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Dalla Sicilia verso tutto il Mondo

Cresce l'export dei prodotti Made in Sicily che piacciono di più ai mercati fuori dall'Ue

16 dicembre 2015

Pane, pasta, dolci, vini, birre, carni e salumi, formaggi, pesce e conserve sono solo alcuni dei prodotti dall'agroalimentare artigiano siciliano che ha visto una crescita dell'export nei primi 6 mesi del 2015. Le esportazioni del settore hanno registrato un +3,7% rispetto allo stesso periodo 2014, con un giro d'affari di 261 milioni di euro. Il tutto, realizzato dalle 10.197 imprese artigiane dell'Isola, laboratori e botteghe che offrono produzioni straordinarie per qualità, gusto, tradizione e genuinità.
Sono i dati sulla Sicilia del dossier dedicato all'"Artigianato Alimentare Speciale Natale", elaborati dall'Osservatorio Mpi di Confartigianato Sicilia, sui numeri del terzo trimestre 2015 dell'Istat e di Unioncamere.
I prodotti made in Sicily piacciono più nei mercati fuori dall'Ue, dove le vendite hanno avuto un'impennata del 13,8%, all'opposto sono diminuite del 2,8% nel Vecchio Continente.

Dall'analisi territoriale delle esportazioni del settore alimentare - focalizzata sul primo semestre del 2015 - emerge che le esportazioni rappresentano più della metà (60,5%) del totale delle vendite realizzate oltre confine di prodotti del settore alimentare in tre province: si tratta di Messina con 65 milioni (24,9% del totale Sicilia), Trapani con 48 milioni (18,4%) e Palermo con 45 milioni (17,2%). Tra le nove province della Sicilia, si rileva il maggiore dinamismo delle esportazioni dell'agroalimentare in provincia di Siracusa, con una crescita del 51,6% rispetto allo stesso periodo del 2014. Seguono Catania con il 31,2% ed Enna con il 15,7%.  

"Tali indicatori sono certamente positivi - commenta Filippo Ribisi, presidente di Confartigianato Sicilia - ma occorre cautela e tanto lavoro. Bisogna lavorare sulla solidità delle imprese, consentirne un maggiore sviluppo abbattendo le barriere infrastrutturali. Se l’export cresce di più oltre i confini dell’Europa ci sarà un perché. Le infrastrutture colabrodo della Sicilia non consentono ancora alle nostre imprese di fare quel volo che invece hanno spiccato in regioni come il Veneto, dove l’export è all’11,9% per un valore di 2,4 miliardi di euro".

Analizzando la composizione delle imprese siciliane attive nell’artigianato alimentare, delle oltre 10mila operanti nel settore, 6.046 sono pasticcerie, panifici e gelaterie - che costituiscono il comparto più consistente pari al 59,3% -, 234 pastifici, 143 sono attive nella lavorazione e conservazione di frutta, ortaggi e pesce, 142 nel lattiero caseario, 105 nell’ambito delle spezie e condimenti, 50 nell’ambito dei vini, birre e distillati vari. A completare il quadro, i servizi di ristorazione e dei cibi per asporto dove operano 3.079 imprese, pari al 30,2% del totale. 
Per quanto riguarda la distribuzione delle imprese sul territorio, oltre la metà (56,4%) si concentrano nelle tre province di Catania (21,7%), Palermo (20,4%) e Messina (+14,4%). La crescita maggiore del numero di imprese dell’artigianato alimentare, pari al +3,6%, viene rilevata in provincia di Trapani (prima anche nella classifica nazionale) seguono poi Ragusa con il +2,3%, Siracusa +0,7%, Catania +0,6%, Agrigento +0,4% e Messina con il +0,3%.

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16 dicembre 2015
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