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Teatro greco di Siracusa - Stagione 2004

A Siracusa ritornano le grandi opere greche. Quest'anno, Edipo Re, Medea e Le donne in assemblea

06 maggio 2004

A Siracusa, nei mesi di Maggio e Giugno, si rinnova l'appuntamento annuale con le rappresentazioni greche organizzate dall'Istituto Nazionale del Dramma Antico (INDA).
Nell'inimitabile e senza tempo scenario del teatro antico di Siracusa, si alterneranno quest'anno l'Edipo Re di Sofocle, per la regia di Roberto Guicciardini e la Medea di Euripide, messa in scena dal regista tedesco Peter Stein.
Tradizionalmente tre le opere ogni anno, la terza opera, una commedia, sarà per questa edizione inscenata nel rinato Castello Maniace, che farà da sfondo per la prima rappresentazione de Le donne in assemblea di Aristofane, per la  regia del giovane Luciano Colavero.

Edipo Re di Sofocle
A Tebe, dinanzi alla reggia dei Labdacidi, una moltitudine di cittadini si aduna supplichevole. Edipo appare sulla soglia e chiede il perchè di questo affollarsi. Un sacerdote spiega al sovrano come il popolo attenda da lui, Manifesto del 1958vincitore della Sfinge, un sollievo contro il malanno della peste che incombe funesta su Tebe.
Edipo comunica che Creonte, suo cognato, di ritorno dall'oracolo di Delfi porterà il responso di Apollo.
Quindi giunge Creonte che annuncia che la peste è originata dalla mancata punizione di colui che, tuttora ignoto, ha ucciso Laio, re di Tebe. Edipo promette di far luce sul delitto ed eseguire quanto chiesto dal Dio Apollo. Proclama quindi un bando contro l'ignoto colpevole e, per aiuto, ricorre all'arte profetica di Tiresia. L'indovino dapprima si rifiuta di rispondere alle domande del re ma infine, pressato svela che egli stesso, Edipo re, è l'autore dell'infame delitto. Poco dopo,scacciato da Edipo che lo ritiene autore, insieme a Creonte, di macchinazioni ordite ai suoi danni, aggiunge altre fosche predizioni.
Creonte, informato di quanto detto da Edipo afferma la sua innocenza ed estraneità alle predizioni. Interviene Giocasta, vedova di Laio ed ora moglie di Edipo. Ascoltati i fatti ella appare scettica sull'arte profetica: già in passato le era stato profetizzato che Laio suo marito, sarebbe morto per mano del suo stesso figlio. Così il figlio, a tre giorni dalla nascita fu abbandonato per ordine del padre su una impervia montagna e Laio stesso invece fu poi ucciso da briganti.
A queste parole nell'animo del re cresce il dubbio fino a trasformarsi in orrenda certezza. Egli infatti riconosce adesso in Laio il vecchio che egli uccise per difesa all'incrocio di tre strade, quando era in viaggio verso Tebe. Inoltre ricorda ora l'oracolo di Febo secondo cui egli avrebbe dovuto uccidere suo padre e unirsi con la madre.
La vicenda corre adesso velocemente verso l'epilogo sanguinoso. Edipo scopre come colui che egli credeva suo padre, il re Polibo fosse in realtà solo colui che l'aveva raccolto quando era stato abbandonato sul monte Citerone. Ormai è tutto chiaro. L'oracolo di Febo si è avverato appieno. Piombato nella estrema sciagura Edipo fugge entro la reggia.
Il Coro piange nel fato di Edipo l'infelicità della vita umana, senza rimedio. Dalla reggia esce un Nunzio in preda a vivo terrore. Racconta come Giocasta abbia posto fine ai suoi giorni, strangolandosi e come Edipo si sia trafitto gli occhi.
Appare il misero re, accecato e piangente la sua orribile sventura. A Creonte che lo invita a rientrare nella reggia Edipo chiede di essere messo al bando dalla terra di Tebe, come esige il responso dell'oracolo, perché impuro e parricida. Il Coro commenta che nessuno dei mortali può considerarsi beato se prima non sia giunto al termine dell'esistenza scevro di ogni male.

- Scheda di Roberto Guicciardini -

Medea di Euripide
L'azione si svolge a Corinto, dinanzi alla casa di Giasone. La nutrice di Medea ricorda l'amore della sua signora Manifesto del 1972per Giasone, amore che la indusse a partecipare all'impresa per la conquista del Vello d'oro, tradendo il padre re della Colchide, a uccidere Pelia, a fuggire con i figli e il marito Giasone.
Ora Giasone ha abbandonato la fedele compagna per sposare la figlia di Creonte, re di Corinto: la nutrice teme che Medea voglia vendicarsi atrocemente. Giunge un messaggero che comunica alla nutrice che il re vuole scacciare Medea e i fanciulli dalla città.
Dal palazzo giungono le grida di Medea che impreca alla propria sorte e minaccia la rovina dei figli e dello sposo. Esce dunque Medea dal palazzo lamentando il destino che la priva della patria, dei parenti e degli amici e che, per amore, la trasformò in traditrice. Giunge il re Creonte e ordina che Medea lasci Corinto con i suoi figli. Ella, fingendosi rassegnata ottiene di poter restare fino a sera nella città. La donna, uscito il re si appresta a predisporre la sua vendetta facendo ricorso alle sue arti magiche.
Giunge Egeo, re di Atene. Medea, a conoscenza del fatto che egli sia di ritorno dall'oracolo di Apollo, dove si è recato per interrogarlo sulla mancanza di prole, si assicura il suo favore e la sua ospitalità in cambio delle sue arti per poter avere figli.
Partito Egeo, Medea svela al Coro il suo piano. Fingendosi pentita invierà alla figlia del re una veste e un serto d'oro, intrisi di un farmaco che farà morire la fanciulla di orrenda morte. Poi per vendicarsi di Giasone in modo ancora più tremendo ucciderà i figli.
Giunge Giasone e convinto dalle parole di pace di Medea invia i figli, portatori dei doni alla nuova sposa. Il messo ritorna con i bambini comunicando come la sposa abbia gradito i doni. La vicenda ormai ha il suo corso. In un lungo monologo Medea esprime tutto il suo affetto per i figli, ma il pensiero della vendetta torna ad incalzare ed ella inizia i preparativi finali.
Un messaggero giunge trafelato e racconta a Medea l'orribile fine di Glauce e di Creonte straziati dal veleno corrosivo della veste: l'una per averla indossata e l'altro per aver voluto abbracciare la figlia morta. Medea gioisce del suo crudele trionfo e non esita a compiere l'ultimo delitto. Con la spada in pugno entra nel palazzo.
Accorre Giasone. Intende salvare i figli, involontari colpevoli della morte del re e della figlia, dall'ira dei cittadini. Egli sta per forzare il portone quand'ecco appare Medea: ai suoi fianchi i cadaveri dei figli. Contro di lei impreca Giasone ma Medea ribatte che solo lui è causa di tanta sciagura e spietata nega al consorte i corpi dei figli. Quindi sparisce nell'aria mentre Giasone resta a piangere la sua sventura.

- Scheda di Peter Stein -

Le donne in assemblea di Aristofane
Stanche del governo degli uomini, che avevano condotto la città in rovina, le donne ateniesi, al comando di Manifesto del 2004Prassagora, decisero di impadronirsi del potere. Un mattino, lasciati i mariti a dormire, travestite da uomini, uscirono all’alba per recarsi all’Assemblea. Essendo in maggioranza per l’assenza degli uomini, riuscirono a votare una legge che affidava il governo alle donne.
Mentre Blepiro e un altro concittadino commentavano la scomparsa delle mogli, tornò Cremate dall’Assemblea, che li informò dell’accaduto: d’ora innanzi le donne baderanno a tutto.
Tornata a casa, Prassagora fece finta di niente e disse al marito di essere andata ad assistere una sua amica partoriente, ma poi gli rivelò la verità, presentandogli il suo programma di governo: tutto era in comune, ma tutto era governato dalle donne; gli uomini non dovevano fare più niente, ci sarebbero state delle leggi contro le ingiustizie verso le vecchie e le brutte. Forti di queste leggi, tutte le donne anziane e le ragazze brutte potevano portar via i bei giovani alle altre ragazze.

- Scheda di Luciano Colavero -

Eventi a Siracusa per la stagione INDA 2004
Sabato 15 maggio, ore 12.30
Palazzo Greco-corso Matteotti
Inaugurazione Museo e Biblioteca INDA- intitolazione della sala fonti greche e latine"Raffaele Cantarella"

Sabato 22 maggio, ore 21.30
Teatro greco
Incontro con Valerio Massimo Manfredi

Domenica 23 maggio, ore 10.00
Palazzo Greco-corso Matteotti
Inaugurazione della mostra: "Artista di Dioniso. Duilio Cambellotti e il Teatro greco di Siracusa (1914-1948)" (23 maggio - 9 gennaio 2005)

Lunedì 24 maggio, ore 21.00
Teatro greco
Giuseppe Voza: "Il Teatro greco di Siracusa: stato attuale della conoscenza"

Giovedì 27 maggio, ore 22.00
Palazzo Greco-corso Matteotti
Inizio del ciclo: "Serate al Museo INDA" conferenze e spettacoli

Giovedì 3 giugno, ore 21.30
Castello Maniace
Prima rappresentazione de Le donne in assemblea di Aristofane (regia di Luciano Colavero), a giorni alterni fino al 20 giugno*

Venerdì 4 giugno, ore 18.00
Teatro greco
Conferimento del premio "Eschilo d'oro"

*La commedia, prodotto dall'INDA, dopo Siracusa circuiterà in diversi teatri antichi, non solo italiani, fra i quali: Pompei, Urbisaglia, Selinunte, Segesta, Camarina, Carnutum (Austria)


Il Calendario della stagione 2004

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06 maggio 2004
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