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Tanti, troppi comuni ''sofferenti''. Dal monitoraggio della Corte dei Conti siciliana

16 gennaio 2007

Un comune siciliano su due ha violato il patto di stabilità presentando bilanci in deficit, uno su dieci rischia il dissesto, uno su quattro ha assunto nuovi dipendenti, nonostante la legge lo vietasse espressamente, violando i limiti alla spesa per il personale.

Sono i dati salienti di un vasto monitoraggio sugli enti locali disposto dalla sezione di controllo della Corte dei Conti siciliana presieduta da Maurizio Meloni.
Il lavoro è stato svolto da una task force di cinque magistrati che in poco meno di due mesi ha analizzato i bilanci di 375 comuni sui 390 che ne conta la Sicilia. Per 131 sono emersi errori di lieve entità, altre 112 amministrazioni su cui sono state riscontrate ''notevoli irregolarità'' sono state deferite dalla task force alla sezione di controllo per un'analisi più dettagliata dei bilanci. Tutti i capoluoghi di provincia, tranne Ragusa, non hanno rispettato i vincoli previsti dal patto di stabilità e presentano varie situazioni di ''sofferenza''.

Il comune di Enna, per esempio, ha dichiarato il dissesto nel 2005, mentre Catania, a causa di gravi difficoltà finanziarie, ha approvato il bilancio con notevole ritardo. L'esame, il primo del genere, previsto dalla Finanziaria dello scorso anno - ha riguardato i bilanci preventivi per il 2006; la task force sta procedendo ora allo studio dei questionari relativi ai bilanci consuntivi 2005.

 

 

 

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16 gennaio 2007
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