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Sicilia quanto costi! Le spese sballate e i debiti in aumento della Regione Siciliana

Eccessive e prive di criterio le spese della Regione Sicilia

08 luglio 2004

Quasi 15 mila dipendenti regionali, "pari al quintuplo dei dipendenti della Regione Lombardia, che pur avendo la stessa estensione territoriale della Sicilia, ha il doppio degli abitanti. Otto volte in più il numero dei dirigenti della Regione siciliana rispetto sempre alla Lombardia: 2237 contro 285".
Sono alcune cifre fornite dal pm della procura generale della Corte dei Conti per la Sicilia, Giovanni Coppola, che a fine giugno ha pronunciato la requisitoria nel corso dell'udienza sul rendiconto 2003 della Regione siciliana.
Secondo il pm "non migliore è la situazione sul versante della sanità, che da sola assorbe in termini di spesa il 47% dell'intero bilancio regionale, superando i 7 miliardi di euro".

Il vice procuratore generale, Giovanni Coppola, nella sua requisitoria, aveva sottolineato "la mancanza di presupposti per dichiarare l'attendibilità dell'avanzo finanziario al 2003", proponendo alla Regione di "non utilizzarlo finché non venga effettivamente realizzato". La Corte, dopo pochi minuti di camera di consiglio, ha espresso il suo giudizio, chiedendo all'amministrazione chiarimenti solo sul punto che riguarda 1.905 milioni di mandati di pagamento, le cui procedure di liquidazione sono ancora in corso.

Coppola aveva sottolineato il mancato introito di tributi nel corso degli anni, iscritti in bilancio tra i residui attivi, fornendo alcune cifre: su 844 milioni di euro del gettito Irpef, la Regione ne ha incassati 14; sui 332 milioni dell' Irpeg sono stati raccolti 717 mila euro e sugli introiti dell'Iva, pari a 2 miliardi e 200 milioni di euro, nelle casse sono finiti 7 milioni.
"Si tratta - ha commentato l'assessore al Bilancio Alessandro Pagano - di somme che la Regione, di fatto, non ha usato, avendone bloccato l'utilizzo con la legge 4 del 2003. Da quella data - ha concluso - alla voce residui attivi vengono contabilizzati solo i trasferimenti".

Sul rendiconto 2003 della regione siciliana, il vice presidente nazionale di Confindustria, Ettore Artioli, intervenuto alla udienza della magistratura contabile siciliana, così si è espresso: "Siamo in presenza di una spesa incontrollata, per fermare la quale non servono saracinesche ma muri di cemento armato". "In Sicilia - ha spiegato Artioli - la regione paga un milione di euro al mese per interessi bancari relativi a mutui i cui tassi non sono stati mai rinegoziati e che raggiungono il 16% annuo".

Artioli ha anche puntato il dito contro la spesa sanitaria: "in questo settore - ha detto - bisogna compiere delle scelte piuttosto che addizionare i costi della sanità pubblica a quelli della sanità privata, occorre orientare la strategia e stabilire quale percorso si vuole adottare".

E continuando sul versante della sanità, proprio ieri sul tavolo della giunta di governo la Regione siciliana farà arrivare un decreto che autorizza i manager delle Asl siciliane a sforare la spesa farmaceutica per altri 200 milioni circa di euro.
Il testo del decreto inoltre dice che le aziende potranno ricorrere a prestiti bancari per coprire i debiti più urgenti.
È il pacchetto di misure allestito dall’assessore Ettore Cittadini e dal governatore Salvatore Cuffaro per superare la nuova emergenza economica nella sanità pubblica. 
In questo modo, però, nel bilancio regionale, il deficit complessivo della sola voce "farmaceutica" lieviterà quest’anno dai 316 milioni previsti a circa 500, una cinquantina in più rispetto al record negativo già raggiunto lo scorso anno.

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08 luglio 2004
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