Il made in Sicily approderà a Sidney a New York e a Buenos Aires
Sicily World esporterà la ''coppola antimafia'', simbolo del riscatto dell'isola nel mondo
"Abbiamo scelto questi luoghi – ha spiegato il Ministro per gli Affari Regionali, Enrico La Loggia – perché qui vi sono le maggiori concentrazioni di aziende di origini italiane e una più forte manifestazione di interesse ad avere rapporti con le nostre aziende". In queste strutture, infatti, potranno inserirsi anche le imprese siciliane. Saranno coinvolte le camere di commercio italiane, le camere di commercio italiane all'estero, le comunità di italiani all'estero, la rete diplomatica e consolare. C'è una crescita di attenzione nei confronti del 'made in Italy' e c'è anche disponibilità degli imprenditori italiani all'estero ad investire nel nostro territorio. Da qui l'impegno di "Sicily World"a specializzare sempre più la rete diplomatica e la rappresentanza commerciale italiana all'estero per la promozione dei prodotti migliori.
Il progetto prende le mosse dal consorzio Med Europe Export di Assindustria Palermo, dalla Camera di commercio di Palermo e dall'assessorato regionale alla Cooperazione. Gli organizzatori hanno già raggiunto accordi per l'esportazione in Australia di marmi pregiati, pavimenti in ceramica e coperture impermeabilizzanti, vini, olio extravergine d'oliva, paté di olive, capperi, agrumi; e negli Usa di pasta, vino, olio, prodotti farmaceutici, pacchetti turistici. In particolare, un'azienda tessile australiana acquisirà tecnologia e design da una nota casa di moda palermitana per produrre a Melbourne capi d'abbigliamento con il marchio siciliano.
Le aziende siciliane coinvolte nel progetto e selezionate de Med Europe Export sono 50. Tra le iniziative più significative quella di vendere in Australia le "famose coppole antimafia" prodotte in Sicilia. Un'imprenditrice di origine siciliana che possiede una catena di boutique nel Paese dei canguri aprirà degli appositi desk per commercializzare il capo rivisitato nel design e che è diventato il simbolo del riscatto sociale ed economico dal giogo dei boss. Un modo singolare per affermare nel mondo un'immagine dell'Isola alternativa a stereotipi e luoghi comuni. "Sicily world" ha come scopo coinvolgere sempre più aziende e informarle al meglio. Da ciò nasce il portale sicilyworld.it finanziato dal ministero Affari esteri.
"Creare progetti concreti di collaborazione fra le aziende della Sicilia e gli imprenditori emigrati di origine siciliana, che hanno fatto fortuna negli Stati Uniti e in Australia, per sviluppare la cosiddetta 'Sicilian businness community', non è più una teoria. - ha dichiarato l'assessore regionale alla Cooperazione, Michele Cimino - Abbiamo favorito ancora di più l´apertura della Sicilia verso il mercato estero.
Il portale ha lo scopo di creare incontri virtuali fra le imprese siciliane e straniere. Le uniche occasioni di lavoro - ha concluso Cimino - non provengono più dalle istituzioni statali, ma dalle aziende. Ecco perché salvando le aziende salveremo anche la Sicilia". Dure critiche alla politica d'internazionalizzazione finora portata avanti dalle pubbliche amministrazioni sono piovute dal presidente di Assindustria Palermo, Giuseppe Costanzo che ha definito tale politica disorganica e frammentata in mille rivoli, dunque poco efficace. "Sicily World", invece, mettendo insieme tutte le istituzioni competenti del settore e destinando i soldi solo ai contatti diretti fra le imprese ha moltiplicato i risultati concreti. Le risorse pubbliche così risparmiate potranno essere rivolte ad organizzare ulteriori analoghe iniziative.
"Bisogna anche attrarre investimenti dall'estero in Sicilia e nel Mezzogiorno.- ha sottolineato il vice Ministro dell'Economia, Gianfranco Miccichè, - Per farlo bisogna superare due condizioni negative. Per quella relativa alla sicurezza il governo ha fatto passi da gigante con il protocollo di legalità firmato a Palermo dal ministro dell'Interno Beppe Pisanu per la 'cittadella della Polizia' e con quella che realizzeremo a Catania".
"Quanto alle autorizzazioni amministrative - ha concluso Miccichè - la burocrazia ha compiuto molti progressi, ma resta ancora qualche singolo burocrate che ostacola occasioni di sviluppo. Bisogna essere duri con quei dirigenti che frenano lo sviluppo, anche a costo di licenziarli".