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Il 2004, l'anno della grande occasione per la ripresa dell'export italiano

Il Made in Italy per i mercati russi, cinesi e arabi

22 novembre 2003
Lo scenario di previsione del commercio mondiale si caratterizza per una progressiva uscita dell'economia internazionale dall'attuale fase di difficoltà. Nel breve periodo l'economia Usa potrebbe svolgere un ruolo importante anche se gli squilibri che la caratterizzano (deficit commerciale, indebitamento delle famiglie e peggioramento dei conti pubblici) impediranno aumenti del Pil superiori al 3%. Nel prossimo futuro dovrebbe assumere maggiore consistenza la crescita dell'economia europea, mentre in Asia la forza della Cina e dell'India si contrapporrà alla debolezza giapponese.

Gli scambi mondiali di manufatti potrebbero, quindi, accelerare e crescere in termini reali del 6% nel 2004 e del 6,5% nell'anno successivo, avvicinandosi alle due cifre nelle aree dei paesi in via di sviluppo. I flussi di importazione di manufatti dell'Europa occidentale potrebbero registrare tassi di crescita nell'ordine del 5%. Il commercio mondiale, comunque, tenderà a svilupparsi a tassi superiori a quelli del triennio 2001-2003, ma comunque mediamente inferiori di due punti percentuali rispetto a quelli che hanno caratterizzato la seconda metà degli Anni Novanta.

Il consolidamento della forza dell'euro, con il cambio con il dollaro che si potrebbe posizionare nel 2004 sopra la soglia di 1,20, produrrà comunque una ulteriore riduzione del 3% dei prezzi medi dei concorrenti. L'Italia, inoltre, dovrà fronteggiare una minor crescita della domanda mondiale nei comparti in cui presenta maggiori quote di mercato: l'aumento delle importazioni mondiali dei beni del Sistema Casa, del Sistema Moda e della meccanica strumentale sarà inferiore al 5%.

Una grande occasione per l'export italiano è rappresentata dall'affermarsi di nuovi mercati. Alcuni paesi, infatti, vedranno crescere fortemente le importazioni di manufatti (Cina +65,6%, Russia + 116,8%, Arabia Saudita +40,7% nel quinquennio 2000-2005). I settori che potrebbero avvantaggiarsene sono quelli tradizionali del Made in Italy (che comunque devono far fronte a una forte concorrenza dei prodotti dei paesi emergenti), ma anche la farmaceutica, l'elettronica, la componentistica per veicoli, aerei e navi e, più in generale, tutti i comparti ad alto contenuto tecnologico, oltre a quelli che vantano una significativa specializzazione nella tutela ambientale.

Fonte: Aise

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22 novembre 2003
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