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E’ toscano il primo comune libero dagli Ogm. Alcamo (TP) sarà il primo della Sicilia

Contaminano le coltivazioni tradizionali, omologano i sapori e servono soltanto a incrementare la produttività

25 novembre 2003
Legambiente e l'Associazione Nazionale Città del Vino hanno detto no alle manipolazioni genetiche sulle coltivazioni piantando, a Greve in Chianti (FI), il primo cartello italiano di "Comune Ogm Free". La campagna che parte dalla Toscana coinvolgerà progressivamente altri Comuni, parchi e territori che vogliono tenere lontani gli Ogm (organismi geneticamente modificati) dall'ambiente e dall'agricoltura. L'iniziativa precede  la presentazione del decreto sulla coesistenza nel nostro paese, tra colture geneticamente modificate e colture tradizionali, durante la conferenza Stato - Regioni. L'iniziativa fa seguito all'approvazione di una delibera comunale con cui Greve vieta sul suo territorio la sperimentazione e la coltivazione di Ogm e si adopera attivamente in una campagna di educazione alimentare e di informazione sui rischi che questi organismi potrebbero rappresentare per l'ambiente, il paesaggio e la salute.

Altri comuni si sono dichiarati subito disponibili a piantare il cartello "Comune Ogm Free". In Veneto: Conegliano (Treviso) e Lonigo (Vicenza). In Campania: Montefalcione (Avellino) e Terzigno (Napoli). In Sardegna: Berchidda (Sassari), in Calabria Bova (Reggio Calabria) e in Piemonte il comune di Asti. In Sicilia è Alcamo il primo Comune "Ogm Free".
Sempre a Greve, nella sala del Consiglio Comunale si è svolto inoltre, il convegno dal titolo "Liberi da Ogm. Lo sviluppo rurale tra tradizione e innovazione", per fare il punto sul tipo di modello agricolo e di gestione del territorio che l'Italia dovrebbe perseguire.

"C'è bisogno di un gesto concreto per consolidare l'alleanza tra quei movimenti di cittadini e consumatori che vedono negli Ogm un rischio per il nostro ambiente e per le identità locali - sottolinea il direttore di Legambiente, Francesco Ferrante -. Il vero nemico è la coesistenza tra colture: se passa questa idea la tutela della qualità viene meno perché sarà impossibile garantire la separazione dei diversi modelli agricoli, a maggior ragione nel nostro Paese, che è caratterizzato da un grande frazionamento della proprietà".
Ma che vantaggi potrebbero recare alla nostra agricoltura l'uso di Ogm? In campo farmaceutico l'uso degli Organismi geneticamente modificati offre notevoli vantaggi. In agricoltura, invece, il discorso cambia.Gli organismi manipolati sono i più grandi alleati dell'omologazione del gusto, i più grandi nemici della tipicità e dell'Italia delle mille campagne. Questa tipo di colture ci farebbe tornare indietro e favorirebbe soltanto l'incremento della produttività. Forse possono andar bene negli Usa dove l'impresa ha una superficie media di 240 ettari ma sicuramente no in Italia dove si riduce significativamente a 5,6 ettari. Se importassimo questo modello agricolo metteremmo in discussione la nostra identità. In sintesi gli ogm sono per un modello di agricoltura che non ci appartiene, perché destagionalizzano le colture, omologano i sapori, eliminano il legame con il territorio. Tutto il contrario della situazione italiana". 

Un altro punto da sottolineare è il concetto di coesistenza tra le colture. Alla vigilia dell'approvazione del decreto italiano quasi tute le Regioni si sono dichiarate contrarie agli Ogm. Si cerca di evitare i danni a breve termine, ma in realtà non si sa nulla dei danni che ne potrebbero derivare a lungo andare.Uno di questi legato alla sostituzione delle colture potrebbe colpire la nostra biodiversità  in maniera irreversibile. Per questo la Regione Toscana ha già chiesto a livello europeo un intervento per la tolleranza zero. L'Ue ha stabilito infatti, con una direttiva, approvata la scorsa estate, la soglia di tolleranza consentita nei cibi degli Ogm ( circa lo 0,9%), per non far scattare l'obbligo di indicazione in etichetta. Per Alessio Planeta, noto produttore vinicolo siciliano, "Il settore vinicolo è uno dei più evoluti, però per combattere gli organismi manipolati e promuovere il legame cibo-qualità-territorio andrebbe coinvolto l'intero settore agricolo e quello zootecnico". Per quanto riguarda il settore zootecnico inoltre sarebbe necessario inserire controlli di filiera anche sulla catena alimentare negli allevamenti di bestiame.

Tre le questioni più importanti: la tutela della salute e della sicurezza alimentare; la libertà di scelta del consumatore; il consumo consapevole. "L'obiettivo è dunque di salvaguardare la tipicità agricola e vinicola.- ha dichiarato Floriano Zambon presidente dell'associazione città del vino - La biodiversità è un valore - è fonte di ricchezza per i territori, gli ogm invece sono anche dal punto di vista economico fonte di impoverimento".
"Bisogna impedire quella ricerca legata solo a interessi particolari, come la ricerca Ogm nell'agroalimentare - ha concluso Ermete Realacci, parlamentare della Margherita e presidente di Legambiente -. Non è solo una questione economica e di salute del consumatore, ma abbraccia per intero il concetto di Italia uguale qualità". Il nostro paese è consciuto all'estero per la natura, storia, cultura, ambiente, paesaggio, alimentazione che  caratterizzano il successo del made in Italy nel mondo, non solo nella cucina e nei vini, ma anche nella moda, nello sport e in altri settori.

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25 novembre 2003
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