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Piazza Pretoria, il sogno Barocco

Una grande festa barocca a Palermo per il risveglio della luminosa e raggiante fontana

13 dicembre 2003
La Fontana Pretoria, che troneggia nella piazza antistante Palazzo della Aquile, il municipio di Palermo, torna da oggi al suo splendore e alla città. Con i lavori, curati dalla Sovrintendenza ai Beni culturali della Regione siciliana, tutte le statue marmoree, le teste dei mostri marini, le vasche e i gradini, anneriti da smog, muffe e impurità, sono stati scrupolosamente ripuliti, recuperando l'originario colore bianco.
Nell'arredo urbano circostante tre importanti interventi sono stati realizzati dal Comune: il ripristino della bella cancellata che cinge la fontana, sul modello dell' originale (non più esistente) disegnata dal Basile e collocata nel 1858 (80 mila euro). Il secondo intervento riguarda il nuovo sistema d'illuminazione della fontana (otto lampioni artistici in ghisa, su modello ottocentesco) che ne esaltano le prospettive e la monumentalità (75 mila euro). Il terzo riguarda il sistema idrico, recuperato su quello antico, che coordina il getto d' acqua con le quattro vasche dei vicini Quattro Canti.

La fontana fu realizzata nel 1555 dallo scultore manierista toscano Francesco Camilliani, allievo di Baccio Bandinelli, col quale collaborò Michelangelo Nacherino, allievo del Giambologna. Doveva essere collocata nella villa fiorentina di Don Cosimo Medici, Gran Duca di Toscana, che aveva sposato Eleonora di Toledo, figlia di Don Pedro e sorella di Don Garsia Toledo, già vicerè di Sicilia, ma venne acquistata dal Senato palermitano e montata davanti al Palazzo pretorio nel 1581: un'operazione complessa, per un costo complessivo, notevolissimo di 24.714 onze.
L'operazione durò parecchio tempo e fu curata da Camillo Camilliani, figlio di Francesco. Nel nuovo sito (non si dimentichi che la fontana era nata per un giardino), venne cambiata la composizione, rispetto alla sistemazione originaria, per adattarla alla scenografia della piazza. L'area era stata aperta nel 1558, quasi contemporaneamente al rifacimento del Palazzo pretorio, ed il Senato aveva deciso di innalzarvi una ''gran fonte'' per dar vita ad un teatro marmoreo che rappresentasse la mitologia civica: da un lato, c'era, dunque, l'obiettivo enfaticamente agiografico di realizzare una sorta di santuario degli emblemi originari della città, e dall'altro, quello di rivendicare, da parte del Senato, le proprie prerogative rispetto al potere vicereale. Il risultato fu un grande successo d'immagine, per quei tempi, sia per la celebrità dello scultore, sia per l'encomio che ne fece Giorgio Vasari. La fontana era un'opera accademica, squisitamente aristocratica, intrisa di cultura letteraria e filosofica, summa delle teorie rinascimentali. Con le sue sorgenti zampillanti volle essere anche un giardino delle meraviglie, museo zoologico, ma soprattutto immagine neoplatonica, simbolica dell' universo.

Per festeggiare il ritornato simbolo di tutta questa storia,  uno spettacolo che inaugura l’inizio delle feste natalizie. "Piazza Pretoria il sogno Barocco" è uno spettacolo di musica e danza ideato per una grande festa barocca nella ricerca di un’amalgama che possa ricondurre ad un concetto primario nel Barocco: tutte le voci si accordano, proprio come le arti di questa festa. La musica e la danza si esprimono all’unisono, in un sincrono soave che vuole incantare.
Dal punto di vista estetico e contenutistico, la "festa barocca" è la più spettacolare forma d’arte elaborata dall’Occidente. Un gioco di differenti intensità di candide luci bianche porrà in evidenza i particolari con l’aiuto delle ombreggiature, di volta in volta, mostreranno la simbologia del monumento in modo da renderlo unico protagonista. Duemila padelle romane (preventivamente installate) accese su tutti i monumenti che attorniano la fontana. 
Un attore apre lo spettacolo leggendo un brano che riprende l’epitaffio posto sul prospetto di Palazzo delle Aquile: a seguire l’orchestra, composta da un’ensemble di 20 elementi e due solisti e quindi un direttore d’orchestra, esegue parte delle Quattro stagioni di Vivaldi.
Contestualmente quattro danzatrici compiono una stupefacente salita sulla parete, con una coreografia aerea di grande suggestione: è una danza spezzata, fatta di piccoli gesti ripetuti, di azioni lente e veloci, di ampi respiri e chiusure dinamiche.

Responsabile del progetto artistico musicale, della composizione del gruppo "Orchestra da camera Vincenzo Bellini", nonché delle musiche, il maestro Ignazio Miraglia.

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13 dicembre 2003
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