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Negli anni di crisi i redditi familiari sono scesi al Sud del 24,8%

Svimez legge i dati dello studio "Crisi, lavoro, redditi: quali politiche per le famiglie" di Elena Cappellini e Letizia Ravagli

09 febbraio 2015

Negli anni di crisi 2007-2012 i redditi delle famiglie con un capofamiglia under 35 in cui lavora meno di una persona su due sono scesi al Sud del 24,8%, mentre al Nord sono cresciuti dell’1,7%. Gli ammortizzatori sociali hanno permesso di recuperare il reddito perso per il 16,7% nel Nord-Est e per il 13,2% nel Sud. Se però fosse stata applicata la riforma Fornero, la quota di reddito recuperata sarebbe stata più alta, arrivando al Sud al 19,8%.
È quanto emerge dallo studio "Crisi, lavoro, redditi: quali politiche per le famiglie" di Elena Cappellini e Letizia Ravagli pubblicato sulla "Rivista economica del Mezzogiorno", trimestrale della SVIMEZ diretto da Riccardo Padovani.
Condotto su elaborazioni IRPET e dati ISTAT, lo studio prende in esame il ruolo degli ammortizzatori sociali sul recupero del reddito perso per la crisi in Italia negli anni 2008-2012 ed esamina i potenziali effetti della riforma Fornero sui redditi delle famiglie.

Dal 2007 al 2012 redditi in calo soprattutto tra i giovani e al Sud - Secondo la SVIMEZ, negli anni di crisi 2007-2012 la caduta del potere d’acquisto delle famiglie italiane è stata di circa il 9%, pari a 1.664 euro per ogni cittadino. Ma la caduta è stata più forte al Sud.
A causa della mancanza di lavoro ma anche di un sistema di welfare che penalizza il Sud, nel periodo 2007-2012 la caduta dei redditi ha colpito soprattutto i giovani e il Mezzogiorno: nelle famiglie con un capofamiglia under 35 e un tasso di occupazione inferiore al 50% (dove lavora cioè meno di una persona su due) i redditi sono scesi al Sud del 24,8%, mentre al Nord sono cresciuti dell’1,7%. Situazione diversa per i meno giovani: al crescere dell’età, infatti, la forbice resta ma la situazione migliora. Nel periodo in questione e nelle stesse famiglie in cui lavora meno di una persona su due, ma con un capofamiglia over 35, i redditi sono saliti, in termini nominali, in entrambe le ripartizioni: al Sud del 4,6%, al Nord del 10,5%.

Di fronte a un quadro di questa portata, negli anni 2008-2012 gli strumenti di welfare in uso hanno permesso alle famiglie di recuperare reddito, ma con cifre diverse a seconda della provenienza geografica e dell’età. Secondo la SVIMEZ nel periodo in questione nonostante tutti i loro limiti, gli ammortizzatori sociali hanno permesso alle famiglie italiane di recuperare il 15,6% del reddito perso, quale media tra il 16,7% del Nord-Est e il 13,2% del Sud.
A farne le spese, però, i più giovani. Nel periodo in questione, infatti, la perdita di reddito è stata per gli under 35 a livello nazionale e al Sud ben più elevata:-18,1%. Decisamente minore, quindi, fra i più giovani, la quota di reddito recuperata dagli ammortizzatori: il 7,3% al Nord-Ovest, il 5,2% al Sud. Le cifre cambiano decisamente se si osservano le dinamiche negli over 35: la perdita di reddito medio netto è al Sud del 4,7%, quasi il doppio del Nord-Ovest (-2,4%) ma tre volte inferiore alla performance negativa dei più giovani (-18,1%). Di conseguenza, cresce decisamente la quota di reddito recuperata con gli ammortizzatori: 22%, oltre quattro volte di più che fra gli under 35 (5,2%).

Redditi più protetti fra i giovani e al Sud con la riforma Fornero - Sempre secondo la SVIMEZ, se nel periodo in questione 2008-2012 fosse stata applicata la riforma Fornero sugli ammortizzatori sociali, la quota di reddito recuperata sarebbe stata più alta: dal 15,6% a livello nazionale sarebbe passata a 19,8%. Fra tutte le ripartizioni, a guadagnare di più sarebbe stato il Sud, recuperando una quota di reddito decisamente in crescita, dal 13,2% al 19,8%, a fronte di dinamiche più contenute ad esempio per il Nord-Est (da 16,7% a 17,9%).
Oltre al Sud, maggiormente tutelati anche i giovani: per gli under 35 la quota di reddito recuperata sarebbe passata al Nord-Est dal 6,7% al 9,9%, mentre al Sud sarebbe più che raddoppiata: dal 5,2% all’11,7%. Viceversa, in crescita ma con dinamiche più contenute la quota di reddito recuperata fra gli over 35: al Sud salgono dal 22 al 26,3%, mentre al Nord-Est addirittura scendono, dal 33,4 al 31,3%.

La proposta: più coesione sociale e territoriale nel welfare - In Italia, si legge nello studio, il sistema di welfare non è riuscito ad adeguarsi alle trasformazioni del mercato del lavoro: manca uno strumento di sostegno al reddito minimo, l’assistenza sociale viene pensata esclusivamente per gli anziani e gli ammortizzatori sociali si rivolgono pressoché esclusivamente ai lavoratori a tempo indeterminato. La riforma Fornero ha iniziato a ridurre lo squilibrio delle tutele tra lavoratori tipici e atipici, giovani e meno giovani, Sud e Nord, ma i divari restano ancora sostanziali. In un Paese sempre più povero e diseguale, conclude lo studio, serve "un ripensamento del sistema di protezione sociale nella direzione di una maggiore coesione sociale e territoriale". Sì all’introduzione nel Jobs Act di un sussidio di disoccupazione universale per tutti coloro che perdono il posto di lavoro con finanziamenti da reperire dalla cassa integrazione in deroga, ma in generale "a un sistema di sussidi più generosi deve necessariamente accompagnarsi un adeguato sviluppo delle politiche attive del lavoro".

- www.svimez.it

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09 febbraio 2015
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