"Le Vie dei Tesori" a Bagheria apre le visite all'ecomostro
Non solo ville e bellezze culturali, a Bagheria il festival del patrimonio culturale racconta il tessuto sociale della città
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"È inutile dire come viva sempre in me il legame con Bagheria. Credo, e me ne accorgo sempre più andando avanti con gli anni, che tutto quel che ho capito, le mie mancanze e i miei meriti, le mie virtù e i miei difetti siano tipicamente bagheresi - la costanza (ostinazione), la capacità di lavoro, l'imprudenza etc. e anche la fantasia! Se un giorno riuscirò a mettere ordine tra i miei appunti e mi deciderò a darli a un editore, si vedrà quanto e come Bagheria entri dappertutto" [Da un'intervista a Renato Guttuso]
ph Igor Petyx
Le Vie dei Tesori torna nella Città delle Ville, Bagheria, per il suo terzo anno consecutivo. E ogni edizione è stata un successo, dal debutto entusiasmante del 2020 confermato l'anno scorso quando ha collezionato oltre quattromila presenze.
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Quest'anno si replica per tre weekend (10 e 11, 17 e 18, 24 e 25 settembre) con un'edizione che guarda ancora più al territorio: sarà infatti possibile visitare uno dei "mostri" industriali più incombenti della zona, la fabbrica dismessa della Sicilcalce che chiunque visiti il Museo Guttuso e Villa Cattolica, si trova dinanzi.
ph Igor Petyx
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L'azienda che produceva calce viva e intonaci ha lavorato fino alla fine degli anni '90: entrando, le grandi strutture in ferro - i forni, i mulini e i silos - sembrano far parte del relitto di una nave. Il cemento, il ferro e il bianco della calce sembrano stridere con le morbide movenze settecentesche di Villa Cattolica. Questo "insolito" sito, di cui apprezzare la valenza storico-sociale, si potrà visitare anche con la guida di chi qui ha lavorato.
"Le Vie dei Tesori non apre soltanto luoghi belli, ma restituisce la memoria e l'identità ai cittadini. Come nel caso della Sicilcalce che è veramente un sito simbolico, quasi scandaloso per la sua posizione accanto a una villa settecentesca, ma che ci dice tanto e racconta una storia", dice Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori.
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Ma il programma del festival - curato sul territorio da Agostino D'Amato - è molto più articolato e racchiude castelletti fortificati, ville storiche che aprono per la prima volta al pubblico, case d'artista, piccoli musei gioiello, ricostruzioni in 3D e persino un focus sull'ultimo Monsù, l'antenato dello "chef" delle famiglie nobiliari, oltre ad una grande mostra sul fotografo Mimmo Pintacuda, raccontato dal figlio Paolo a Villa Cattolica; esperienze nella natura e sortite fuori porta nel mare di Santa Flavia e Porticello.
I luoghi da visitare a Bagheria
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La Sicilcalce è di sicuro il luogo più curioso da visitare, ma non bisogna lasciarsi scappare il resto. Undici luoghi e otto esperienze da non perdere (CLICCA QUI per scoprirli tutti), non solo a Bagheria ma anche nei dintorni visto che si ritorna in quel luogo incantato che è l'Arco azzurro, e bisogna andarci anche se non si è innamorati.
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Porticello invece, offrirà le gite in barca e le immersioni, e Santa Flavia una stranissima "villa fortificata" mai aperta al pubblico: Castello San Marco, che fu edificato a fine ‘600 attorno a una torre di artiglieria cinquecentesca, come dimora estiva dei principi di Mirto e dei conti di San Marco che vollero che l'architetto mischiasse elementi delle fortificazioni militari con altri tipici delle residenze di campagna.
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Dentro la città si potrà visitare l'Arco del Padreterno - che altro non è se non uno degli ingressi trionfali della settecentesca villa Palagonia, la celebre "Villa dei Mostri". Poi la chiesa del Sepolcro con il suo prospetto neogotico e l'altare barocco. E ancora, la dimora storica settecentesca Cirrincione-Mineo dove visse l'ultimo monsù, Mario Lo Menzo che qui - tra gli arredi d'epoca - è raccontato nella mostra "Mani innamorate", a cura di Sabrina Gianforte.
Bagheria è città di villa nobiliari e questo si sa: ecco che a Palazzo Cutò le residenze della storica "villeggiatura" sono ricostruite virtualmente in 3D, seguendo un progetto della pittrice bagherese Caterina Guttuso, presidente dell'associazione Anthemion.
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Villa Cattolica ospita una bellissima mostra che aprirà proprio per il Festival: "Mimmo Pintacuda, il testimone discreto" che racconta il maestro e mentore di Peppuccio Tornatore (che a lui si ispirò per il personaggio di Alfredo in Nuovo Cinema Paradiso), uno tra i più importanti fotografi dello scorso secolo. La mostra è curata dal figlio Paolo, scrittore e sceneggiatore che sta pubblicando la biografia inedita del padre attingendo a materiali preziosi dall'archivio di famiglia comprese le lettere autografe dell'amico Renato Guttuso.
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Tra le novità di quest'anno anche il giardino settecentesco di Villa San Cataldo, ricco di fiori e piante di pregio, pini secolari e ampi viali, sedili e torri di vedetta. Sarà visitabile anche una parte interna della villa e si potrà scendere una scala a chiocciola chiusa da anni, riportata alla luce dal Lions Club che qui ha creato un living lab aperto ad associazioni, scuole e amministrazioni.
Ritorna infine il piccolo e delizioso Museo del Giocattolo dove ci si perderà tra bambole in pannolenci, pupattole in biscuit, carrozzine in alpacca. E una sorpresa arriva da Aspra dove l'anno scorso le donne si erano messe in gioco e avevano inventato un nuovo modo di raccontare la borgata: "Portami ad Aspra" è diventato un vero museo en plein air costruito sui racconti dei residenti.
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