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Ikea, il colosso svedese dell'arredamento sbarcherà presto anche in Sicilia

Catania e Palermo fra le città nelle quali l'Ikea vuole investire

30 ottobre 2004

Dalla fredda e lontana Svezia sbarcherà anche in Sicilia IKEA. Ad annunciare l'arrivo nell'isola del grande colosso dell'arredamento è stato il presidente della filiale italiana Carleric Haggstrom.
I punti vendita siciliani della multinazionale scandinava che ha portato in auge nel mondo l'arredamento minimalista fai-da-tè saranno due, a Palermo e a Catania, con possibilità di impiego per circa ottocento persone.
Secondo alcune indiscrezioni, però, le aree della possibile costruzione dei punti vendita siciliani non sono state ancora individuate.

L'IKEA cercherebbe una zona con ventimila metriquadrati di area coperta e altrettanti di area scoperta, vicina al centro abitato o in prossimità di una tangenziale, che sia dotata di almeno 1800 posti auto. Uno spazio attualmente difficile da individuare all'interno del territorio palermitano, mentre sembrerebbe più fattibile trovare a Catania un luogo che risponda alle esigenze dell'azienda.

In queste condizioni i tempi di costruzione non possono essere ancora indicati ma l'Italia, secondo quanto dichiarato dal presidente dell'IKEA Anders Dahlvig, è uno dei sei Paesi in cui il colosso dell'arredamento ha intenzione di investire in maniera massiccia e l'apertura dei due megastore in Sicilia fa parte di questo progetto.

Il colosso svedese è presente in 43 paesi con 186 store. In Italia sono nove punti vendita di mobili e accessori per l'arredamento funzionali e resistenti, facili da montare e venduti a prezzi bassi.

Curiosità
Mister Ikea, finto povero
di Isabella Colombo (Panorama.it)   

I prodotti Ikea sono simbolo di uno stile di vita semplice. Un modello spartano che l'imprenditore svedese, Ingvar Kamprad, ha finto di rappresentare fino a oggi. L'uomo che accettava la nomea di avaro come un complimento in realtà con grande disappunto dei suoi connazionali, nel lusso ci naviga. Come hanno scoperto alcuni giornalisti.
Compra la frutta al mercato al calar del sole, quando il prezzo diminuisce per smaltire l'invenduto.
Se non viaggia sulla sua Volvo vecchia di dieci anni preferisce gli autobus ai taxi: ha lo sconto per pensionati. Lo svedese Ingvar Kamprad, fondatore della Ikea, colosso mondiale dell'arredamento, ha sempre vantato il suo frugale stile di vita. Ne ha fatto una bandiera. La stessa idea di sobrietà e semplicità veicolata dai 10 mila prodotti dei suoi mobilifici, impregna, così almeno tutti credevano, l'esistenza di questo settantasettenne la cui ricchezza (53 miliardi di dollari) ha superato di recente quella di Bill Gates (47 miliardi).
Ma la scoperta che Kamprad, in realtà, vive nel lusso come qualsiasi Paperone non placherà tanto presto l'indignazione degli svedesi. A rivelarlo è stato il prudente e pacato quotidiano nazionale Dagens Nyheter.Le case, per esempio: oltre a una lussuosa residenza a Losanna, l'imprenditore possiede una tenuta a vigneto nel sud della Francia e un'altra, regale, in Svezia. E ancora tre cottage dove i figli trascorrono le vacanze.

Iniziò la sua carriera con i fiammiferi
Ingvar Kamprad iniziò la carriera vendendo fiammiferi ai vicini di casa, nel villaggio di Agunnaryd: l'intuizione di comprarli in grande quantità a Stoccolma, per far profitto, fu l'inizio di un impero. Oggi l'Ikea, nata nel 1943, è presente in 43 nazioni, ha 76 mila dipendenti e collaboratori, 1.600 fornitori e 186 punti vendita. Nel 2003 ha fatturato 11,3 miliardi di euro.
I prodotti Ikea, da sempre, nel mondo sono simbolo di uno stile di arredamento essenziale e di uno stile di vita modesto e semplice, imperniato sul risparmio e la sobrietà, valori che, secondo Kamprad devono trasmettersi a ogni livello dell'azienda, a partire dal suo fondatore. Un modello spartano che l'imprenditore svedese ha finto di rappresentare fino a oggi.
L'uomo che accettava la nomea di avaro come un complimento, e diceva "La mia idea di lusso è mangiare uova di pesce svedese a buon mercato", in realtà con grande disappunto dei suoi connazionali, nel lusso ci naviga.

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30 ottobre 2004
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