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Palermo rende omaggio ad Antonio Pizzuto

Narratore originale e incompreso, tra i più interessanti dell'avanguardia italiana

03 aprile 2004

"La narrazione vince l'assurdo di tradurre l'azione in rappresentazioni poiché riconosce che il fatto è un'astrazione"

Sono solo in pochissimi, e solo raffinati cultori a conoscere l'opera letteraria di Antonio Pizzuto, uno degli autori palermitani contemporanei ad aver ricoperto un importante ruolo nella letteratura degli anni ’60.
Autore dimenticato a causa della sua presunta illegibilità, ha saputo con la sua produzione, liberare la Sicilia letteraria dalla gabbia di persistente "sicilitudine", costretta fra la ormai fin troppo banalizzata retorica gattopardiana da una parte, e l'irredimibile paesaggio sciasciano dall'altra.
L’opera letteraria di Antonio Pizzuto, questore in pensione, approdato tardivamente alla letteratura nasce da un esercizio solitario di una scrittura certamente difficile, ma estremamente colta e affascinante, che si riconosce pienamente  nella concretizzazione di un pensiero che ha accompagnato una parte della letteratura europea negli anni '60, quella parte che si è occupata della distruzione del romanzo tradizionale e della riformulazione di una lingua letteraria che non fermi gli eventi in forme morte, ma che sia generatrice di continui significati e che renda il lettore (certamente capace) partecipe della costruzione di questi significati, in "una compartecipazione attiva" come diceva lo stesso Pizzuto, parlando della propria scrittura, conosciuta e apprezzata da una stretta cerchia di addetti ai lavori, ma ancora ignota al grande pubblico.

Oggi, sabato 3 aprile, alla Libreria Broadway di Palermo, si ricorderà proprio lui, in una serata dedicata a quello scrittore difficile e poco compreso, che può divenire pretesto per ricordare il valore e la qualità di uno fra i più instancabili sperimentatori della lingua e della sintassi italiana.
Ai ricordi della figlia Maria, di Marcello Benfante e Salvatore Tedesco, che presenteranno il quaderno 12-13 della Fondazione intestata allo scrittore scomparso, con scritti di Alda Capodoglio e Marco Antonio Altieri, farà da sfondo la mostra fotografica "La mano della sposa" di Nosrat Panahi Nejad, autore anche del documentario Antonio Pizzuto (1893-1976) che verrà proiettato nel corso della serata.
La mostra fotografica resterà aperta dal 3 al 12 Aprile 2004

Antonio Pizzuto nacque a Palermo il 14 maggio 1893. Qui, ancora liceale, iniziò a frequentare la Biblioteca Filosofica di G. Amato Pojero. Nel 1912 pubblicò la novella "Rosalia".
Laureatosi in Giurisprudenza intraprese la carriera di poliziotto. Si laureò in Filosofia nel '22. Del '23 è la prima stesura di "Sinfonia". Ebbe incarichi negli organismi della Polizia Internazionale, fu Vicequestore a Trento e Questore a Bolzano e Arezzo. Dal '50, raggiunta la pensione, avendo già pubblicato alcune opere e imbastite altre, inaugura una straordinaria stagione creativa.
Muore a Roma nel 1976.
Con la ristampa di "Signorina Rosina" e "Sul ponte di Avignone", (Edizioni Polistampa - Collana diretta da Gualberto Alvino e Antonio Pane) si conclude la prima fase di un progetto che si proponeva, secondo l’auspicio di Gianfranco Contini, di restituire al comune commercio l’opera di Antonio Pizzuto, il narratore più originale del nostro Novecento.
Il progetto si è aperto nel 1998 con il recupero di un importante romanzo inedito, "Così", ed è culminato nella riproposta di alcuni dei più rilevanti testi narrativi: "Ravenna", "Paginette", "Signorina Rosina", "Sul ponte di Avignone".
Ne "Il Diaspro. Epistolari" sono stati pubblicati anche fondamentali carteggi con Giovanni Nencioni (Caro Testatore, Carissimo Padrino), Gianfranco Contini (Coup de foudre), Margaret Contini (Telstar).
È in preparazione, inoltre, l’epistolario tra Antonio Pizzuto e Alberto Mondadori.

Ai libri di Pizzuto si sono accompagnate anche le monografie critiche di Antonio Pane (Il leggibile Pizzuto) e di Gualberto Alvino (Chi ha paura di Antonio Pizzuto?).

Bibliografia di Antonio Pizzuto
Sul ponte di Avignone (1938, 1985)
Signorina Rosina (1959)
Si riparano bambole (1962)
Ravenna (1962)
Paginette (1964)
Sinfonia (1966)
Testamento (1969)
Pagelle I (1973)
Pagelle II (1975)
Ultime e penultime (1975)

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03 aprile 2004
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