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Marranzano World Festival II edizione

Cianchi di lignu e panza di peddi... Il tamburello in Sicilia e nel Mondo

18 aprile 2007

U marranzanu (o scacciapensiari, o mariolu): uno strumento tipicamente Siciliano, eppure diffuso in tutto il mondo in una grande varietà di forme e modelli; uno strumento ancestrale dal suono incredibilmente attuale. Testimone di una ''globalizzazione'' molto antica, il marranzano è quindi simultaneamente un simbolo della nostra tradizione locale e un possibile veicolo di interconnessione globale, metafora ideale per tutto ciò che, pur essendo tipicamente Siciliano, si proietta in uno spazio di relazioni culturali internazionali; per tutto ciò che, pur avendo radici antiche, si proietta verso il futuro...

Si apre al Monastero dei Benedettini di Catania, giovedì 19 aprile, la seconda edizione del Marranzano World Festival, dedicato agli strumenti musicali siciliani in chiave locale-globale, con un focus specifico quest'anno sul tamburello e i tamburi a cornice della Sicilia e del Mondo.
L'idea della musica come ponte culturale, che collega la Sicilia con le diverse sponde del Mediterraneo e del mondo, è quella che anima dal profondo il Marranzano World Festival.
Il titolo della manifestazione, con il suo riferimento ad uno specifico strumento, non deve ingannare, dal momento che il marranzano non è soltanto uno dei più rappresentativi strumenti fortemente radicati nella tradizione musicale della Sicilia, ma anche e soprattutto una metafora per tutto ciò che, pur essendo tipicamente siciliano, si proietta in uno spazio di relazioni culturali internazionali; per tutto ciò che, pur avendo radici antiche, si protende verso il futuro.
Così come il marranzano anche il tamburello, sul quale si concentra questa seconda edizione del festival, è uno strumento tipicamente siciliano, che però esiste in una grande varietà di forme e modelli in moltissime culture tradizionali in Italia, in Europa, in Asia e nell'intero pianeta. Testimone di una ''globalizzazione'' molto antica, il tamburello è quindi simultaneamente un simbolo della nostra tradizione locale e un possibile veicolo di interconnessione globale.

Il Marranzano World Festival è ricchissimo di importanti ospiti locali ed internazionali, come Alfio Antico, Glen Velez & Lori Cotler (Usa), Leo Tadagawa (Giappone), Layne Redmond (Usa), Bijan Chemirani (Iran), Pino Zimba (Salento) e Fabio Tricomi (Sicilia), e prevede una mostra di strumenti musicali, una conferenza organologica, un ciclo di laboratori musicali e naturalmente i concerti. Iniziative che si rivolgono ad un pubblico ampio e differenziato, e che permetteranno di scoprire l'insospettabile varietà e ricchezza del mondo sonoro racchiuso tra: cianchi di lignu e panza di peddi.
Il Festival è curato da Luca Recupero per l'Associazione MoMu Mondo di Musica in collaborazione con l'Università degli Studi di Catania, Circuiti Culturali, Facoltà di Lettere e Filosofia, Facoltà di Lingue e Letterature Straniere. In sinergia con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Catania, con il patrocinio e il contributo della Provincia Regionale di Catania e della Regione Siciliana.
Importante segnalare anche la fitta rete di collaborazioni che comprende prestigiose istituzioni culturali, come il Museo Archeologico Regionale di Agrigento e l'Istituto Musicale Vincenzo Bellini di Catania, ed associazioni culturali come la scuola popolare di musica Alan Lomax, il Consorzio dei Festival Indipendenti Area Sud e l'associazione Linera in Movimento di S. Venerina, che da' vita al Basula Fest con cui si chiude quest'anno il programma del Marranzano World Festival.

MONDOMARRANZANO
Gli scacciapensieri nel mondo - Il marranzano non è che l'incarnazione siciliana di una vera e propria famiglia di strumenti (generalmente indicati come scacciapensieri in Italiano, maultrommel in Tedesco, guimbarde in Francese e trump o jew's harp in Inglese) che ha radici molto antiche localizzabili tra l'Asia Orientale e Sud-Orientale. I modelli presumibilmente più antichi, costruiti in canna di bambù, sono tuttora largamente usati in vaste aree dell'Oceania e dell'Asia, spesso in connessione con pratiche di corteggiamento. In Cina viene suonato il kouqin, costituito da 2, 3 o 4 minutissimi strumenti di lamina metallica accordati fra loro. In India del Sud il morsing fa parte dell'orchestra tradizionale della musica classica Karnataka. Nella Repubblica Sakha-Yakutia (Russia) il khomus, che ha un ruolo importante nelle cerimonie religiose di tipo sciamanico, viene addirittura considerato lo strumento nazionale, e la sua pratica viene insegnata nelle scuole elementari e medie. Il piccolo strumento dalle lontane origini asiatiche è conosciuto in Europa almeno a partire dal XIV secolo (incerta la sua presenza già in epoca romana), ed ha vissuto un periodo di maggiore splendore in area Tedesca tra '700 e '800 grazie ad alcuni virtuosi concertisti per i quali sono stati scritti anche lavori cameristici e orchestrali da vari compositori tra cui Albrechtsberger e J.F. Hormann.

Vista la scarsa reputazione di cui gode lo scacciapensieri in Italia al giorno d'oggi, potrebbe apparire sorprendente l'esistenza di un network internazionale di musicisti, musicologi, esperti ed appassionati che già nel 1984 ha dato vita negli USA alla 1° International jew's harp conference. Questa rete informale si è recentemente dotata di un organo ufficiale con la fondazione nel 2003 della la International Jew's Harp Society, e negli ultimi anni (grazie anche ad Internet) ha allargato notevolmente il proprio raggio d'azione, coinvolgendo al momento attuale centinaia di persone disseminate in tutto il mondo, con centri di particolare interesse in Germania, USA, Giappone, Repubblica Sakha-Yakutia (Russia), Austria e Norvegia.
Esistono ormai numerosi siti web specializzati dedicati alle varie forme di scacciapensieri tradizionali nel mondo, ed è interessante notare che tutto ciò determina anche una discreta circolazione internazionale di strumenti. Un altro aspetto interessante è che all'interno di questo circuito gli scacciapensieri, strumenti dalle origini antiche ma dal suono incredibilmente attuale, diventano veicolo sia di un recupero di repertori tradizionali, che anche di innovazioni e sperimentazioni che vanno dall'ambito jazzistico a quello elettronico.
Appare quasi paradossale, almeno ad un Siciliano che si affacci su questa scena, la quasi totale mancanza di informazioni e pubblicazioni sul marranzano siciliano, che nel mondo è conosciuto purtroppo solo per la sciagurata associazione cinematografica con l'ambito mafioso, portata avanti da film come Salvatore Giuliano e Il padrino. La prima edizione del Marranzano Festival è riuscita a colmare almeno questa lacuna nelle comunicazioni, inserendo il marranzano (e gli strumenti di alto livello prodotti dai nostri artigiani) in un circuito internazionale di relazioni.

- IL PROGRAMMA

- GLI OSPITI


- www.marranzanoworldfestival.it

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18 aprile 2007
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