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Borgo Pietro Lupo, fondato dal regime nel Quaranta, diventa centro turistico

Un tipico esempio di realizzazione fascista recuperata per i turisti

02 luglio 2003
Il 16 dicembre del 1940 l’Ente siciliano colonizzazione del latifondo, divenuto successivamente Esa, realizzò il Borgo Pietro Lupo, in territorio di Mineo (CT). Realizzazione che che merita di essere visitata perché rappresenta gli ideali dello Stato Italiano tra le due guerre, e quindi di profonda importanza storica.

Nel Borgo Pietro Lupo, feudo di un latifondista che all’epoca fù suddiviso in più di 50 appezzamenti di terreno assegnati ai contadini ed ai reduci, furono eseguite opere di captazione idrica, ancora funzionali, e al centro del Borgo, una piazza con la Casa del centro civico e la Chiesa, in ogni appezzamento sorge un cascinale.

Tutto ciò diventerà un centro turistico rurale gestito dagli abitanti locali con interventi di Regione, Provincia di Catania e del Comune. E' quanto prevede lo studio di prefattibilità presentato dal presidente della Provincia di Catania, Nello Musumeci, dal vice presidente della Regione Siciliana, Giuseppe Castiglione, e dal sindaco di Mineo, Giuseppe Mirata.

L'iniziativa punta a realizzare 86 camere, 50 delle quali da destinare ad alloggi per i turisti, saranno ricavate nei ventuno fabbricati, esistenti all'interno di un' estensione di oltre tre ettari di terreno, che saranno bonificati e destinati a turismo rurale polivalente. I costi 'chiavi in mano' sono stimati in 18 milioni di euro.

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02 luglio 2003
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