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Nel Settentrione si va in pensione due anni prima rispetto al Sud Italia

Nelle regioni centro-settentrionali il 60% dei lavoratori va in pensione a meno di 60 anni

23 ottobre 2003
Il Nord va a riposo 2 anni prima rispetto al Sud. Da un recente studio della Svimez, curato da Luca Bianchi, emerge che l’età media del pensionamento dei residenti del Centro Nord è, infatti, di 58,6 anni, contro i 60,5 anni del Sud mentre la media italiana è 59,1.
I dati parlano chiaro: a Milano si va in pensione prima che a Palermo. Lo studio che fotografa la mappa del nostro sistema pensionistico evidenzia che lo Stato spende di più per le pensioni al Centro Nord piuttosto che al Mezzogiorno. Fra i cittadini in età pensionabile, infatti, al Nord uno su due ha una pensione, mentre al Sud solo uno su tre.

Il problema vero è il processo d'invecchiamento della popolazione che in generale, in Italia, è più evidente che nel resto dell’Europa, soprattutto nelle regioni centro-settentrionali. Un altro problema è la scarsa partecipazione al mercato del lavoro degli over 50 (-8,4% rispetto alla media europea) che optano per il pensionamento anticipato anche per la presenza dei forti incentivi presenti all'uscita. Il fenomeno, secondo le stime, è più diffuso al Nord. Nelle regioni centro-settentrionali  circa il 60% dei lavoratori vanno in pensione con una età inferiore ai 60 anni.

Nel Mezzogiorno tale percentuale scende al 40%” mentre al meridione si continua a lavorare sino a 60 (15%) e 65 anni (14%) cioè sino all'età corrispondente al pensionamento di vecchiaia.
Di contro al Centro-Nord, la distribuzione appare più omogenea, con maggiore concentrazione in corrispondenza dei 53 (6%) e 55 (10%) anni

La differenza nelle distribuzioni in prossimità delle età prevista dalla legge per la pensione di vecchiaia (60 anni per gli uomini e 65 per le donne) tra Nord e Sud costituisce una conferma di come le decisioni di pensionamento nelle regioni del Centro-Nord siano profondamente influenzate dalle possibilità di poter usufruire di forme agevolate di anticipo della pensione.
Nel corso del 2000 sono state erogate in tutta Italia 17,8 milioni  prestazioni pensionistiche di natura previdenziale, per una spesa totale di 154 miliardi di euro. Al Mezzogiorno è andato il 29% del totale dei trattamenti e il 26% della spesa. Gli importi medi delle prestazioni al Sud sono complessivamente inferiori a quelli del Centro Nord.

Dei 154 miliardi di euro spesi nel 2000, ben il 74,4% è andato a finanziare le pensioni dei residenti del Centro Nord, mentre al Sud è andato il 25,6% (pari a 39,5 miliardi di euro). Inoltre osservando bene i dati risulta evidente  che al Sud le pensioni sono più basse. Il 53,9% degli assegni di invalidità sono erogati a favore di residenti del Centro Nord, attivando il 56% del totale della spesa di settore. Invece, nel Mezzogiorno, dove pure c’è un’alta incidenza di invalidità (46,1%), la percentuale di spesa attivata arriva appena al 44%. Lo stesso discorso è valido per le pensioni di vecchiaia.

Queste due categorie, sommate, sono così ripartite: 76,6% al Centro Nord, e 23,4% al Sud, mentre la spesa è rispettivamente del 77,8% (pari a 86.187 miliardi di euro) e del 22,2% (circa 24.659 miliardi di euro. In questo caso si nota uno scarto tra le prestazioni e la spesa effettiva.

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23 ottobre 2003
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