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Sos cultura a Messina, chiudono le sale cinematografiche e i teatri

Interviene il regista Francesco Calogero

14 gennaio 2003
Una città in crisi.
Priva di spazi adeguati per la cultura  e la creatività.

"A Messina l'aria è sempre più irrespirabile", e non è un problema di smog per il regista Francesco Calogero, autore dei film "La gentilezza del tocco", "Nessuno" e "Metronotte".

 La sua è una denuncia che rivela una grande amarezza. Ma che cosa sta succedendo a Messina?
"I cinema chiudono. I teatri vengono abbattuti. I giovani talenti sono costretti a costruirsi un futuro altrove.

Le periferie sono abbandonate al degrado e le istituzioni non sostengono le attività culturali - spiega Calogero- Non a caso, le compagnie teatrali cercano disperatamente spazi per esprimersi, e, intanto, cineclub come il Milani e l'Orione versano in gravi difficoltà. E' un peccato, ad esempio, che l'esperienza del Messina Film Festival si sia interrotta".

Il regista boccia la programmazione culturale in città: "Qui è impossibile conoscere i lavori di molti autori non commerciali - accusa - Messina è tagliata fuori dalla sperimentazione artistica. Se disponessimo di un altro grande teatro, il Vittorio Emanuele potrebbe dedicarsi alla lirica e alla musica in genere, dando possibilità alla sua orchestra di lavorare di più bisognerebbe sostenere anche il Teatro dei Naviganti, che produce cultura in una zona ai margini, in Via del Santo".

Nel frattempo uno storico cinema-teatro come il Valli è stato abbattuto. "E' l'ennesimo scempio alle strutture della nostra tradizione culturale. Questa sala era nata nel 1918, come teatrino dei pupi. Il suo destino è simile a quello già subito dai cinema Trinacria, Metropol, Garden e Orione, e dei teatri san Carlino e In Fiera".

Ma qual è, allora, la soluzione? "Abbiamo formato un comitato per salvare i cinema Aurora e Lux dalla chiusura definitiva. L'obiettivo è sensibilizzare i cittadini, affinché il silenzio non avvolga tutto. Ma uno spiraglio di luce sulla vicenda, in realtà è comparso inatteso negli ultimi giorni: i proprietari delle due sale dovrebbero destinare solo una parte degli ex cinema all'esercizio commerciale consentendo la realizzazione di due sale da cento posti. Tuttavia non vengono meno le ragioni di costituzione del comitato. Esiste comunque una emergenza cultura a Messina. Da anni mi batto perché un Ufficio cinema comunale gestisca un nuovo cineclub, con il recupero di vecchie pellicole e l'organizzazione di retrospettive. La qualità della vita di una città dipende anche dalla sua vivacità intellettuale".

Fonte: La Repubblica

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14 gennaio 2003
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