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Si è spenta Giuni Russo. Con lei se ne va una delle più interessanti voci della musica italiana

La cantante di Un estate al mare, nata a Palermo, da tempo era malata di cancro

15 settembre 2004

La cantante palermitana Giuni Russo è morta la scorsa notte, nella sua abitazione a Milano. Aveva appena compiuto, lo scorso 10 settembre, 53 anni, ed era malata da tempo di tumore.
Una vita tutta nel segno della musica. Nata a Palermo, col nome di Giusi Romeo, cresciuta in una famiglia cultrice delle lirica, Giuni comincia prestissimo a studiare canto e composizione. Il grande successo arriva dopo l'incontro con un altro artista siciliano, Franco Battiato: autore attentissimo alle interpreti femminili (vedi Alice e Milva), il cantautore catanese scrive, per lei, nel 1982, "Un estate al mare". Ed è il successo, per un'interprete che punta, più che sul fascino o sugli effetti speciali, sulla voce e e sulla presenza scenica.

Sempre nell'82, esce l'album "Energie", scritto con Battiato. Le successive incisioni - da "Vox" dell'83 ad "Album" dell'87 - rivelano la sua tendenza alla sperimentazione; anche se non mancano gli hit facilmente orecchiabili, come "Good good bye", "Sere d'agosto", "Limonata cha cha", "Mediterranea", "Alghero", "Adrenalina".

Da allora, la sua carriera prosegue senza sosta; anche se, forse, senza i grandissimi successi, in termini di vendite, dell'exploit iniziale. Nell'album "A casa di Ida Rubinstein", ad esempio, esegue arie e romanze notissime di Bellini, Donizzetti e Verdi. E mostra tutte le sue potenzialità vocali.
In realtà Giuni Russo non è mai andata troppo d'accordo con le regole del mercato e dell'industria: fin dai primi suoi tentativi professionali compiuti a Milano dove si era trasferita ancora giovanissima dopo aver lasciato Palermo dove era nata nel 1952. Aveva alle spalle seri studi musicali, una passione per la lirica, per il jazz e per quell'universo sospeso tra accademia ed etnia. Il suo debutto risale al 1976 quando animava un duo insieme a Maria Antonietta Sisini: 'Love is woman' è l'album inciso da loro, un curioso esperimento con atmosfere quasi jazzistiche che non ha avuto il successo sperato.
Questa distanza tra ambizione e realtà è rimasta purtroppo una caratteristica dell'intera carriera di Giuni Russo, una delle interpreti più tecnicamente dotate e colte della canzone italiana che è riuscita in fondo ad avere un solo grande successo nella carriera senza mai ottenere il pieno riconoscimento non solo del suo talento ma anche delle sue aspirazioni e ambizioni musicali che non erano certo indirizzate ai successi da classifica. 
 
Arrivando agli anni Novanta la Russo, mai troppo amata dai discografici delle major, si concentra soprattutto sulle collaborazioni con scrittori e poeti. Nel '97 si esibisce nello spettacolo "Verba Tango", a base di musica contemporanea e poesie di Borges; al suo fianco, un personaggio del calibro di Giorgio Albertazzi.

Poi gli ultimi anni, e la malattia. Con la scelta coraggiosa di esibirsi sul palco di Sanremo, lo scorso anno, con il brano "Morirò d'amore".
L'ultima sua incisione, nell'ottobre scorso, è per il dvd "Napoli che canta", film muto del 1926, diretto da Roberto Leone Roberti, il padre di Sergio Leone, che si era perso nel nulla da mezzo secolo: dopo averlo riscoperto, a Giuni fu affidata la colonna sonora.

I funerali della cantante si terranno oggi a Milano, al Monastero delle Carmelitane Scalze.

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15 settembre 2004
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