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Ad Alcamo (TP), lungo una delle tante ''strade del vino'', un museo in onore di Bacco

Il Castello dei Conti di Modica diventerà Museo del Vino e delle Tradizioni

28 luglio 2004

L'Assessorato Regionale ai Beni Culturali ha impegnato 258.288,44 euro per la realizzazione del Museo del Vino e delle Tradizioni nel Castello dei Conti di Modica di Alcamo (TP).
Si tratta solo di un primo acconto, pari all'ottanta per cento del totale della somma necessaria alla realizzazione dell'opera.

Secondo il sindaco di Alcamo, Giacomo Scala, ''obiettivo primario è accreditare Alcamo come voce rilevante nel mondo della produzione vinicola siciliana in Europa e nel mondo e vetrina del proprio territorio non soltanto come produttore tradizionale di vini, ma anche come tutore e promotore della cultura da esso generata. Ciò significa valorizzare e promuovere i vini di qualità, favorire la vendita degli stessi, guidare il pubblico ad una conoscenza più approfondita dei prodotti, stimolare la produzione di qualità e all'articolazione dei prodotti''.

Il Museo del Vino di Alcamo sarà un luogo polifunzionale, che accoglierà alcune attività permanenti e temporanee. Proporrà un percorso di incontri altamente multimediatico, integrato da schemi televisivi e postazioni interattive, ma con una base reale e concreta: l'incontro con il vino e la sua degustazione.

Il Museo nel Castello dei Conti di Modica verrà allestito con ambienti di incontro e degustazione, di presentazione dei prodotti enogastronomici locali ed extralocali e di una collezione permanente sulla produzione del vino e sulla cultura locale. In esposizione anche oggetti, immagini, opere, agganciate a rassegne temporanee di diversa tipologia sia di prodotto sia di natura diversa. Il progetto contempla inoltre conferenze, lezioni, incontri, concerti, spettacoli, proiezioni, servizi adeguati all'afflusso del pubblico, uffici per la direzione del museo.

- www.stradadelvinoalcamodoc.it


Il Castello dei Conti di Modica
Il Castello dei Conti di Modica sorge nella vasta piazza della Repubblica, antica piazza d'armi della gendarmeria aragonese. Secondo una vecchia leggenda, il castello era stato eretto nell'anno 827 d.C. dal capitano saraceno Adelkam ma, realmente, esso venne costruito nel 1350 circa sotto Enrico e Federico Chiaramonte, successori dei Peralta nella signoria di Alcamo.
Quello era infatti il periodo delle lotte tra le potenti famiglie per il controllo della produzione del frumento e delle grandi vie commerciali del tempo. Il castello appartenne così alle famiglie dei Peralta, dei Chiaramonte, dei Ventimiglia e dei Cabrera Conti di Modica.

Alla sua custodia erano addetti il castellano e dodici compagni impegnati con giuramento. Nel 1534 il governatore di Alcamo ordinò appunto ai giurati di prepararsi per un possibile attacco imminente del Barbarossa, un famigerato corsaro esponente di quella pirateria islamica che in quel tempo conduceva una vera e propria guerriglia contro le navi cristiane.
Tra le difese del castello, verso il 1575, troviamo diversi cannoni di ferro, degli archibugi, scale di corda e catene di ferro per la porta d'ingresso. Col castello di Salemi e quello di Calatafimi, formava un triangolo fortificato contro le invasioni provenienti da Mazara e dirette verso Palermo.
Il castello subì nel corso dei secoli anche numerosi attacchi dagli stessi alcamesi, come quello del 1392 capeggiato dall'arciprete Pietro De Laudes contro Enrico Ventimiglia e quello del 1402 contro Donna Violante De Prades signora di Alcamo.

Il castello è di forma romboidale, con quattro torri alternate, due quadrate e due circolari. Nella torre quadrata, denominata "Maestra", i prigionieri venivano rinchiusi per la tortura; nella seconda circolare, si ammira uno stemma forse appartenuto a Federico II o ai Peralta; nella terza quadrata vi erano i locali per le sentinelle e nella quarta gli alloggi per i sovrani di passaggio: Re Martino I con la Regina Maria nel 1392 dopo la sconfitta dei Chiaramonte, l'infante Eleonora d'Aragona e l'imperatore Carlo V con la sua corte al ritorno dall'impresa di Tunisi del 1535.
Ai tempi del passaggio dell'imperatore erano signori di Alcamo Don Luigi I Enriquez de Aragona e Donna Anna II di Caprera Moncada. Nella chiesa Madre il secondo giorno della sosta venne celebrata la Messa e, ancora oggi, quell'evento è ricordato da una lapide dorata al suo interno.

Nelle epoche successive il castello subì un continuo degrado e fu adibito ad uffici comunali, a carcere, a stalla. L'ultima contessa di Modica fu Maria II Sylva y Mendoza che nel 1816 sposò il marchese Alvarez di Villafranca.

Il 5 marzo del 1828, per sentenza del Tribunale di Trapani, il castello passò in possesso del Comune di Alcamo. Le mura esterne sono state abbattute durante il restauro che è stato recentemente completato.

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28 luglio 2004
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