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"Fontanarossa è uno scalo di interesse nazionale"

Solo un polverone il presunto "declassamento" dell’aeroporto etneo, parola di ministro

01 febbraio 2013

Con una dichiarazione molto forte, decisa e determinata, il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, ha reagito alla storia del declassamento dello scalo di Fontanarossa e del destino di declino cui Bruxelles e Roma avrebbero, in qualche modo, condannato sia lo scalo catanese che quello di Comiso. Ma, accanto alle parole di denuncia, il sindaco ha inserito una frase che suona un po’ sibillina, ma nemmeno, alla fine, lo è poi così tanto. "E’ quella che si sta perpetrando un’ingiustizia grossolana che bloccheremo e che, ci auguriamo, non sia stata perpetrata con l’aiuto e la garanzia fasulla di qualche manina domestica".

Qualche manina domestica? Il sindaco ha spiegato che è forte il sospetto che qualcuno che si muove con disinvoltura tra le cose che riguardano lo scalo, stia lavorando non a favore, ma  contro Fontanarossa. "Continuo a sentire voci insistenti sull’interessamento di qualche gruppo  romano che potrebbe essere interessato a comprare l’aeroporto. E, stranamente, di fronte al moltiplicarsi di queste voci, ecco che Fontanarossa viene declassato, diventa aeroporto di serie B per Bruxelles senza che, però, il governo nazionale faccia niente per spiegare che si sta commettendo un clamoroso errore".
E allora? Allora il sindaco è ancora più chiaro: "Evidente una cosa è comprare uno scalo che abbia un’etichetta a cinque stelle, altra cosa è comprarne uno a quattro, magari anche a sole tre stelle. Inaccettabile, inaccettabile per tutti. Per questo ho convocato una riunione in Comune di tutte le forze sociali, sindacali e produttive cittadine, per avviare e lanciare una fortissima azione di contrasto".

Un disegno unitario, che parte da Catania ma che, ovviamente, non riguarda solo Catania. All’Ars sono state presentate alcune mozioni per far  discutere in aula la questione. "Ma bisogna farlo prima del 7 febbraio - spiega Concetta Raia (Pd) - perché dopo, in vista delle elezioni, l’attività si  fermerà".
Mobilitati tutti i sindacati. La Cgil non ci sta e il segretario generale Angelo Villari e quello confederale, Giacomo Rota, dicono: "Ma come si fa a penalizzare un aeroporto che serve sei province siciliane e, spesso, anche sette con Agrigento? E’ una vergogna e rischia, lo diciamo chiaramente, di avere ripercussioni drammatiche sull’occupazione e sullo sviluppo che, al contrario, Fontanarossa e Comiso possono potenzialmente esprimere nei prossimi anni contribuendo al rilancio dell’economia di mezza Sicilia".
"Il governo regionale - ha aggiunto il deputato Pdl, Salvo Pogliese - non può accettare supinamente l’immotivato declassamento dell’aeroporto di Catania e deve con forza far valere le ragioni della nostra terra a Roma".
Insomma la mobilitazione è bipartisan e il sindaco di Catania sa che la voce grossa fa fatta sentire subito, prima che la questione sfumi. "Siamo pronti a batterci - dice Stancanelli - perché è chiaro che l’iniziativa di Bruxelles, con il silenzio colpevole del governo di Roma, priva ogni opportunità di sviluppo al quarto scalo in Italia per transito di passeggeri, su cui esistono progetti di ampliamento e ammodernamento allo stato avanzato".

Ma, mentre le polemiche infuriano, il ministro dello Sviluppo, infrastrutture e trasporti, Corrado Passera, tenta di calmare gli animi. "Nessun declassamento, Catania è tra gli aeroporti di interesse nazionale. Core e comprehensive network sono classificazioni Ue".
Insomma, dopo il gran polverone arriva la precisazione del ministro, che risponde su twitter alle critiche di un cittadino che definisce "declassamento" l'inserimento dello scalo siciliano nella classifica dei comprehensive network, anziché nella rete 'core'.
Infatti, il Piano nazionale per lo sviluppo degli aeroporti, nell'individuare i 31 scali di interesse nazionale, li suddivide in tre categorie: Core Network; Comprehensive Network; e altri aeroporti. Le prime due categorie, tuttavia, sono stabilite dalla Ue: la 'Core Network' è la rete centrale che va completata entro il 2030 e che costituirà la spina dorsale della rete transeuropea di trasporto; mentre la Comprehensive, che andrà completata entro il 2050, è la rete di trasporto complessiva europea, di cui la core è la spina dorsale.
Gli aeroporti inseriti nella Core Network sono scelti dalla Ue in quanto pertinenti a città o nodi primari, e cioè: capitali; città classificate dalla Ue come Mega Città, l'equivalente delle nostre aree metropolitane in crescita; conurbazioni e gruppi di città che superano un milione di abitanti, inclusi i dintorni.

Per il presidente dell’Enac, Vito Riggio, uno dei "padri" del nuovo Piano per lo sviluppo degli aeroporti, gli scali di Catania e Palermo andrebbero privatizzati. "La maggior parte degli aeroporti italiani - ha spiegato Riggio, in un’intervista al Giornale di Sicilia - sono del tutto o in parte privati. E’ il caso di Fiumicino e di Capodichino e, in parte, di Venezia. Tutti gli altri scali principali si muovono in questa direzione. Il Piano intende porre le condizioni perché i partner pubblici delle società di gestione si muovano in direzione della privatizzazione. E intende spronare le società in questa direzione. Ma né Palermo né Catania, finora, hanno mai dato segno concreto di volere intraprendere questa strada. E sono rimasti gli ultimi".

"Lo scalo di Palermo - ha aggiunto Riggio - è considerato tra i dieci più importanti d’Italia non fosse altro per il fatto che è il terminale del "corridoio" Nord-Sud che ha l’altro capo a Berlino. Catania ha un movimento di passeggeri che supera abbondantemente i cinque milioni e Trapani che supera i due milioni. Si salvano pure Lampedusa e Pantelleria nel rispetto del principio della continuità territoriale". "Per investire - ha puntualizzato Riggio - occorre che gli aeroporti non solo funzionino bene ma si avvalgano di un sistema più generale di infrastrutture efficienti. Non si può pensare ad avere due aeroporti a 30 chilometri uno dall’altro, come per esempio Gela e Comiso, e a lasciare l’autostrada Palermo-Punta Raisi così come è perché la guardia bassa contro l’abusivismo edilizio ha reso ormai impossibile il suo allargamento. A Catania c’è il progetto di allungare la pista per renderla utilizzabile dalle linee intercontinentali, costruendo pure una stazione della metropolitana di superficie. Ma per fare tutto questo ci vogliono soldi e gli aeroporti non ne hanno. Così il Piano, sostanzialmente, spinge verso la privatizzazione". "Il Piano - ha concluso Riggio - prevede che sedici aeroporti non "strategici" passeranno alla competenza delle Regioni cui spetterà il compito di provvedere alla realizzazione dei sistemi intermodali, lavori infrastrutturali che devono favorire il collegamento con gli aeroporti principali. Una spinta alla programmazione regionale che non potrà non tenere nel debito conto forme avanzate di privatizzazione".

[Informazioni tratte da Lasiciliaweb.it, Italpress - €conomiaSicilia.com]

- Aeroporti di serie A e di serie B (Guidasicilia.it, 31/01/13)

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01 febbraio 2013
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