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A Siracusa, l'Edipo Re e la Medea insieme con gli operai del Petrolchimico di Priolo

Grande successo per le due prime al Teatro greco di Siracusa. Solidarietà ai lavoratori in protesta

17 maggio 2004

Da venerdì sera 'Edipo Re' di Eschilo, da ieri sera 'Medea' di Euripide e così via, fino al 20 giugno alternando le due tragedie più famose della classicità. Come ogni anno, lo straordinario teatro greco di Siracusa torna a vivere in questi giorni, grazie agli spettacoli dell'INDA, Istituto Nazionale del Dramma Antico, che compie i 90 anni questa estate.
Due regie e due volontà, quella di Roberto Guicciardini per l'Edipo Re, e quella di Peter Stein per la Medea, di altissimo livello, che hanno coinvolto il pubblico pure per la sensibilità dimostrata verso gli operai del Petrolchimico di Priolo, che hanno potuto fare sentire la propria voce proprio dal centro del millenario teatro che ha sempre accolto le rappresentazioni delle tragedie umane, tanto quanto lo è quella della disoccupazione, in questo caso reale.

"Vi chiediamo scusa dei disagi ma stiamo lottando per difendere il lavoro e il reddito di più di 10 mila famiglie siracusane".
Questo è quanto ha letto Roberto Guiccirdini in persona, da un volantino consegnatogli da un rappresentante dei lavoratori dell'area industriale, che hanno trovato negli attori, nelle maestranze e negli organizzatori dell'Istituto nazionale del dramma antico piena solidarietà.
I lavoratori hanno spiegato che si stanno battendo "contro il declino industriale e i licenziamenti per attuare seri e urgenti tavoli di trattativa con l'Eni, la Dow, il governo nazionale e regionale". "Vogliamo tutelare il lavoro  e insieme la salute e la sicurezza. Non possiamo tollerare che oltre il danno dei guasti ambientali si faccia pagare la beffa dei licenziamenti e della chiusura degli impianti".

E sulle millenarie gradinate di pietra bianca, testimoni ancora una volta dei drammi dell'uomo, migliaia e migliaia di spettatori italiani e stranieri arrivati all'imbrunire hanno ascoltano, oltre alle parole arcaiche dei poeti greci fin dopo il tramonto, le parole di oggi dei lavoratori che rischiano il proprio posto, senza perdere il gusto (forse apprendendo con più attenzione) del messaggio della tragedia greca, nella capitale mondiale della tragedia, Siracusa, che in questo modo si trasforma, o forse ritorna, alla valenza sociale della messinscena.

Dopo il grande successo della prima di Edipo Re, di Guiccirdini, che ha visto nella parte del protagonista un'eccezionale Sebastiano Lo Monaco, grande attesa c'era per la Medea del regista tedesco Peter Stein, attesa che non è stata per niente delusa.

Stein ha affidato la sua regia di 'Medea' soprattutto a due elementi forti: una scansione netta e precisa di tutto il testo, affidato all'interpretazione ragguardevole di Maddalena Crippa; e un finale sorprendente, frutto di ardimento e di tecnologia. Infatti, dopo aver avvelenato la nuova moglie di suo marito Giasone, dopo aver ucciso per vendetta i suoi stessi figli, Medea - secondo Euripide - si allontana nel cielo su un carro trainato dal sole. Stein prende alla lettera questa conclusione, facendo salire la sua attrice per 20-30 metri, appesa ad una gru insieme ad un 'sole' di 450 lampade da 500 watt: un effetto tecnologico (che richiede grande coraggio da parte della Crippa) coerente con l'arcaica soluzione immaginata da Euripide.

Per 'Edipo' Roberto Guicciardini ha puntato registicamente sull'energia fisica e l'attitudine atletica del suo protagonista: Sebastiano Lo Monaco, attore siciliano, da 25 anni in palcoscenico; e insieme su un coro di 30 giovani, che si trasforma quasi in balletto contemporaneo; una soluzione parzialmente riuscita, ma che ammoderna in chiave interessante l'elemento più difficile per noi contemporanei della tragedia greca: il coro, appunto. Non sempre tale soluzione risulta efficace, ma la presenza di Mario Scaccia, il decano degli attori italiani, nei panni dell'indovino Tiresia; e quella di Francesca Benedetti, che interpreta la regina Giocarta, insieme all'atletismo di Lo Monaco hanno fatto scattare applausi convinti da tutta l'immensa platea di Siracusa.

Entrambi gli spettacoli hanno poi raccolto e palesato un importante elemento comune, quello della solidarietà, verso tutti gli edipo e le medee quotidiani, che non fanno altro che difendere la propria dignità.

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17 maggio 2004
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