I giganti delle grotte di Petralia Sottana (PA), una delle principali località del neolitico italiano
Indivituate nella zona archeologica del Vecchiuzzo gigantesche figure antropomorfiche e zoomorfiche
Secondo gli esperti, non è da escludere che le figure siano state realizzate con tecniche molto semplici negativo-positivo, sfruttando i naturali rilievi delle rocce calcaree, allo scopo di propiziare riti magici e religiosi. L'unico riferimento, con la stessa tecnica, in Italia si può individuare in Liguria, dove è stato scoperto il volto megalitico di Bolzone.
Le rilevazioni fotografiche effettuate a diverse altitudini, in diverse condizioni di luce e umidità, hanno consentito di selezionare dei punti di osservazione di particolare interesse e di avanzare ipotesi in relazione ad alcune regolarità e sequenzialità di incisioni. Nei rilievi si possono inoltre individuare con certezza alcuni soggetti associabili ad antichi simboli.
La concentrazione di immagini con grande potenza espressiva, la leggibilità compositiva, la particolare sacralità del sito archeologico, porta ad escludere che si siano formate naturalmente sulla superficie rocciosa. Evento che, comunque, aggiungerebbe straordinarietà al già alto valore paesaggistico, con un'integrazione natura-cultura di recupero della memoria storica e leggendaria. Il segno antropico, che risalirebbe a quasi 10 mila anni addietro (il mitico periodo dei Giganti) ha subito forme di naturalizzazione, come erosioni, crolli, frane, invasioni di vegetali. Mura a secco, pendenze e canali di drenaggio creati appositamente per proteggere la parete, hanno contribuito alla loro sopravvivenza. L'incuria del tempo è stata invece aggravata nella parte pedemontana da esplosioni e prelievi di cava per la produzione di gesso.
Attualmente risulta alterato lo zoccolo che conduceva alle grotta, una larga fascia utilizzata fino a tempi recenti dai pastori e dai gessai, con il costone che sovrastava il torrente del Vecchiuzzo. Si ha memoria anche della distruzione di vari blocchi monolitici infissi nel terreno, alcuni dei quali con sovrapposizione di lastroni utilizzati come ripari di fortuna e indicati volgarmente come ''funcia''. Meritano attenzione, nelle adiacenze della grotta, alcune costruzioni a forno (i carcari) utilizzate in tempi recenti per la cottura artigianale del gesso, ma probabilmente con originarie funzioni tombali e un complesso sistema di muretti di sostegno.
Per fare il punto della situazione ed avviare con organicità attività di studio, valorizzazione e tutela è stato sollecitato un incontro con il Comune di Petralia Sottana, l'Ente Parco delle Madonie, i parchi geologici, il Club Alpino Italiano.
Fonte: Ansa Beni Culturali Sicilia