11 settembre 2003)


Premio speciale per la regia alla 60ma Mostra del Cinema di Venezia (2003).
Takeshi Kitano nel cast artistico è accreditato come Beat Takeshi

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24 novembre 2003
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