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Alla scoperta di Francavilla di Sicilia, camminando tra storia e leggenda

Teatro della cruenta battaglia tra austriaci e spagnoli per il dominio dell'Isola

08 gennaio 2024
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ph. Dantadd - CC BY-SA 2.5

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Nell'incanto della Valle dell'Alcantara, a circa 330 metri sul livello del mare, incorniciata dai Monti Peloritani, dal fiume San Paolo e dal torrente Zavianni, sorge Francavilla di Sicilia, elegante cittadina che custodisce un  prezioso patrimonio di monumenti civili e religiosi. Il paese si trova a circa 70 km da Messina, alla cui provincia appartiene, in una posizione di transizione e anticamente addirittura era collegato con la 'regia trazzera' che partendo da Taormina, proseguiva verso l'interno della Sicilia lungo la Valle dell'Alcantara.

Il centro abitato ha mantenuto l'antico assetto medioevale con casette a schiera che costeggiano vicoletti e con le chiese, le fontane e i palazzi. In cima al paese, vi è il tipico 'Borgo' o antico quartiere 'Contarado' costituito da casette tipiche della civiltà contadina caratterizzate, da balconi abbelliti da fiori e da elementi architettonici dì tardo stile gotico. Tra queste spicca la grande casa 'Contarado' di stile aragonese.

Le tappe del nostro itinerario

TappaCastello feudale

Adagiato su una collinetta alta circa 500 metri dalla quale si domina l'intero centro abitato, c'è l'antico Castello feudale, edificato intorno al 1265. Da qui inoltre, si può ammirare lo spettacolare paesaggio offerto dai corsi d'acqua che scorrono tra le rocce laviche, dai verdi e lussureggianti boschi di conifere e latifoglie del monte Mandrazzi. Il tempo e le intemperie hanno risparmiato soltanto la recinzione muraria del castello, posta ai limiti di un ciglione, che sovrasta una parete ripidissima ed una grande cisterna, all'interno del cortile. Attorno al '300 il maniero subì dei lavori di ampliamento e fu trasformato in un'autentica fortezza in grado di assicurare protezione al centro abitato sottostante. Ulteriori espansioni interessarono il Castello e le zone limitrofe soprattutto nel XVI e XVII secolo.

TappaChiesa di San Paolo

Attraverso Corso Vittorio Emanuele si giunge alla Chiesa di San Paolo, risalente al XV secolo. La Chiesa si affaccia su una piazzetta ornata da una bella fontana del 1674, simbolo della città. In marmo bianco, rappresenta una fanciulla dalle forme sinuose che tiene nella mano destra uno scudo con lo stemma raffigurante due leoncini rampanti (stemma dei signori di Sperlinga). Sempre in zona si trova la Fontana Vena del 1400, conosciuta come la "fontana dei 18 schicci" (cannelle).

TappaConvento dei Frati Cappuccini


ph. Alex3 - CC BY-SA 3.0

Allontanandoci un po' dal centro abitato e percorrendo il Ponte Santa Maria delle Preci (del 1585), si può raggiungere il Convento dei Frati Cappuccini, fiore all'occhiello della città. Edificato nel 1570, il convento presenta gli stipiti delle finestre e delle porte in pietra arenaria. Nel 1600, per l'aumentato numero di frati, fu costruito un'ulteriore piano e nella scala fu dipinto, da frate Feliciano Guarcena da Messina, un angelo che spicca il volo tenendo nella mano destra un bambino e con la sinistra indica il cielo.

La Sacrestia custodisce un autentico gioiello artistico di Frate Mariano Tatì, un mobile in legno scolpito ed intarsiato con infiniti elementi floreali ed animali, che si compone di una parte bassa a cassettone e di un piano sovrastante somigliante ad un tempio antico di architettura greca. Il Convento inoltre, ospita un 'Museo della testimonianza Francescana' che conserva originali pezzi che ricostruiscono la vita monastica.

Al Convento è annessa una chiesa ad una sola navata, ricca di cornici, decorazioni, lesene ed archi stuccati e di varie tele risalenti a diverse epoche. Le decorazioni interne si devono al visconte Jacopo Ruffo che ne supportò tutte le spese ed alla sua morte scelse la cappella come tomba di famiglia. La chiesa custodisce inoltre, una tela appartenente alla scuola di Antonello da Messina, che rappresenta la Vergine seduta sul trono con il Bambino sulle ginocchia. Splendido l'altare che somiglia ad un prato fiorito di ricami ad intarsi floreali con colori teneri e naturali.

TappaChiesa della S.S. Annunziata


ph. Alex3 - GFDL

Tra le altre chiese, nel cuore del centro storico, ricordiamo quella della SS. Annunziata del 1550, che ha pianta basilicale a croce latina ed è a tre navate. Nelle navate laterali sono appoggiati gli altari decorati a stucchi con quadri e statue di legno. Nel transetto a sinistra è collocato l'altare con Sant'Euplio e in quello a destra l'altare in marmo con la statua della Patrona Santa Barbara. L'altare maggiore è in marmo intarsiato ed alle pareti di esso si trova il coro scolpito in legno. Sulla stessa piazza sulla quale si affaccia la Chiesa sorge anche il Palazzo Municipale, anticamente sede del Convento di Santa Caterina

TappaChiesa Matrice


ph. Alex3

Percorrendo la Via Visconte Ruffo ci si imbatte nella Chiesa del Carmine del 1642. Splendida anche la Chiesa madre o di Maria SS. Assunta del XVI secolo, ad una sola navata. Sull'altare maggiore custodisce il tabernacolo in marmo del Gagini. Nella cappella destra vi è un Crocifisso di legno brunito e in quella sinistra un quadro ad olio del '600 raffigurante l'Assunzione della Vergine e la statua di legno di Sant'Antonio Abate. La principale caratteristica della chiesa è il portale in stile gotico scolpito su pietra arenaria. Il vecchio campanile del '400, demolito per minaccia di crollo, è stato sostituito da uno nuovo edificato nel 1852 ad opera di Leone di Savoia.

TappaPalazzo Cagnone

Scendendo ammiriamo il gentilizio Palazzo Cagnone, sito in piazza San Francesco che, a parte l'ala est risalente al '500, presenta tipiche caratteristiche architettoniche della fine del '600 e che sarà sede del museo archeologico. Nella stessa piazza si trova una pregevole fontana a forma di obelisco originariamente collocata a Piazza Sperlinga. In pieno centro storico possiamo ammirare altri palazzi come Palazzo PrescimoneSgroi e Moncada Mortillaro.

TappaMonastero di San Salvatore della Placa


ph. Alex3

Pillole di storia - Sembra che il nome Francavilla (dal francese franc-ville: città franca) trovi una sua ragione nel fatto che la città, per molto tempo, fu esonerata dal pagamento delle tasse in quanto appartenente alla monarchia. L'appellativo 'di Sicilia' fu aggiunto nel 1863 per distinguerla dalle altre sette Francavilla presenti nel territorio italiano. Secondo la fantasia popolare invece, il Delfino di Francia Luigi rapì di notte Angelina, figlia di un feudatario della vicina Castiglione di Sicilia, una fanciulla di Francavilla di cui si era innamorato. Per questo motivo la ragazza raccomandava alla sua ancella di vegliare in modo da essere pronte al momento della partenza, dicendo: 'Franca, vigghia!', che significa 'Franca, veglia!', ma che in siciliano è anche il nome di Francavilla.

Le origini della città sono antichissime e  testimoniate da ritrovamenti archeologici risalenti al V secolo a.C. presso contrada di 'Pianu maccu' e 'Fanterilli' che attestano la presenza dei Calcidesi di Naxos nella Valle dell'Alcantara. Intorno all'anno 1000, durante il periodo normanno il territorio fu regalato al monastero basiliano di San Salvatore della Placa. Nel 1130 Francavilla fu assegnata da Ruggero II al figlio Gugliemo come regalo per le sue vittorie contro Onorio II.

Nel 1538 la cittadina fu ceduta da Carlo V al visconte Antonio Balsamo e successivamente appartenne a diverse famiglie di feudatari: RuffoSperlinga e Majorca-Montillaro. Nel 1678 divenne città. Il 21 giugno del 1719 fu combattuta qui la famosa e cruenta battaglia di Francavilla, con la quale Spagna e Austria  si contesero le sorti della Sicilia che lasciò sul campo migliaia di vittime. La battaglia fu vinta dagli austriaci che dominarono in Sicilia fino al 1734, quando l'isola divenne possedimento borbonico. Fino al 1800 Francavilla rimase teatro di scontri e proteste; ritrovò serenità soltanto dopo l'Unità d'Italia.

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